Farmaci introvabili in Italia, quali sono e perché
Moment e Neo Borocillina ma anche Tachipirina e Tachifludec. Appello dell'Aifa: "Correre a fare scorta non serve"
L’Italia, ma anche Francia, Grecia e altri paesi, sta affrontando un’inedita carenza dei più comuni farmaci contro l’influenza e i malanni di stagione. Secondo l’Aifa sono circa 3.200 i medicinali che sempre più spesso non si trovano più sui banconi delle farmacie.
Si tratta soprattutto di antibiotici e antinfiammatori. A pesare sono alcuni fattori come la guerra in Ucraina e il Covid. Ma anche ciò che accade in Cina e in India: i paesi produttori dei principi attivi, ossia le materie prime per la produzione dei medicinali. Non si tratta però di un’emergenza sanitaria ma di un “rallentamento“.
Farmaci che non si trovano
Lo aveva già segnalato la Federazione degli ordini dei farmacisti, che al contempo aveva lanciato un appello per evitare “inutili corse all’accaparramento“. L’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) ha pubblicato il suo annuale elenco di medicinali difficili da reperire. Al 3 gennaio 2023 il totale si attesta a 3.198, crescendo di 66 unità rispetto al rilevamento di dicembre. I nomi più comunemente noti, presenti nella lista, sono Moment, Neo Borocillina, Nurofen e Spididol, principalmente antivirali o antinfiammatori e antibiotici. Ma anche Tachipirina, Efferalgan, Tachifludec e Amoxicillina.
“Fare scorte aggrava la situazione”
Malgrado l’evidente difficoltà, la Federazione nazionale dei titolari di farmacia italiani, ha specificato che non si tratta di un’emergenza sanitaria. Bensì di un semplice rallentamento. Federfarma ha invitato i consumatori a non accorrere nei punti vendita per creare scorte con il rischio di aggravare la situazione.
Perché mancano farmaci
Le soluzioni per contenere la complicanza e rimediare alle carenze ci sono, ha assicurato l’Ente. Secondo il presidente di Farmindustria, Marcello Cattani, le cause stanno nell’aumento della domanda di medicinali in relazione al Covid e all’influenza. Ma anche nell’alta competitività tra diversi Paesi per garantirsi l’approvvigionamento dei principi attivi, reso più complesso a causa della guerra in Ucraina. “Alcune categorie di farmaci come antibiotici, antinfiammatori, antipertensivi, antidepressivi e diuretici – ha spiegato Cattani – scontano in questo momento delle carenze in crescita rispetto a un anno fa. Quando l’Aifa registrava circa 2.500 stati di carenza mentre oggi sono circa 3.200. Il 50% di tali farmaci sono però stati sostituiti da altri mentre il 46% sono proprio in stato di carenza“.
Materie prime e prezzi del gas
“Siamo in uno scenario competitivo globale e l’effetto competitivo si è scatenato soprattutto sulle materie prime che concorrono alla produzione dei farmaci. Un ambito nel quale l’Europa è esposta poiché il 75% di tali materie o principi attivi deriva dall’import da Cina e India“. Non solo: “Vi sono anche la carta e gli imballaggi primari e secondari, quindi plastica e alluminio, che in questo momento sono sottoposti a tale dinamica competitiva“. Una situazione che sta gravando sempre di più sulle imprese del farmaco. “Noi importiamo i principi attivi da Cina e India pagandoli in dollari e scontiamo la debolezza del cambio euro-dollaro e ci sono, inoltre, tutti gli effetti degli aumenti dei prezzi di energia e gas, per cui questo settore – ha avvertito Cattani – è in grande difficoltà“.
Le farmacie scrivono a Schillaci
Dopo l’allarme di farmacisti e Farmindustria anche le farmacie comunali mettono in allerta sulla carenza di farmaci. “La situazione non è più sostenibile“, ha dichiarato il presidente dell’associazione di Assofarm, Venanzio Gizzi, in una lettera indirizzata al ministro della Salute Orazio Schillaci. “Le chiedo un Suo autorevole decisivo intervento in merito, tendente a neutralizzare la situazione dei farmaci mancanti per la distribuzione ai cittadini”, scrive Gizzi. Assofarm chiede inoltre un incontro al ministro.