Caminito: l’atteso ritorno del Commissario Ricciardi
Maurizio De Giovanni in libreria alle prese con l'aprile del 1939 del suo poliziotto speciale
Sono corsi in tanti, facendo schizzare il libro tra i più letti in libreria e negli store online, perché in Caminito Maurizio De Giovanni svela non poco delle sorti future del Commissario Ricciardi e della varia umanità che gli gira intorno. E lo fa portandoci tutti indietro al 1939, alla vigilia della Seconda Guerra Mondiale.
Ricciardi è sempre lo stesso, ma sono passati 5 anni. Come si legge nella quarta di copertina: “Cinque anni possono cambiare un mondo. Una vita, tante vite.” Là a Napoli in aprile tornano tutti o quasi i personaggi che abbiamo amato nei 12 romanzi scritti da Maurizio De Giovanni o nella prima stagione TV. E torniamo di nuovo nella vita di quel poliziotto con il dono speciale – o “maledizione” come la definisce lui – di cogliere le ultime parole pronunciate da chiunque prima di morire, semplicemente passando nel luogo in cui muoiono.
Aprile 1939: De Giovanni torna nella Napoli del Commissario Ricciardi
Un grande ritorno, atteso sia da coloro – tanti – che hanno seguito la prima stagione della serie TV su RaiUno, che dei romanzi scritti da Maurizio De Giovanni sui casi del Commissario Ricciardi. Il pianto dell’alba – ultimo libro pubblicato dallo scrittore napoletano – sarà parte della nuove puntate che andranno in onda dal prossimo 27 febbraio sull’ammiraglia della TV di Stato. Ma l’ultima fatica uscita alla fine dello scorso anno ci svela molto della sorte del protagonista, a cui presta magistralmente il volto Lino Guanciale. Siamo nell’aprile del 1939 con l’Italia sull’orlo della catastrofe e siamo naturalmente a Napoli, perché è difficile pensare che una storia e personaggi del genere possano nascere e vivere altrove. Sono passati cinque anni e ritroviamo Ricciardi che ha trovato il coraggio di dichiararsi alla sua Enrica, ma i due non hanno potuto godere della loro splendida bambina Marta, perché sua moglie è morta.
Caminito: il nuovo caso
Il Commissario è immerso nei dubbi proprio riguardo alla piccola: sarà normale come la madre o avrà ereditato il suo dono-dannazione? E’ tempo di scoprirlo e il Commissario vuole che avvenga diversamente da come è successo a lui. Nel pieno di quell’aprile Ricciardi e Maione sono alle prese con il caso di due giovani amanti brutalmente assassinati. Il dottor Modo crede che sia un delitto politico: non sono poche le persone che in quei giorni scomparivano spedite al confino o uccise dalle squadracce fasciste. Ricciardi teme di lasciare la sua bambina prima di aver compreso a chi assomiglia. Scopriranno la verità non prima di averci mostrato come era Napoli sotto il Fascismo. Come vivevano ai tempi tutti i personaggi nati dalla penna di Maurizio De Giovanni: con una splendida incursione nella vita familiare dei Maione e il ritorno di Bambinella.
In attesa delle nuove puntate de Il Commissario Ricciardi come di un nuovo romanzo dell’autore di I Bastardi di Pizzofalcone e di Mina Settembre, correte in libreria a godervi questo splendido spaccato della vita di Luigi Alfredo Ricciardi che questa volta si muove tra le note di un doloroso e splendido tango argentino da cui prende il titolo: Caminito.
“Tu, señora, hai ancora speranza. E per questo che non riesci a cantarla questa canzone. Almeno, non come dev’essere cantata. Il tuo dolore ha dentro un sogno, di ritorno e felicità: quello del povero Gabino no. E Livia Lucani non seppe più cosa rispondere”.