Caso Emanuela Orlandi, “Andrebbe ascoltato anche Papa Francesco”. E l’Angelus oggi è dedicato alla giustizia
Nel corso della manifestazione del 14 gennaio emergono importanti dichiarazioni sul caso della giovane scomparsa il 22 giugno del 1983
Alessandro Diddi, Promotore di Giustizia della Stato Pontificio, ha deciso di riaprire il caso sulla scomparsa di Emanuela Orlandi. A pochi giorni dall’annuncio si è svolto il consueto sit-in il Largo Giovanni XXIII in memoria della giovane scomparsa il 22 giugno del 1983. La manifestazione, però, quest’anno ha avuto un peso diverso, come fa notare Pietro Orlandi. “Abbiamo una lista di persone di ascoltare“.
Anche quest’anno, in Largo Giovanni XXIII, si è tenuta la manifestazione in memoria di Emanuela Orlandi, giovane cittadina vaticana scomparsa il 22 giugno del 1983. Il sit-in del 2023, però, ha un significato ancora più profondo, perché ricade a pochi giorni di distanza rispetto all’annuncio del Vaticano di riaprire il caso sulla scomparsa dell’allora 15enne. Alla manifestazione hanno partecipato circa 200 persone, presente anche il legale della famiglia Orlandi, Laura Sgrò, che come riporta anche Adnkrons avrebbe dichiarato: “Noi abbiamo una lista di persone da ascoltare dal 2018, ma alcune persone purtroppo sono venute a mancare“. A questa importante dichiarazione si aggiunge quella del fratello della giovane scomparsa quasi 40 anni fa. Pietro Orlandi, infatti, avrebbe chiesto di considerare l’ipotesi di sentire anche Papa Francesco.
Le dichiarazioni del fratello di Emanuela Orlandi
Il 14 gennaio del 2023 Emanuela Orlandi avrebbe compiuto 55 anni, ma anche quest’anno si ‘celebra’ un compleanno senza la sua presenza. Alla tradizionale manifestazione, davanti alle porte del Vaticano, Pietro Orlandi non ha potuto fare a meno di fare riferimento alla recentissima riapertura del caso riguardante la scomparsa della sorella. Nelle sue parole s’intravede uno spiraglio di speranza, prive di ogni forma di rassegnazione. “Ci sono stati periodi che sbattevo la testa al muro perché non mi dava retta nessuno. Adesso vedo che c’è un’attenzione importante da parte dello Stato Vaticano perché a sua volta c’è stata attenzione dallo Stato italiano“. Vicini alla verità forse, anche se come ha ammesso lo stesso Pietro Orlandi resta ancora molto da capire.
“Lo Stato italiano deve aprire un’inchiesta, secondo me – afferma ancora Orlandi, secondo quanto riportato da Adnkronos – anche per il ruolo che hanno avuto anche gli apparati non sempre chiaro, parlo del Sisde e Sismi“. L’uomo continua ad affermare che non si rassegnerà alla morte della sorella, fino a quando non vedrà i resti della giovane. E come ha evidenziano anche l’avvocato Laura Sgrò, la famiglia Orlandi ha una ‘lista’ di persone che vorrebbe sentire. Tra questi anche Papa Francesco. Pietro Orlandi, che continua a sottolineare come la vicenda non si sia conclusa per lui nel 1983, ha dichiarato di aver presentato un’istanza sperando di ottenere risposte da Alessandro Diddi. Difatti, al momento nessuno ha comunicato alla famiglia l’apertura dell’inchiesta.
Papa Francesco nella ‘lista’ di persone da ascoltare
Durante la manifestazione dello scorso 14 gennaio in memoria di Emanuela Orlandi, il fratello della giovane scomparsa ha specificato: “Andrebbero ascoltate tante persone e anche Papa Francesco. Perché ci ha detto che Emanuela è morta? Dovrebbe spiegare le sue motivazioni, magari qualcuno gli ha detto così“. Come riporta anche Ansa, davanti alla folla radunata in Largo Giovanni XXIII, Pietro Orlandi avrebbe aggiunto alla lista di persone da sentire anche l’ex segretario di Stato, il cardinale Tarcisio Bertone e l’ex segretario del Papa Emerito, monsignor Georg Gaenswein.
L’annuncio della riapertura del caso sulla sorella scomparsa a 15 anni nel 1983 ha animato fortemente Pietro Orlandi, il quale avrebbe ribadito informazioni di forte rilevanza. Tra queste l’esistenza di un dossier su Emanuela Orlandi di cui avrebbe confermato l’esistenza anche monsignor Georg Gaenswein. Orlandi torna anche sui messaggi Whatsapp in suo possesso che vorrebbe fossero acquisiti dal Vaticano: “In quegli scambi tra due collaboratori di papa Francesco risalenti al 2014 si parla di Emanuela, di documenti su Emanuela. Se ne parla come di un fatto grave, da risolvere, si chiamano in causa tombaroli, georadar e ci si chiede anche come si possono trovare i soldi per sostenere le spese“.
Angelus Papa Francesco
Intanto ad un giorno da queste importanti dichiarazioni, Papa Francesco torna ad affacciarsi in Piazza San Pietro per la consueta riflessione che precede la preghiera dell’Angelus. Pur non facendo riferimento alla riapertura del caso su Emanuela Orlandi, Papa Francesco invita a fare un’importante riflessione sulla giustizia e la ricerca di quest’ultima. Il Santo Padre, si concentra su quest’argomento attingendo dal Vangelo odierno. E partendo dalla figura di Giovanni Battista, che non si aspetta glorie e meriti per aver ‘preparato la strada’ al Messia, si mette piuttosto da parte “si ritira dalla scena per fare posto a Gesù“. Un educatore che, nonostante la difficoltà di questa scelta, sa offrire il suo insegnamento in maniera disinteressata. “Con questo suo spirito di servizio, con la sua capacità di fare posto, Giovanni il Battista ci insegna una cosa importante: la libertà dagli attaccamenti“.
Ovvero, come sottolinea ancora Papa Francesco, prendersi cura degli altri senza avere secondi fini. E soffermandosi sui benefici di questa scelta il Santo Padre spiega come accompagnare senza protagonismo o per interesse sia, difatti, il compito di un sacerdote o anche di un genitore che lascia liberi i figli di compiere le proprie scelte e percorre le proprie strade. Libertà e responsabilità sono il focus della riflessione di Papa Francesco, che spiega come questo sia “bello e giusto“. Bello e giusto per i genitori, che rassicurano la loro presenza ma senza essere invadenti, per gli amici e anche per la vita comunitaria. E al termine della preghiera dell’Angelus il Pontefice sottolinea il valore della giustizia. Ricordando che dal 18 al 25 gennaio si svolgerà la tradizionale Settimana di Preghiera per l’unità dei cristiani. Il cui tema quest’anno è appunto: “Imparate a fare il bene, cercate la giustizia“, tratto dal Profeta Isaia.