Elena Ferrante sbarca su Netflix con “La vita bugiarda degli adulti”
Cast e regista raccontano il nuovo serial tratto dall'omonimo romanzo della celebre scrittrice
La vita bugiarda degli adulti, attesa serie tv prodotta da Fandango e tratta dall’omonimo e ultimo romanzo di Elena Ferrante, è pronta a debuttare su Netflix mercoledì 4 gennaio 2023. Non è la prima volta, questa, che abbiamo la fortuna di assistere ad un adattamento seriale ispirato alle parole della celebre e misteriosa scrittrice. Infatti, già con L’amore molesto, I giorni dell’abbandono, La figlia oscura e L’amica geniale i suoi racconti sono stati trasformati in immagini riportate poi sul piccolo schermo. Il risultato? Un grandissimo successo.
La serie tv, divisa in sei episodi, è il frutto di un accurato lavoro che vede la collaborazione di un team di alto livello. Alla regia Edoardo De Angelis che si occupa anche della sceneggiatura insieme a Laura Paolucci e Francesco Piccolo, i quali già hanno lavorato alla realizzazione della serie Rai dei romanzi de L’Amica geniale. Per quanto riguarda il cast spiccano i nomi di Valeria Golino, nei panni della zia Vittoria, Alessandro Preziosi e Pina Turco, che interpretano i genitori della protagonista Andrea e Nella e la giovane attrice esordiente Giordana Marengo a cui viene affidato il personaggio principale, Giovanna.
Sinossi La vita bugiarda degli adulti
La serie tv, ambientata nel 1994, racconta le vicende di Giovanna, una ragazza della Napoli “bene” che si trova di fronte al bivio del complesso passaggio dall’infanzia all’adolescenza. Lo scopo inseguito dalla protagonista nel corso delle sei puntate è quello di ricercare un nuovo volto nel quale identificarsi per potersi lasciare alle spalle quello tanto felice della fanciullezza. Giovanna, infatti, capisce che per poter scrivere la storia della sua vita deve riuscire a trovare la sua strada, uscendo dalla “bolla” in cui fino a quel momento ha vissuto.
La curiosità nel voler incontrare e conoscere sua zia Vittoria la porta a scontrarsi con una realtà diversa e lontana dalla sua quotidianità. Una realtà che le apre gli occhi su aspetti della vita fino ad allora sconosciuti. La storia de La Vita bugiarda degli adulti, infatti, mette in risalto il contrasto che c’è tra due Napoli consanguinee, ma che allo stesso tempo si temono e si detestano. Quella di sopra, il Vomero, che rappresenta la borghesia e quella di sotto, il Pascone, che invece rappresenta la classe proletaria. La prima che si è attribuita una maschera fine, la seconda che si finge smodata e triviale. La ragazza vacilla tra alto e basso disorientata dal fatto che, su o giù, la città pare senza risposta e senza scampo.
Le parole del regista Edoardo De Angelis in conferenza stampa
Oggi, martedì 20 dicembre Netflix ha presentato in conferenza stampa insieme a regista, sceneggiatori e cast questa sua nuova serie tv. A parlare per primo Edoardo De Angelis che parte da come si è approcciato al romanzo per l’adattamento: “le parole di Elena Ferrante sono molto belle e io non vedevo l’ora di vedere cosa ci fosse dentro e trasformarle in fatti che poi vivono nei corpi di chi li abita. Adattarle non è stato difficile perché mentre leggevo il libro mi suggeriva una serie di immagini che poi ho riportato sullo schermo”. Successivamente il regista svela il particolare modo con cui si è confrontato con Elena Ferrante: “abbiamo avuto un rapporto epistolare, il che è stata un’esperienza affascinante. Ormai la considero un’entità letteraria, affettuosa ma formale, con momenti dialettici anche accaniti. Ha visto la serie e poi mi ha mandato una lettera bellissima”.
Valeria Golino spiega il rapporto con il personaggio di zia Vittoria
A seguire Valeria Golino che spiega in che modo si è preparata per interpretare l’interessantissimo e al tempo stesso enigmatico personaggio di zia Vittoria: “le ho dedicato moltissimo tempo perché, pur essendo napoletana, questo tipo di lingua mi era molto estraneo. Fortunatamente ho avuto una coach di dialetto fantastica. Per questo è stato ansiogeno, non mi sentivo mai pronta. Per far finta di suonare la fisarmonica, per esempio, mi sono esercitata per mesi anche se la scena nella serie dura pochi minuti”.
Aggiunge, poi, di essere stata agevolata anche dal rapporto che si è instaurato con il regista: “il suo approccio è misterioso. Non mi dava indicazioni, mi chiedeva solo: ‘tutto bene? Ti piace? Se non ti piace la rifacciamo domani’. All’inizio mi sentivo quasi abbandonata, invece era solo un suo modo per conoscermi e capirmi meglio. Mi ha stupito la tranquillità con cui ha lavorato durante tutte le riprese. Non ho mai percepito una situazione di allarme. E comunque non è stato facile dal momento che abbiamo girato in pieno Covid”.
Giordana Marengo e l’emozione per l’esordio ne La vita bugiarda degli adulti
La protagonista Giordana Marengo, che esordisce come attrice proprio con la serie La vita bugiarda degli adulti, spiega come ha ottenuto la parte di Giovanna: “è avvenuto in modo del tutto casuale. Un’amica di mamma ha mandato una foto al casting. Il mio è un percorso particolare e mai avrei pensato di fare una cosa del genere. Ho incontrato il regista davanti a una Coca-Cola e mi sono aperta da subito. Ecco perché quando sono stata presa ho provato un’emozione fortissima che stare qui a descriverla mi sembra in un certo senso sminuirla. Comunque, non avevo ansia, anzi quando abbiamo finito le riprese non volevo andare via dal set. Vedevo più Edo (Edoardo De Angelis) che mia mamma”.
Le parole di Pina Turco e Alessandro Preziosi
Successivamente è la volta di Pina Turco che alla domanda “quanto c’è di lei del personaggio” risponde: “più che di me, ho rivisto molto di mia mamma, anche negli errori di affidare la sua felicità nelle mani di qualcun altro. È stato un viaggio molto intimo, in cui ho rivisto cose di lei che ho amato come figlia e come donna. Quindi è stato un percorso non complicato ma sicuramente intenso”. Per concludere anche Alessandro Preziosi dice la sua sul racconto della serie tv: “mi ha colpito molto la legittimazione del male e delle bugie. Perché ad un certo punto sono spinte a un tale estremo che vengono inevitabilmente smascherate. Qui si parla di scalate di opportunismo in un delicatissimo ‘gioco’, un’esperienza all’insegna della mistificazione della realtà”.
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