Pos e contante, il Governo fa retromarcia: “Parliamone”
Critiche alla legge di bilancio non solo dai partiti di opposizione ma anche da Bankitalia, Confindustria, sindacati e Corte dei Conti
Per il Governo Meloni le norme su Pos e contante si possono rivedere. Questa la nuova linea dopo lo scontro istituzionale con la Banca d’Italia.
Un conflitto aperto dalle parole del sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Giovanbattista Fazzolari. Il ministro dell’Agricoltura, cognato di Giorgia Meloni, Francesco Lollobrigida, in un’intervista alla Stampa commenta proprio le critiche arrivate da Palazzo Koch e prova a spiegare. “L’impostazione che Meloni ha dato è chiara, tutti gli aspetti non fondamentali della manovra, possono essere discussi e ridefiniti. Se ci chiedono di mantenere così com’è il reddito di cittadinanza noi diciamo di no. Ma su altre cose siamo disposti a ragionare con serenità“. Vale a dire, appunto, su Pos e tetto al contante.
Secondo Repubblica, Giorgia Meloni sta trattando con la Commissione europea per arrivare a un compromesso. Non vuole vedersi ridotti i fondi del PNRR a causa della legge sul pos e sul contante. Bankitalia ha ricordato che proprio le norme della manovra economica di bilancio “favoriscono l’economia sommersa“. Ed entrano in contrasto con “l’esigenza di continuare a ridurre l’evasione fiscale“. Ma per Lollobrigida queste “sono critiche sui singoli aspetti della legge di stabilità. Non voglio dire marginali, ma sicuramente non centrali“. Il ministro dell’Agricoltura rassicura: “I temi cardine, quelli per i quali l’Italia viene giudicata, sono in sicurezza. L’ossatura della manovra non è in discussione e anche i mercati stanno dimostrando di apprezzare. E questa è la cosa più importante per noi“.
Pos e reddito di cittadinanza
E vista la retromarcia sul Pos, ovvero il sistema dei pagamenti elettronici, Lollobrigida torna alla carica sul reddito di cittadinanza. “Il Movimento Cinque Stelle alimenta i discorsi di chi dice ‘se non avrò il reddito di cittadinanza, allora andrò a rubare’. Una cosa inaccettabile. Noi diciamo, ‘andrai a lavorare, non a rubare’. Non è vero che il lavoro non c’è. Il dibattito sul decreto flussi lo dimostra“. Eppure la stessa Banca d’Italia ha ricordato che secondo l’Inps senza reddito di cittadinanza nel 2020 ci sarebbero stati “un milione di individui poveri in più“.
I ritardi sul PNRR
L’altro tema scottante per il Governo, oltre al Pos e al tetto del contante, riguarda i ritardi nell’attuazione del PNRR. Secondo Lollobrigida, “il Piano è stato scritto rapidamente, in una situazione molto differente. Questo ha fatto sì che i progetti non rispondessero a una strategia precisa. Spesso sono stati utilizzati progetti vecchi, perché subito ‘cantierabili’, che nel frattempo però erano diventati irrealizzabili, a causa degli aumenti dei materiali“. Ci sono delle task force in tutti i ministeri, ma “sono proprio quelle task force a dire che sono indietro, che servono fondi e personale“.
Anche la premier Giorgia Meloni sa infatti che i ritardi del PNRR saranno una delle grane da affrontare a inizio 2023. Ben più grande di quella del Pos. Con il rischio che, se la situazione economica non dovesse migliorare, anche lo smantellamento del reddito di cittadinanza porti a proteste di piazza. Di certo la legge di bilancio che Palazzo Chigi ha varato e che adesso il Parlamento deve approvare entro dicembre ha subìto critiche da più fronti. Non solo, cioè, dai partiti di opposizione, ma anche dai sindacati, da Confindustria e dalla Corte dei Conti, oltre che dalla Banca d’Italia.