Qatargate, prima udienza per gli arrestati. “Kaili non sapeva dei soldi in casa”
Un mese di carcere per Panzeri e Giorgi. Decisione rinviata per la ex vicepresidente dell'Europarlamento
L’inchiesta della procura federale di Bruxelles che ha dato origine al Qatargate rischia di allargarsi e di coinvolgere diversi eurodeputati.
Le accuse di corruzione a favore del Qatar non sarebbero infatti circoscritte soltanto ai 4 arrestati, fra cui la vicepresidente del Parlamento europeo, Eva Kaili.
Qatargate, prima udienza
I magistrati belgi sarebbero sul punto di incriminare altri eurodeputati, letteralmente a libro paga del paese che affaccia sul Golfo Persico e dove sono adesso in corso i Mondiali di calcio. È una delle ipotesi che si fanno strada fra le carte dell’inchiesta, secondo quanto riporta l’agenzia di stampa Agi. E mentre sulla stampa qatariota non si fa menzione del Qatargate scoppiato a Bruxelles, mercoledì 14 dicembre si è svolta la prima udienza davanti alla Camera di consiglio del tribunale della capitale del Belgio. Presenti le quattro persone fermate. Ovvero l’ex vicepresidente del Parlamento europeo, Eva Kaili, l’ex eurodeputato del gruppo socialista, Pier Antonio Panzeri, il compagno di Kaili, Francesco Giorgi, e Niccolò Figà-Talamanca, dirigente di una ong per i diritti umani.
Cosa ha deciso il tribunale
Al termine dell’udienza il tribunale di Bruxelles ha deciso che l’ex eurodeputato Pier Antonio Panzeri e Francesco Giorgi resteranno in carcere per almeno un mese. Niccolò Figà-Talamanca sarà in regime di sorveglianza elettronica. Potrà cioè uscire dal carcere ma indossando un braccialetto elettronico. Per quanto riguarda Eva Kaili la decisione è stata rinviata al 22 dicembre prossimo. Tra un mese i quattro dovranno comparire di nuovo in tribunale.
Enorme quantità di contanti
A Bruxelles, nella casa di Kaili – arrestata e destituita dal suo ruolo di vicepresidente dell’Eurocamera – gli investigatori hanno trovato 750mila euro in contanti. Sarebbero frutto di corruzione. Di questi, 600mila in una valigia che il padre della donna stava portando via. Comprese le perquisizioni carico degli altri arrestati, la polizia belga ha rinvenuto in tutto circa 1,5 milioni di euro in contanti. Tuttavia, sostiene Michalis Dimitrakopoulos, avvocato di Eva Kaili, la sua assistita “non era conoscenza dei soldi a casa sua“. Insomma, c’era una massa di denaro contante da capogiro, ma a sua insaputa.
Qatargate, cosa emerge finora
Finora, ciò che emerge dalle carte è che la presunta corruzione di esponenti del Parlamento europeo sarebbe servita a moderare la posizione dell’istituzione circa le violazioni di diritti umani in Qatar, uno dei peggiori paesi al mondo da questo punto di vista. Come è noto l’inchiesta della magistratura belga ha previsto (ed eseguito) il mandato d’arresto europeo per la moglie e la figlia dell’ex eurodeputato Pier Antonio Panzeri, il quale è stato invece arrestato a Bruxelles.
Servizi segreti di 5 paesi
Dalle carte del Qatargate emerge inoltre che si tratta di un’indagine scattata dall’attività dei servizi segreti belgi. Il tutto già nel 2021. È stato infatti nel corso dell’anno passato che gli invetigatori di Bruxelles hanno dato il via a un’operazione segreta. Alla quale hanno partecipato i servizi di intelligence di 5 paesi. Una fase di inchiesta che si era conclusa con una perquisizione segreta in casa dell’ex eurodeputato italiano, Pier Antonio Panzeri. Prima di venerdì scorso 9 dicembre – il giorno in cui sono scattati gli arresti – gli agenti vi erano già entrati, di nascosto. E avevano scoperto 700mila euro in contanti.
È stato a quel punto che hanno deciso di affidare il tutto – e siamo al luglio 2022 – al giudice belga che ha condotto l’inchiesta su Qatargate che è sfociata nell’arresto, tra gli altri, dello stesso Panzeri e di Eva Kaili. A riportare queste informazioni sono il quotidiano di Bruxelles, Le Soir, e il settimanale Knack, primi media a svelare lo scandalo delle mazzette dal Qatar. I due giornali riportano conferme dirette alle loro informazioni da parte del ministro della Giustizia belga, Vincent Van Quickenborne. Di certo per l’Europa si apre, a livello istituzionale, una crisi senza precedenti che potrebbe avere conseguenze molto pesanti. E, forse, una revisione delle regole sui rapporti fra eurodeputati e lobbisti di ogni Paese.