Giorgio VI, il re del coraggio per i Windsor e per gli inglesi
Il padre della regina Elisabetta ha avuto un ruolo importante durante la Seconda Guerra Mondiale
Giorgio VI rappresenta una delle figure più iconiche del Novecento. Divenuto re in seguito all’abdicazione inaspettata del fratello, ha guidato gli inglesi nel periodo più buio della Seconda Guerra Mondiale. Le decisioni con cui ha saputo affrontare quel determinato periodo storico e le parole che ha rivolto al proprio Paese lo hanno reso immortale nel cuore degli inglesi.
Nato il 14 dicembre del 1895, durante il regno della regina Vittoria, la sua bisnonna, inizialmente si trovava ad essere il quarto in linea di successione al trono. Già la sua nascita fu segnata da una coincidenza che lo rese vicino al cuore dell’allora regina. Il 14 dicembre, infatti, coincideva anche con l’anniversario della morte del principe Albert, marito della regina Vittoria. Da qui la scelta di chiamarlo Albert Frederick Arthur George. La Sovrana fu entusiasta della scelta e scrisse in una lettera di quanto fosse contenta dell’evento: “Sono tutta impaziente di vedere il nuovo, nato in un giorno così triste, ma piuttosto più caro a me, soprattutto perché sarà chiamato con quel caro nome che è sinonimo di tutto ciò che è grande e buono“.
Ufficialmente conosciuto come Principe Alberto di York, in famiglia tutti lo chiamavano “Bertie”. Era un ragazzo timido, si spaventava facilmente e soffriva di disturbi del linguaggio. Eppure la storia ha voluto proprio che fosse il re che soffriva di balbuzie a consegnare ai propri connazionali le parole che ancora oggi risuonano nel Regno Unito per la loro incredibile attualità.
Le parole di Giorgio VI che offrono speranza
Uno degli aspetti del regno di Giorgio VI che gli inglesi ancora oggi ricordano con ammirazione è la sua condotta durante la Seconda Guerra Mondiale. Sia il re che la regina erano noti per i loro viaggi in tutto il Paese per sostenere il morale della popolazione durante il conflitto. La loro decisione di rimanere a Londra durante i bombardamenti tedeschi è nota a tutti. In quegli anni la Famiglia Reale decise di soggiornare ufficialmente a Buckingham Palace, ma trascorreva molte notti al Castello di Windsor. Dopo i bombardamenti che colpirono il Palazzo, Lord Hailsham, un politico di alto livello, consigliò di trasferire la principessa Elisabetta e la principessa Margaret in Canada. Ma la Regina Madre avrebbe risposto dicendo: “Le bambine non andranno senza di me. Io non me ne andrò senza il Re. E il re non se ne andrà mai“.
Anche alcuni discorsi tenuti da Giorgio VI durante la guerra divennero famosi. Uno in particolare è tornato a prendere vita proprio in questi mesi, quando gli inglesi hanno deciso di riportarlo in auge di fronte alla guerra in Ucraina. Si tratta di un discorso pronunciato nel Natale del 1939, il primo dallo scoppio della guerra. In quell’occasione il re lesse una poesia che divenne famosissima. Secondo alcuni fu la moglie a suggerirgliela, secondo altri la figlia, futura regina Elisabetta. Si tratta di un componimento poco conosciuto di Minnie Louise Haskins, intitolato “Dio lo sa“. I versi letti dal re recitano così: “E dissi all’uomo che stava alla porta dell’anno: ‘Dammi una luce affinché io possa camminare sicuro verso l’ignoto‘. E lui rispose: ‘Esci nelle tenebre e metti la tua mano nella mano di Dio. Questo sarà per te migliore della luce e più sicuro di una via conosciuta’. Così sono uscito e, trovando la Mano di Dio, ho camminato con gioia nella notte. E mi condusse verso le colline e lo spuntare del giorno nel solitario Oriente“.