Re Carlo, il primo discorso di Natale tra fede e guerra nel ricordo di Elisabetta II
Il nuovo sovrano ha condiviso un discorso molto toccante il 25 dicembre
Questo Natale ha visto il debutto di re Carlo sul piccolo schermo come sovrano. Per gli inglesi sarà stato difficile non veder apparire la regina Elisabetta il pomeriggio del 25 dicembre in televisione. E Carlo III lo sapeva benissimo, tanto che ha scelto di dare un’impressione di continuità a partire dalla scelta del luogo per la registrazione del messaggio.
Il Re, infatti, ha deciso di registrare i propri auguri di Natale da una location insolita: la cappella di San Giorgio al Castello di Windsor. Si tratta del luogo in cui è sepolta la regina Elisabetta, proprio a fianco del principe Filippo e dei suoi genitori. Una scelta che non era ovviamente casuale e che ha fatto da filo rosso a tutto il discorso, che ha rappresentato un omaggio al lungo regno della Regina. Nel suo esordio re Carlo ha ammesso di sentirne la mancanza, affermando: “Il Natale è un momento particolarmente toccante per tutti noi che abbiamo perso i nostri cari. Sentiamo la loro assenza ad ogni svolta familiare della stagione e li ricordiamo in ogni amata tradizione“.
Per la prima volta, infatti, quest’anno la Famiglia Reale ha celebrato le feste senza l’amata Sovrana. Ma non era l’unica assente alla tenuta di Sandringham. Anche la principessa Anna ha saltato i festeggiamenti, mentre il principe Harry e la moglie Meghan hanno deciso di rimanere in America. Nel pieno spirito del Natale il nuovo Re ha parlato ampiamente di fede. Re Carlo è partito dalla fede della regina Elisabetta “nelle persone, ed è una fede che condivido con tutto il mio cuore. È credere nella straordinaria capacità di ogni persona di toccare, con bontà e compassione, la vita degli altri e di far brillare una luce nel mondo che li circonda. Questa è l’essenza della nostra comunità e il vero fondamento della nostra società“.
Re Carlo pensa alla guerra e ad unire le fedi del mondo
Da lì è passato a ringraziare tutti coloro che lavorano per il bene della comunità. Dalle forze armate ai servizi di emergenza, passando per gli operatori sanitari, gli insegnanti e in tutti coloro che lavorano per il sociale. Un pensiero non poteva non andare alla guerra che attualmente tiene in ostaggio l’Europa. Ma anche alla crisi energetica, al rincaro delle bollette e alle difficoltà delle famiglie. Re Carlo ha voluto fare un cenno alle istituzioni religiose che fanno la loro parte, non privilegiandone nessuna in particolare. Ha dichiarato: “Le nostre Chiese, Sinagoghe, Moschee, Templi e Gurdwara, si sono unite ancora una volta per nutrire gli affamati, fornendo amore e sostegno durante tutto l’anno. Tale sincera solidarietà è l’espressione più stimolante di amare il nostro prossimo come noi stessi. Il Principe e la Principessa di Galles hanno recentemente visitato il Galles, facendo luce su esempi pratici di questo spirito comunitario“.
Pur essendo capo della Chiesa Anglicana, ancora una volta Carlo III ha porto l’accento sull’unità che tutte le fedi dovrebbero condividere per il bene del mondo. Lo ha esplicitamente dichiarato al termine del proprio messaggio. Ha, infatti, affermato: “Sebbene il Natale sia, ovviamente, una celebrazione cristiana, il potere della luce che vince le tenebre viene celebrato oltre i confini della fede e del credo. Quindi, qualunque fede tu abbia, o se non ne hai, è in questa luce vivificante, e con la vera umiltà che sta nel nostro servizio agli altri, che credo che possiamo trovare speranza per il futuro. Celebriamola dunque insieme, e custodiamola sempre“.
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