Timothée Chalamet mania: il segreto di un fenomeno destinato a durare
27 anni oggi e già una pletora di ruoli importanti sul suo curriculum: ecco chi è l'attore del momento
Già solo sentir pronunciare il nome di Timothée Chalamet è sufficiente a far scattare l’isteria collettiva: ma qual è il suo segreto? Cosa ha permesso alla giovane star hollywoodiana di affermarsi come una delle icone contemporanee del grande schermo? Noi abbiamo individuato almeno cinque ragioni.
Nel 2017 ha fatto il suo debutto nelle sale cinematografiche Chiamami col tuo nome (in Italia è arrivato solo l’anno successivo), di Luca Guadagnino. Osannato dalla critica e acclamato dal pubblico, il film – trasposizione cinematografica dell’omonimo romanzo di André Aciman – ha consento a Timothée Chalamet di affermarsi come uno degli attori più promettenti. Appena ventiduenne, la sua performance nei panni di Elio Perlman gli ha consentito di diventare il terzo più giovane interprete candidato al Premio Oscar come Miglior Attore Protagonista.
Da allora di anni ne sono passati cinque e, quello che poteva essere un fuoco di paglia si è invece rivelato un successo duraturo, grazie anche a una serie di scelte azzeccatissime. Dal dramma storico-biografico Il re, al fantascientifico Dune di Denis Villeneuve fino ai sentimentali Lady Bird e Piccole donne di Greta Gerwig, all’ingiustamente sottovalutato A Beautiful Boy e al satirico Don’t Look Up di Adam McKay, Timothée Chalamet ha dimostrato grande versatilità e intelligenza nel gestire la sua carriera. Al contempo, la sua bellezza eterea e lontana dai canoni spesso fortemente stereotipati di mascolinità lo ha reso un’icona contemporanea. Ma esistono (almeno) altre cinque ragioni per farsi catturare dal suo fascino.
Timothée Chalamet, le cinque ragioni che lo rendono un’icona moderna
Classe 1995, Timothée Chalamet parla fluentemente inglese e francese, come ha avuto anche modo di dimostrare in Chiamami col tuo nome. Una duttilità che, molto probabilmente, lo ha guidato anche nella scelta dei progetti ai quali prendere parte, da cui deriva il primo punto: la versatilità. Sia che si tratti dell’impacciato Elio Perlman, dell’intrepido Paul Atreides di Dune o del cannibale Lee di Bones and All – presentato alla 79a Mostra Internazionale del Cinema di Venezia – riesce a risultare autentico e credibile in ciò che racconta.
Sul grande schermo, talvolta, lo abbiamo visto coinvolto in situazioni atipiche – ricordiamo tutti la sequenza della pesca in Chiamami col tuo nome, no? – che potrebbero mettere in imbarazzo chiunque: da qui deriva il secondo punto, ovvero il coraggio. L’interprete statunitense si mostra sempre pronto a mettersi alla prova, per migliorarsi e mostrare di che pasta sia fatto.
Un’altra ragione che giustifica il suo successo è costituita dal suo essere anticonformista e gender fluid, nell’accezione più completa del termine. Al machismo tossico e stereotipato, infatti, l’interprete 27enne contrappone uno charme atipico, a-gender e autoironico; non teme la frantumazione dell’idea di “maschio”, ma la supera perché non ne rimane intrappolato. Il tutto, grazie ai look che ne accentuano elegantemente la sua stravagante delicatezza, dal completo total white firmato Alexander McQueen, alla prima londinese di Bones and All, fino all’outfit total red di Haider Ackerman con la schiena scoperta a Venezia 79.
Perché piace così tanto?
Il quarto motivo è costituito dal fatto che Timothée Chalamet sia un vero e proprio gentleman. Nonostante la cronaca rosa e i paparazzi lo abbiano più volte avvistato in compagnia di diverse personalità dello spettacolo – dalla storia con Lourdes Leon Ciccone, primogenita di Madonna, a Lily-Rose Depp, figlia di Johnny Depp e Vanessa Paradis – l’interprete 27enne non si è mai sbottonato sulla sua vita privata. Mai un dettaglio o mai una parola fuori posto sui suoi flirt.
Infine, un ultimo fattore che decreta Timothée Chalamet come icona contemporanea, in grado di abbracciare diverse generazioni, consiste nel saper prendere posizione. Nonostante la sua delicatezza, infatti, l’interprete non le manda di certo a dire. In particolare, nel 2019 la star 27enne ha lavorato con Woody Allen per Un giorno di pioggia a New York. Una scelta ritenuta avventata da parte di molti, per via delle accuse di molestie che da anni pendono sul capo del regista. In virtù di ciò Chalamet ha deciso di devolvere l’intero cachet ricevuto per il film all’LGBT Center di New York, all’associazione per le spese legali di vittime di abusi e a un centro antiviolenza.