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Epifania, i significati: dai Re Magi alla Befana

La festa che conclude il tempo di Natale è caratterizzata da momenti religiosi e popolari

Il 6 gennaio ricade la celebrazione di quella che è considerata l’ultima festa del tempo di Natale: l’Epifania. A questa ricorrenza sono legati diversi significati simbolici. E se dal punto di vista cristiano essa coincide con l’incontro tra i Re Magi e Gesù, nella scena popolare questa festa si concretizza con l’arrivo della Befana.

Per i più piccoli l’Epifania coincide con l’ultimo giorno di festeggiamenti “che tutte le feste si porta via” e che coincide con l’arrivo della Befana e gli ultimi doni di questo lungo periodo di festa. In realtà, nella prospettiva cristiana, legata alla celebrazione del Natale, la solennità dell’Epifania ha un significato molto più forte e, insieme, simbolico. Questa ricorrenza si celebra il 6 gennaio per le chiese orientali e occidentali, mentre ricade il 19 gennaio per le chiese che seguono il calendario giuliano. Il termine deriva dal greco epìphaneia e il suo significato letterario è “manifestazione“. Essa sta ad indicare l’apparizione divina, Gesù si mostra all’umanità, in maniera simbolica, con l’arrivo dei Re Magi presso la grotta della natività.

Epifania significato dei Re Magi
Statuette dei Re Magi simbolo della solennità dell’Epifania – VelvetMag

Il significato religioso dell’Epifania

L’arrivo dei Re Magi rappresenta il momento in cui Dio sceglie di rivelare all’umanità la nascita di suo Figlio. I tre furono chiamati da lontano per giungere a Betlemme dopo aver visto sorgere la stella annunciata dall’Antico Testamento. La celebrazione della festa pare risalga al II secolo d.C., ma se inizialmente era celebrato il Battesimo di Gesù, solo dal IV secolo s’iniziò a celebrare l’Epifania nel senso in cui oggi i cristiani occidentali e orientali la intendono. L’adorazione di Gesù da parte dei Re Magi, provenienti da paesi lontani (la tradizione, infatti, indica la provenienza dei re ciascuno da un continente diverso), è il simbolo della manifestazione a tutti i popoli del mondo e, dunque, a tutta l’umanità e non solo agli ebrei. Un’attenzione particolare meritano, poi, i doni che (sempre simbolicamente) i Re Magi offrono al Bambino Gesù. Si tratta dell’oro, dell’incenso e della mirra.

Nel primo caso si tratta di un dono degno di un re e sta ad indicare la regalità di Gesù. L’incenso, invece, è una resina aromatica usata, anche oggi, durante le celebrazioni liturgiche e indica, dunque, la divinità di Dio. Ed, infine, l’ultimo dono, forse più difficile da comprendere, ma quello che restituisce la dimensione umana. Ai tempi di Gesù, infatti, la mirra era utilizzata per profumare le salme dei morti e restituisce l’umanità del Signore. Si tratta in questo ultimo caso di una sorta di simbolo premonitore e anticipatore del destino del Cristo. Come, infatti, il verbo “deporre” (termine che si usa per i morti e non per i vivi – “deposto nella mangiatoia“), utilizzato per indicare il luogo il cui il Bambino dormiva, anche questo dono indica il percorso terreno di Gesù che si concluderà con una morte umana.

Befana simbolo dell'Epifania
Pupazzo della Befana che simboleggia l’Epifania nella cultura popolare – VelvetMag

Da dove arriva la Befana

Considerata la natura così simbolica di questa ricorrenza, sicuramente è lecito chiedersi il ruolo della Befana in questa festa. Come in altre celebrazioni, ad esempio Halloween, la presenza della vecchina sulla scopa nasce dal sincretismo tra festività pagane e religiose. Si tratta, infatti, di riti ancestrali che risalgono a prima del cristianesimo e restano radicati in maniera forte tanto da tramandarsi nei secoli. Anche il termine “befana” deriva da greco bifania e significa, appunto, epifania. Le sue origini sono pagane e risalgono all’Antica Roma e al culto della dea Diana. 12 giorni dopo il Sol Invictus (che oggi corrisponde con il giorno di Natale) si era soliti celebrare, infatti, la dea dell’abbondanza e della cacciagione. Nell’antica Roma si identifica questa Bifania con Diana, ma anche nella mitologia germanica. Holda e Berchta rappresentavano la personificazione femminile dell’inverno.

Una precisazione doverosa risale al fatto che la dea non era rappresentata come brutta e vecchia. Fu, piuttosto, la Chiesa Cattolica dell’Alto Medioevo a trasformare in strega la Befana per condannare i riti pagani. Anche da qui derivano i diversi riti in cui si brucia un fantoccio della Befana e che rappresenta il passaggio dal vecchio al nuovo. Superato il periodo di maggiore oscurità, tuttavia, si decise di togliere l’aspetto malefico alla Befana e donarle una configurazione più bonaria. Anche per questo, si decise di inserire nella tradizione una storia che fosse legata a quella dei Re Magi. Nel XII secolo si diffuse, infatti, la credenza che i Re Magi, in difficoltà nel cercare il luogo di nascita di Gesù, chiesero aiuto ad una signora anziana, questa però non volle seguirli. Pentita da questo suo atteggiamento, la donna decise di mettersi alla ricerca dei tre re e non riuscendoli a trovare si fermava ad ogni casa donando dolciumi a tutti i bambini che incontrava. Da allora si diffuse l’usanza di mettere le calze appese al camino. In questo modo la Befana poteva cambiarsi le sue, dopo il lungo cammino, e lasciare dei dolci come ringranziamento.

Francesca Perrone

  • Cultura, Ambiente & PetsMessinese trasferita a Roma per gli studi prima in Scienze della Comunicazione Sociale presso l'Università Pontificia Salesiana, con una tesi su "Coco Chanel e la rivoluzione negli abiti femminili", poi per la specializzazione in Media, Comunicazione Digitale e Giornalismo alla Sapienza. Collabora con l'Agenzia ErregiMedia, curando rassegne stampa nel settore dei rally e dell'automobilismo. La sue passioni più grandi sono la scrittura, la moda e la cultura.
    Responsabile dei blog di VelvetMAG: VelvetPets (www.velvetpets.it) sulle curiosità del mondo animale e di BIOPIANETA (www.biopianeta.it) sui temi della tutela dell'ambiente e della sostenibilità.

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