Un altro capitolo del racconto di Roma Criminale esce ancora una volta dalla penna di Giancarlo De Cataldo. Questa volta in Dolce vita, dolce morte la Capitale vive un fatto di sangue all’insegna del cinema, della magia degli Anni Sessanta, lontano dalle periferie o dalla Suburra.
La storia è ambientata nel 1963: sono gli anni in cui Roma è praticamente la Capitale del cinema mondiale, la Mecca a cui tutti mirano per realizzare il proprio sogno. Sono gli anni della Dolce Vita immortalati da Federico nel film omonimo, che ha reso immortale quel periodo storico dell’Italia repubblicana tra la fine degli Anni Cinquanta e i Sessanta, in cui la città eterna e una delle sue vie più rappresentative, via Veneto, è stata il fulcro della vita mondana nel mondo del cinema con gli hotel più lussuosi, le serate che tiravano fino all’alba, fino ad evocare uno stile di vita vero e proprio.
Tra le luci di Roma interrotte e immortalate dai flash dei paparazzi che hanno consegnato con le macchine fotografiche gli scandali e gli amori più noti di quell’iconico periodo tutto mondanità a pagine pagine di giornali e rotocalchi dell’epoca. I locali e i caffè di Roma sono i luoghi dove i sogni diventano realtà, come quelli di una ragazza tedesca, la protagonista del romanzo Dolce vita, dolce morte di De Cataldo. Si chiama Greta, ha ventitré anni e il suo sogno, come migliaia di altre ragazze è diventare un’attrice. E quale posto migliore di Roma? Nessuno, almeno fino a quel giorno di maggio del 1963 in cui viene uccisa a coltellate vicino, manco a dirlo, a via Veneto.
Dolce vita, dolce morte: la trama del libro di De Cataldo
Dall’omicidio parte il viaggio al di là delle luci e dello scintillio. A farlo è il coprotagonista del romanzo Dolce vita, dolce morte Marcello (omaggio al grande Mastroianni nel nome?) Montecchi (lui novello Romeo de noartri). Trentanni, brillante penna e già firma di un prestigioso quotidiano romano. A lui tocca la sezione degli spettacoli, forse la più invidiata ai tempi, ma il ritrovamento del corpo di Greta, lo vede su richiesta del direttore pronto a seguire il caso con i suoi pezzi ben scritti. Ma c’è un fatto singolare: lui conosceva la vittima per incontri fugaci nei locali più famosi, ma senza approfondire. Almeno fino a che la sua scomparsa non costringe Marcello ad esplorare il lato segreto e oscuro di quella inafferrabile ragazza, che all’apparenza viveva la sua Dolce Vita, e il suo triste epilogo.
L’omaggio di De Cataldo a Roma: da Romanzo criminale al sangue nella Capitale del cinema
Dopo il successo di Romanzo Criminale, che quest’anno segna i 20 anni dalla fortunatissima prima pubblicazione, passando per Suburra (scritto con Carlo Bonini) del 2013, si arriva ad una delle ultime fatiche letterarie di Giancarlo De Cataldo. Affascinato da sempre dall’essenza criminale di Roma questa volta compie una scelta narrativa diversa usando un cold case che ha segnato davvero gli Anni Sessanta della Capitale. Non a caso con Dolce vita, dolce morte la casa editrice ha inaugurato la collana Novelle Nere. Non a caso quindi racconta la vita, la morte e i misteri irrisolti della città eterna nei suoi anni più magici e iconici.
Chissà se anche questo lavoro come gli altri si presterà a diventare un film o una serie tv di culto. Intanto per Rizzoli ha pubblicato L’India, L’elefante e me (2008), In giustizia (2011), Il combattente (2014), Sbirre (2018, con Massimo Carlotto e Maurizio de Giovanni) e Alba nera (2019). L’ultimo romanzo pubblicato nel 2022 per Einaudi è La Svedese.