Piero Angela: l'”underdog” della cultura
La capacità di scommettere sul sapere, rendendolo un po' cult, un po' pop
Solo quattro mesi fa, si spegneva uno dei volti più amati della televisione italiana: Piero Angela. Oggi il conduttore televisivo avrebbe compiuto 94 anni. Il suo format, portato avanti per decenni, è stata un’intuizione geniale per tutta la sua lunga carriera.
Ed oggi in un momento in cui la cultura ha quasi totalmente appetibilità per il mondo dello spettacolo, il suo successo rappresenta una vera e propria rivoluzione. Eh sì perché se come direbbero i più con “la cultura non si mangia”, Piero Angela e suo figlio Alberto hanno insistito e insistono nel dimostrare il contrario.
Che forse non è la cultura in sé, ma il come veicolarla la vera sfida. Riuscire a renderla divertente, appassionante, stimolante, viva. Tutto questo si può dire sia stata la profonda missione di Piero, e non si può certo affermare che abbia fallito. Visto che i suoi programmi divulgativi, la sua voce gentile e quell’inconfondibile musica di sottofondo, sono diventati poi un vero e proprio cult. Eppure l’adolescente Piero non aveva la passione per lo studio, ma tutt’altro.
Piero: il rocker della televisione e il suo amore per la conoscenza
Divulgare cultura in televisione, significa andare controcorrente, un azzardo, e rischiare un vero buco nell’acqua. Piero Angela è stato dunque in questo senso un vero e proprio rocker della televisione contemporanea. Dove invece il gossip, lo scandalo, le litigate da bar, hanno ormai da tempo riempito la quasi totalità degli spazi televisivi. Come recita una nota frase “la gentilezza e l’eleganza sono un autentica rivoluzione”, e Piero Angela ce lo ha ricordato in punta di piedi con ogni suo gesto. Ha iniziato la sua carriera giornalistica in Rai come cronista radiofonico, divenendo poi inviato e infine conduttore del telegiornale. Ma è con il noto programma di divulgazione scientifica Super Quark che entra nel cuore di tutti gli italiani. Dai più grandi ai più piccini.
Il suo ultimo progetto è stato il documentario per Rai 1 Gli ultimi ghiacci, incentrato sul riscaldamento climatico e le tragiche conseguenze dello scioglimento dei ghiacciai. Un tema molto caro a Piero, che voleva consegnare il progetto televisivo quanto prima. Visalberghi, il produttore del documentario ha raccontato che “nel pieno di luglio ha cominciato a telefonarci e sollecitare di completarlo. Non capivamo perché insistesse tanto, c’era una specie di ansia. Poi ci siamo resi conto che sentiva arrivare la fine e voleva chiuderlo prima di andarsene. Lo colpiva molto la tropicalizzazione del clima e la trasformazione delle piogge anche in Italia, che sono diventate improvvise e torrenziali: un cambiamento che è molto legato alla catastrofe mondiale creata dallo scioglimento dei ghiacci.”
L’adolescenza del conduttore lontano dai libri
Eppure sorprenderà scoprire una curiosità riguardo la vita di Piero Angela. Medaglia d’oro ai benemeriti della cultura e dell’arte, dodici lauree honoris causa, quaranta libri scritti e un’invidiabile carriera con cui ha contagiato un intero Paese con la passione per la conoscenza. A scuola però il giovane Piero non brillava particolarmente. Al penultimo anno di liceo, accumulò ben 5 materie: italiano, latino, matematica, fisica e scienze. E l’anno della maturità tre. Su una pagella con la media del sei, c’èra un solo nove: in educazione fisica. Un aneddoto che rende Piero una sorta di Einstein italiano, o “underdog”, su cui nessuno avrebbe puntato. E che alla fine invece ha finito per dimostrare a se stesso e agli altri che non è mai troppo tardi e che soprattutto non c’è mai un tempo limite per imparare. Non è mai presto, né tantomeno tardi, ma dipende solo da noi.