L’Udienza Generale di mercoledì 14 dicembre affronta ancora il tema del discernimento. Ma nella catechesi che precede di poco il Natale, Papa Francesco invita a vivere nel modo giusto questa solennità che sta per arrivare. L’esortazione a non dimenticare le persone che soffrono e in particolare il popolo ucraino che non dimentica di menzionare in questo nuovo messaggio.
In occasione dell’Udienza Generale del 14 dicembre 2023, Papa Francesco affronta le ultime battute conclusive sul tema del discernimento. Nella sua catechesi del mercoledì, il Santo Padre chiede di essere sempre vigili, poiché il “demonio può bussare alla nostra porta vestito da angelo“. Per questo l’invito del Pontefice è di non lasciarsi trarre in inganno dalle tentazioni che celano il male. In preparazione del Natale, che si celebrerà esattamente fra dieci giorni, un appello importante a vivere nella fratellanza e nel giusto. Richiesta che si rinnova anche al termine della catechesi, quando il Papa chiede di pensare con azioni concrete all’Ucraina che “soffre tanto“.
Come custodire la “casa del cuore“
Essere vigili è un’azione importante, come sottolinea Papa Francesco nel corso dell’Udienza Generale. Questo atteggiamento consente di non perdere tutti i passi avanti che si sono fatti durante le fasi del discernimento. Così il Santo Padre si rivolge ai fedeli riuniti in Aula Palo VI. “Giunti alla conferma della scelta fatta” è possibile cadere nel rischio che: “Il Maligno, possa rovinare tutto, facendoci tornare al punto di partenza, anzi, in una condizione ancora peggiore“. Sulla vigilanza insiste, difatti, anche Gesù nel corso della sua predicazione, il Signore infatti ricorda che il buon discepolo è sempre: “Attento e pronto a fare il proprio dovere“. In questo senso, Papa Francesco vuole esortare a non sentirsi mai troppo ‘arrivati’ ma ad essere piuttosto sempre pronti ad evolversi, a mettersi in cammino.
Infatti, è proprio quando si crede di aver raggiunto la massima sicurezza che il demonio può insidiare una scelta con le tentazioni. Il Santo Padre, infatti, usa un termine di paragone con una casa pulita e tranquilla: “La casa del cuore“. Tuttavia, dopo una buona operazione di discernimento, essa potrebbe essere danneggiata e questo avviene, sia se la si lascia incustodita, sia se non mettono in pratica nuove azioni per paura di rovinarla. “Si finisce – spiega il Pontefice – col non accogliere più nessuno, non invitare i poveri, i senza tetto, quelli che disturbano“. L’invito di Papa Francesco, dunque, è di ripensare sempre alla propria storia personale. Non basta, infatti, compiere una buona scelta, attraverso un buon discernimento; è necessario restare sempre vigilanti e custodire “La grazia che Dio ci ha dato“. Il demonio arriva sempre sotto false fattezze: “Sa travestirsi da angelo” e allora è opportuno vigilare sempre sul nostro cuore e domandarsi costantemente cosa sta succedendo dentro di esso.
Il nuovo appello di Papa Francesco per l’Ucraina
Al termine della sua catechesi Papa Francesco saluta i fedeli riuniti in Aula Paolo VI, ma prima di lasciare la sala, il Santo Padre rivolge un nuovo appello per il popolo ucraino. Dopo aver esortato, durante tutto il corso dell’Udienza Generale, ad essere vigili e ascoltare il proprio cuore rivolgendolo sempre verso il bene e non chiudendo la porta a chi soffre, il Pontefice ricorda come proprio il Natale, che si sta per celebrare, sia l’occasione per aprire concretamente le porte del cuore. Rivolgendo, come di consueto, il suo pensiero ai giovani, ai malati e agli anziani, la richiesta è di rinnovare la vicinanza al “martoriato popolo ucraino“. Il Papa chiede ancora di continuare a pregare per “questi nostri fratelli che soffrono tanto“.
Papa Francesco conclude il suo intervento, prima della benedizione, esortando: “Fratelli e sorelle io vi dico: si soffre tanto in Ucraina, tanto, tanto! E io vorrei attirare l’attenzione un po’ sul prossimo Natale, anche le feste. È bello festeggiare il Natale, fare le feste…ma abbassiamo un po’ il livello delle spese di Natale – così si chiamano. Facciamo un Natale più umile, con regali più umili. Inviamo quello che risparmiamo al popolo ucraino, che ha bisogno, soffre tanto. Fanno la fame, sentono il freddo e tanti muoiono perché non ci sono medici, infermieri a portata di mano. Non dimentichiamo: un Natale, sì; in pace con il Signore, sì, ma con gli ucraini nel cuore. E facciamo quel gesto concreto per loro“.