Nella giornata in cui la Chiesa celebra il Battesimo di Gesù il messaggio di Papa Francesco, prima dell’Angelus, è dedicato all’importanza di questo Sacramento. Dopo aver concesso la sua solenne benedizione al termine della Preghiera dell’Angelo, il Santo Padre torna a rivolgere il suo accorato pensiero alle vittime della guerra.
L’8 gennaio 2023 ricade per la Chiesa il giorno in cui si celebra il Battesimo di Gesù nelle acque del fiume Giordano. Si tratta di un momento importante nella vita terrena del Signore, che arriva quasi alla fine del suo percorso sulla Terra e indica quanto non esista un tempo preciso e predefinito per scegliere la fede. Per i Cristiani, infatti, il Battesimo è il momento in cui si diventa tali e si riceve lo Spirito Santo, liberati dal peccato originale. In questa giornata importante Papa Francesco, dopo aver spiegato il senso del Vangelo nel suo messaggio che precede l’Angelus, rivolge ancora una volta un pensiero alle vittime della guerra e chiede una preghiera particolare per le mamme, sia ucraine che russe.
L’importanza del Battesimo
Il messaggio che precede l’Angelus di domenica 8 gennaio si apre con la citazione del Vangelo odierno. Conclusosi il tempo di Natale con la celebrazione dell’Epifania, la domenica che segue la manifestazione di Gesù all’umanità coincide con il giorno del suo Battesimo. Si tratta di un momento emblematico che Papa Francesco definisce “stupefacente“, poiché è la prima volta che Gesù si mostra in pubblico dopo la vita nascosta a Nazaret. Ed è “stupefacente” per un secondo motivo, perché nonostante Gesù sia il Santo, si “mischia” con i peccatori che battezzandosi scelgono di convertirsi con l’anima e i piedi nudi. Ma la risposta di questo gesto Gesù la fornisce proprio nelle parole pronunciate a Giovanni Battista: “Perché conviene che adempiamo con giustizia“.
Ed è proprio sul termine ‘giustizia’ che Papa Francesco desidera concentrare la prima parte del suo messaggio che precede l’Angelus. “Noi – spiega il Santo Padre – tante volte abbiamo un’idea ristretta di giustizia e pensiamo che essa significhi: chi sbaglia paga e soddisfa così il torto che ha compiuto. Ma la giustizia di Dio, come la Scrittura insegna, è molto più grande. Non ha come fine la condanna del colpevole, ma la sua salvezza, la sua rinascita, il renderlo giusto: da ingiusto a giusto.
“È una giustizia che viene dall’amore, da quelle viscere di compassione e di misericordia che sono il cuore stesso di Dio, Padre che si commuove quando siamo oppressi dal male e cadiamo sotto il peso dei peccati e delle fragilità“. Questo significa che il Signore non cerca mai di dare castighi e punizioni, ma salvezza e comprensione sempre. Questo si manifesta nel Sacramento del Battesimo, ma avviene ogni giorno, in ogni istante che si sceglie di aprire il proprio cuore a Dio.
Gli appelli prima e dopo l’Angelus
Come ricorda Papa Francesco, Gesù si è fatto uomo per mettere in pratica la giustizia divina e salvare tutti i peccatori. Prende sulle proprie spalle i peccati degli uomini e li solleva per non lasciare che si anneghi nella disperazione e desolazione. “Egli ci mostra oggi che la vera giustizia di Dio è la misericordia che salva“. E citando le parole che il Papa emerito, Benedetto XVI, ha pronunciato durante l’omelia del 13 gennaio 2008, l’attuale Pontefice sottolinea: “Dio ha voluto salvarci andando lui stesso fino in fondo all’abisso della morte. Perché ogni uomo, anche chi è caduto tanto in basso da non vedere più il cielo. Possa trovare la mano di Dio a cui aggrapparsi e risalire dalle tenebre a rivedere la luce per la quale egli è fatto“.
Ed è dopo queste parole che precedono l’Angelus di domenica 8 gennaio, che il Santo Padre invita a non avere paura rispetto ad una giustizia che può essere misericordiosa. Una giustizia che non condanna, ma che condivide e si prende cura delle fragilità e le ferite dei fratelli che sono caduti. Una giustizia compassionevole che non giudica, dall’alto di false certezze, ma che si fa umile, che unisce e non divide. Infine, prima di congedarsi da Piazza San Pietro, Papa Francesco rivolge ancora una volta il suo pensiero alle vittime della guerra in Ucraina. Per loro, che hanno vissuto un Natale tra le bombe e senza luce, il Pontefice chiede di pregare.
Per i bambini, per i più fragili, per coloro che soffrono a causa di un conflitto ingiusto. E nel suo pensiero, in questo giorno in cui tante mamme hanno portato i loro figli nella Cappella Sistina per ricevere il Battesimo, il Papa torna alle mamme dei soldati. Mamme che hanno visto i loro figli morire. E la preghiera è per le mamme ucraine e per le mamme russe. “Questo è il prezzo della guerra. Preghiamo per le mamme che hanno perso i figli soldati, siano ucraine siano russe“.