Avatar 2 – La via dell’acqua, dopo 13 anni di nuovo a Pandora: ne è valsa la pena?
L'attesissimo kolossal di James Cameron arriva oggi 14 dicembre nelle sale italiane: ecco perché recuperarlo
Dopo una lunga attesa durata ben tredici anni, il momento è finalmente giunto: Avatar 2 – La via dell’acqua è disponibile da oggi nelle sale italiane. Già dalle anteprime, come ci si sarebbe potuto aspettare, il kolossal ha ottenuto l’attenzione della critica specializzata: ma ne vale la pena?
Ci sono voluti ben tredici anni per riuscire a proseguire la storia dei Na’vi, gli umanoidi abitanti di Pandora e nuovamente protagonisti di in Avatar 2 – La via dell’acqua. Anni di beghe in ambito creativo e produttivo, che hanno comportato notevoli ritardi, aggravati dalla situazione pandemica. Ma, al contempo, hanno permesso al cinema di evolversi, fornendo a James Cameron gli strumenti adatti per estendere ancora una volta l’universo narrativo di Avatar.
Terminato l’embargo, la stampa internazionale ha finalmente potuto rompere il silenzio su Avatar 2 – La via dell’acqua, all’indomani delle nomination dei Golden Globes 2023, in cui il kolossal è stato candidato come Miglior Film Drammatico e Miglior Regia. Le prime impressioni hanno tracciato il ritratto di blockbuster destinato non solo a non essere dimenticato, ma a rimanere nel tempo. Ma vediamo più precisamente cosa aspettarsi dalla pellicola, disponibile da oggi 14 dicembre nelle sale italiane.
Avatar 2 – La via dell’acqua è un successo annunciato? Perché non ci farà rimpiangere il primo capitolo
Sono passati ormai 13 anni da quando Jake Sully ha deciso di cambiare vita, rimanendo un Na’vi al fianco di Neytiri. Dalla loro unione sono nati quattro figli: ma quell’armonia rischierà di essere messa in pericolo quando l’essere umano deciderà di fare nuovamente ritorno su Pandora. Il famigerato colonnello Miles Quaritch (Stephen Lang), insieme ad altri ex marines, si è clonato sotto forma di Na’vi ed è deciso a riscattarsi su Sully, ad ogni costo. Quest’ultimo e Neytiri decideranno di cercare rifugio nella tribù vicina dei Metkayina, i quali vivono in perfetta armonia con il mare.
Per James Cameron, anche solo mantenere il livello del suo predecessore, stabilmente al primo posto dei film con il maggior incasso di sempre, sarebbe stata già un’impresa ardua. Ma, anche grazie a una sceneggiatura ancor più portata oltre i limiti e agli effetti speciali – che hanno causato un sostanzioso superamento del budget, stimato tra i 350 e i 400 milioni di dollari – il regista avrebbe concepito un autentico capolavoro contemporaneo. E, in effetti, la critica specializzata sembra condividere: Entertainment Weekly lo ha definito “un mondo immersivo e indubbiamente meraviglioso“, mentre Collider lo ha apostrofato come “una delle esperienze più straordinarie che si possano avere al cinema“.
Non mancano le voci critiche
In particolare, nonostante la mastodontica durata di oltre tre ore, Avatar 2 – La via dell’acqua si mostra un insieme organico impreziosito da scorci naturali in cui il blu e il verde, i colori della natura, dominano incontrastati grazie a una CGI e a una motion picture che ha fatto passi da gigante. Al contempo, al forte discorso della salvaguardia ambientale, che nel sequel sembra farsi ancora più presente, la pellicola riesce anche a resuscitare quell’innovazione che nel 2009 sembrava destinata a cambiare il futuro della settima arte, ma che invece è caduta in disuso, ovvero il 3D.
Talvolta, però, la narrazione è stata accusata di essere ampollosa, portando il pubblico a sentire – non a tratti – il peso delle tre ore di durata. In tal senso, non sono mancate anche le voci contrare da parte della critica specializzata. The Guardian è stato caustico, chiosando: “Si spiaggia come una gigantesca, inutile balena“, riscontrando la suddetta problematica delle tempistiche dilatate. Insomma, a prescindere dai pareri discordanti, una cosa è certa: Avatar 2 – La via dell’acqua non è destinato all’indifferenza.