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Maturità 2023, si torna alle vecchie regole

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L’esame di Maturità nelle scuole italiane ritorna alle regole precedenti allo scoppio della pandemia di Covid.

Intervistato da La Stampa, il ministro dell’Istruzione e Merito, Giuseppe Valditara, spiega che è questa la soluzione “più ragionevole“.

Esame Maturità 2023 con vecchie regoleEsame Maturità 2023 con vecchie regole
L’esame di Maturità 2023 avrà le vecchie regole di prima della pandemia del Covid. Foto Ansa/Alessandro Di Marco

Le conseguenze del Covid

Sull’esame orale il titolare dell’Istruzione del Governo Meloni annuncia una circolare specifica. Ovvero su come dovrà svolgersi il colloquio interdisciplinare. Un colloquio che “deve valorizzare le competenze e verificare la capacità di fare collegamenti“. Lo Stato deve pagare meglio “i docenti più formati“, riflette inoltre Valditara, aprendo il dibattito su un tema da sempre pomo della discordia.

E sulla pandemia di Covid che adesso sembra tornare a causa della situazione cinese, il ministro afferma che ha lasciato strascichi con più bullismo e meno socializzazione. Il punto non è dunque soltanto sanitario ma, per gli studenti, è in primo luogo sociale e personale. I ragazzi hanno perso tanto in questi ultimi due anni. Fra lockdown, zone rosse, lezioni a distanza, mascherine a scuola, restrizioni e cambiamenti di vita senza precedenti. Sulle occupazioni dei ragazzi a scuola “vale il principio che chi rompe, paga” dice Valditara. “Un patto di legalità che renda responsabili le famiglie, o gli studenti se maggiorenni“.

Maturità, il colloquio

La legge del 2017 che regola l’esame di Maturitàè la legge in vigore. Prima di decidere ho sentito esperti e addetti ai lavori. Alla fine è parsa la soluzione più ragionevole. Se dovesse funzionare male, si interverrà, ma l’idea che si cambi la Maturità solo per mettere un timbro trovo sia inappropriata“, afferma ancora il ministro dell’Istruzione e del Merito. “Il colloquio interdisciplinare – spiega Valditara – deve valorizzare le competenze degli studenti e verificare la loro capacità di fare collegamenti tra le materie. Non deve esserci l’interrogazione in italiano, in greco o in matematica. Su questo invierò una circolare che chiarirà esattamente come andrà svolto il colloquio“.

Il ritorno all’esame pre-Covid, gli viene chiesto, vuol dire che è finita l’emergenza? “È finita almeno per la maturità. Poi che abbia lasciato degli strascichi è evidente. L’aumento del bullismo, uno smarrimento di molti giovani che si trovano più in crisi nell’affrontare il percorso scolastico. Mi riferisco alla sempre più accentuata assenza di socializzazione“.

La visita del Ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara (al centro) all’Istituto “Opere Speciali Don Bosco Salesiani” a Sesto San Giovanni (Milano), il 19 dicembre 2022. Foto Ansa/Mourad Balti Touati

Occupazioni a scuola

Rispetto al tema delle occupazioni: “Per me vale il principio che chi rompe, paga. Se ci sono dei danni questi danni vanno perseguiti innanzitutto civilmente. Ci vuole un patto di legalità che renda responsabili le famiglie – o gli studenti se sono maggiorenni – per i danni compiuti“. Riguardo invece ai docenti “pagando di più gli insegnanti più formati e con responsabilità particolarmente delicate come i docenti tutor, noi intendiamo valorizzare il merito di chi si assume particolari responsabilità“.

Come cambia la Maturità

Se dunque, come annunciato, l’esame di maturità 2023 avrà le stesse regole di prima del Covid , ciò implica che saranno tre le prove d’esame: due scritte e una orale. La prima prova scritta di italiano, la seconda prova legata all’indirizzo di studio e il colloquio finale. La novità più importante potrebbe riguardare il ritorno alla commissione mista, con tre docenti e – come sempre – presidente esterno. Gli studenti potranno essere ammessi alla Maturità anche senza l’assolvimento delle ore di alternanza scuola-lavoro. Le prove Invalsi dovrebbero invece tornare requisito di ammissione agli esami di Stato di secondo grado.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore. Segui Domenico su Facebook Segui Domenico su Linkedin

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