Udienza Generale 7 dicembre, Papa Francesco: ieri la Shoah, oggi la guerra in Ucraina
Nella catechesi che precede la festa dell'Immacolata Papa Francesco ricorda i popoli martoriati dai conflitti
L’Udienza Generale del mercoledì 7 dicembre è ancora incentrata sul tema del discernimento. E in questa occasione Papa Francesco indica i criteri possibili per una scelta buona. Ma questa giornata, che precede la solennità dell’Immacolata, è una nuova opportunità per il Pontefice di affidare a Maria le preghiere di pace. E ancora una volta, il pensiero è rivolto al martoriato popolo dell’Ucraina.
Nell’Udienza Generale che precede la solennità dell’Immacolata Concezione, Papa Francesco sottolinea, pressantemente, il desiderio di pace in tutto il mondo. È a Maria Vergine, infatti, che affida la richiesta di intercedere affinché tutti i popoli che soffrono a causa delle guerre possano finalmente trovare la pace. E, rivolgendosi al popolo polacco, dove due giorni fa il Centro per le Relazioni Cattolico-Ebraiche dell’Università Cattolica di Lublino ha commemorato l’anniversario dell’Operazione Reinhardt, ricorda come lo strazio di 80 anni fa e lo sterminio di 1milione e 700mila ebrei riporti alla mente il dolore vissuto oggi dalla “martoriata Ucraina“.
La catechesi dell’Udienza Generale
La catechesi di Papa Francesco, in occasione dell’Udienza Generale del 7 dicembre, è incentrata ancora una volta sul tema del discernimento. In questa giornata, però, il Santo Padre fa un passo avanti cercando di indicare i criteri che permettono di riconoscere una scelta come buona. Ed è proprio di pace che Bergoglio parla nel corso del suo messaggio. Partendo da quella pace interiore che è, difatti, il primo dei criteri. Si tratta di una “pace che dura nel tempo” e che permette di affrontare bene ogni aspetto della vita: nelle relazioni, nel lavoro, nelle scelte importanti. Il secondo criterio è quando la decisione presa non nasce dalla paura, e specialmente dalla paura di Dio, ma come un “Possibile segno di risposta all’amore e alla generosità che il Signore ha nei miei confronti“.
E poi c’è un altro criterio, fortemente importante, e risiede nella consapevolezza di essere nel posto giusto. “Al proprio posto nella vita, e parte di un disegno più grande, a cui si desidera offrire il proprio contributo“. E questo si comprende quando le giornate appaiono più ordinate e si ritrova energia e forza d’animo, anche difronte alle difficoltà. Comprendere di procedere nella strada giusta, essendo liberi e pronti a rimettersi in discussione in qualsiasi momento, è un altro segno. E qui Papa Francesco affronta il tema della libertà, contrapponendolo a quello della possessione. “La possessività è nemica del bene, uccide l’affetto. I tanti casi di violenza in ambito domestico, di cui abbiamo purtroppo notizie frequenti, nascono quasi sempre dalla pretesa di possedere l’affetto dell’altro, dalla ricerca di una sicurezza assoluta che uccide la libertà e soffoca la vita, rendendola un inferno“.
Papa Francesco e le richieste di pace e libertà
“Solo nella libertà si può amare” questo è il messaggio che Papa Francesco vuole sottolineare nel corso della catechesi in occasione dell’Udienza Generale. E questo è un concetto che si applica ad ogni ambito dell’esistenza umana, perché solo essendo liberi si possono compiere scelte che portano al buono e alla pace. “Andiamo avanti sempre cercando di prendere delle decisioni così, in preghiera e sentendo cosa succede nel nostro cuore e andare avanti lentamente, coraggio!“.
E nel suo discorso sulla ricerca del buono e della pace il Santo Padre ricorda tutti coloro che, oggi, soffrono a causa delle guerre. Infatti, nei suoi saluti al termine dell’Udienza Generale affida la sua preghiera alla Vergine Maria, alla vigilia della solennità dell’Immacolata Concezione. Quella di Papa Francesco è una richiesta di conforto per quanti oggi “Sono provati dalla brutalità della guerra, specialmente per la martoriata Ucraina“. E in questo contesto, salutando i pellegrini polacchi, ricorda anche lo stermino voluto dal regime nazista tedesco tra luglio e ottobre del 1942: l’Operazione Reinhardt. Evento drammatico che, come ricorda il Pontefice: “Ha provocato lo sterminio di quasi due milioni di vittime, soprattutto di origine ebraica. Il ricordo di questo orribile evento susciti in tutti noi propositi e azioni di pace. E la storia si ripete. Vediamo quello che succede oggi in Ucraina. Preghiamo per la pace“.