Kandinskij tra spiritualità ed astrattismo
Il pittore russo, naturalizzato francese, esponente dell'astrattismo non geometrico
“Il colore è un mezzo che consente di esercitare un influsso diretto sull’anima. Il colore è il tasto, l’occhio il martelletto, l’anima è il pianoforte dalle molte corde”. Kandinskij è il ricordato come il principale esponente dell’astrattismo e in particolare dell’astrattismo non-geometrico.
La sua ricerca di puri valori formali ha condotto a risultati della più grande importanza, soprattutto nello sviluppo dei rapporti linea-colore. La sua arte è indubbiamente ricca di motivi culturali e intellettualistici, ma giunge spesso a valori di libera poesia. Tra le sue opere si ricordano in particolare: Il corteo della sposa, Der Blaue Reiter, Murnau, il primo acquerello astratto, Composizione IV , Cerchio policromo.
Kandiskij, vita dell’artista
La formazione culturale di Vasilij Vasil’evič Kandinskij fu complessa: si occupò di letteratura, di musica, di etnografia. Nel 1897 si recò a Monaco e si dedicò interamente alla pittura. Viaggiò in Europa e in Oriente; fu in stretto contatto col musicista e pittore lituano Čiurljonis, che si dedicava allora a esprimere mediante variazioni coloristiche alcune sinfonie musicali. Venne poi a contatto con gli espressionisti; fu tra i fondatori del gruppo Der Blaue Reiter. Nel 1910 eseguì i primi dipinti totalmente privi di riferimento al mondo oggettivo e per lo più intesi a esprimere visivamente emozioni musicali; contemporaneamente scriveva Über das Geistige in der Kunst e tentava di sviluppare una teoria dei segni e dei colori.
Nel 1913 Kandinskij pubblicò uno scritto autobiografico: Rückblicke. Nel 1914 tornò in Russia, partecipò attivamente ai movimenti d’avanguardia, insegnò (1920) nell’università di Mosca. Tornò in Germania (1921) e, fino al 1933, insegnò nel Bauhausdi Weimar e di Dessau. Nel 1923 pubblicò il trattato Punkt und Linie zu Fläche. Nel 1934 si stabilì a Parigi seguitando a dipingere composizioni astratte, ma più misurate e non prive di caratteri decorativi.
Lo stile astratto e accessibile
La poetica di Kandinskij trova una teorizzazione stabile nel 1910, quando l’artista pubblica il suo trattato Lo spirituale nell’arte. In questo testo il pittore dà prova delle sue intuizioni, spiegando come secondo lui l’oggetto-opera dovesse essere approcciata su più livelli: un livello fisico, ovvero come l’occhio percepisce i colori e le forme dipinte; un livello decisamente più profondo, in cui le tonalità utilizzate comunicano con l’anima dello spettatore attraverso suoni, movimenti e odori. L’essenza della pittura è dunque tutta lì: un messaggio che non viaggia sui binari della razionalità, ma che ci colpisce proprio quando smettiamo di voler dare una spiegazione.
Nonostante l’arte astratta possa apparire poco immediata a un primo sguardo, nella realtà lo stile di Kandinskij si basa su teorie che rendono le sue opere accessibili a tutti, a patto di liberarsi di schemi e sovrastrutture che pongono le proprie radici in una tradizione lunga secoli. Come lo stesso artista afferma nei suoi saggi, l’opera d’arte ha il compito di stimolare lo spettatore in maniera semplice e universale. I colori nascondono suoni, movimenti, odori e sapori che chiunque può percepire. Con i suoi quadri Kandinskij comunica dunque combinando le tonalità per creare messaggi ben precisi, movimenti codificati, profumi riconoscibili.
Il forte legame con la musica
Kandinkij nota che esiste già da secoli un’altra arte che non usa i suoi mezzi per l’imitazione della natura, ma per esprimere la vita psichica dell’artista, ovvero la musica: “Un artista che non abbia come fine ultimo l’imitazione, sia pure artistica, della natura, ma sia un creatore che voglia e debba esprimere il suo mondo interiore vede con invidia che queste mete sono state raggiunte naturalmente e facilmente dall’arte oggi più immateriale, la musica.” Kandinskij proprio attraverso la sinestesia riesce a esprimere la propria interiorità. I colori e le forme astratte si fanno messaggere di emozioni che solo la musica saprebbe dare, emozioni pure, senza linguaggio, che non necessitano di alcuna comprensione razionale.