Almeno 15 i missili che la Russia ha lanciato su Kiev, capitale dell’Ucraina, al mattino di giovedì 26 gennaio. Gli ucraini avrebbero respinto il nuovo bombardamento degli invasori ma secondo il sindaco Vitali Klitschko ci sarebbero almeno una vittima e due feriti.
Dagli Stati Uniti il presidente Joe Biden, che ha dato il via libera all’invio dei carri armati Abrams, afferma: “Noi con l’Ucraina ma la NATO non è una minaccia per la Russia“. Compressivamente sarebbero oltre 30 i missili russi piombati al mattino del 26 gennaio, compresi quelli contro Kiev.
“Restate nei rifugi”
La guerra dunque non solo non si arresta per un attimo ma si intensifica. Tutta l’Ucraina è sotto attacco. A Odessa, secondo le autorità locali due infrastrutture energetiche, non meglio identificate sono state colpite dai missili russi. Le forze di difesa segnalano “missili anche in direzione di Vinnytsia e della regione di Kiev“, sottolineando che potrebbero “cambiare la traiettoria“.
I vertici militari invitano la popolazione a “rimanere nei rifugi. Crediamo nella difesa aerea“. “Alcuni missili volano attraverso la regione di Kharkiv, altri attraverso Vinnytsia in direzione ovest“, riferiscono le forze armate su Telegram. Ma nel giorno dei suoi 45 anni, il presidente dell’Ucraina, Volodymyr Zelensky riceve il regalo più gradito: decine di tank occidentali per rinforzare la posizione di Kiev sul terreno, alle porte del secondo anno di guerra. E soprattutto fra i timori di un’offensiva russa di grosse proporzioni a primavera. In realtà, per avere a completa disposizione operativa sul terreno i carri armati di Usa, Germania e Francia, l’Ucraina dovrà attendere mesi.
Armi pesanti per Kiev
All’indomani delle indiscrezioni dei media, è intanto arrivato l’ok ufficiale del cancelliere tedesco Olaf Scholz. Berlino invierà in Ucraina un primo stock di 14 Leopard 2. Con il via libera per gli altri paesi alla fornitura dei carri armati di fabbricazione tedesca – in primis la Polonia – e la promessa di addestrare gli ucraini al loro uso in Germania, a Kiev ne arriveranno molti altri. Da parte sua Washington ha annunciato la fornitura di 31 carri armati Abrams, completando il tandem euro-americano delle armi pesanti in favore dell’Ucraina.
Ma ora Zelensky chiede agli alleati occidentali missili a lungo raggio e aerei da combattimento per la guerra in Ucraina. “Dobbiamo aprire la fornitura di missili a lungo raggio. Dobbiamo anche espandere la nostra cooperazione nell’artiglieria” e rendere possibile “la fornitura di aerei per l’Ucraina“, ha affermato, nel suo discorso quotidiano riportato da Ukrinform. Dagli Usa, Joe Biden ha sottolineato come Stati Uniti, Germania, Francia e Italia, siano “uniti nel sostegno all’Ucraina“. La Casa Bianca assicura che non è stata la Germania a “costringere Biden a cambiare idea” sull’invio dei carri armati Abrams. I quali non rappresentano “un’offensiva contro la Russia“, ha poi tenuto a precisare lo stesso Biden.
Tank all’Ucraina, la reazione della Russia
Di tutt’altra idea è Mosca, che ha condannato la mossa occidentale: gli Abrams in Ucraina “bruceranno allo stesso modo degli altri” carri armati, sono state le parole del portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov. L’ambasciatore russo in Germania ha definito “altamente pericolosa” la decisione di Scholz. L’ok ai Leopard è invece “una decisione storica“, secondo il ministro della Difesa tedesco Boris Pistorius.
Il cancelliere della Germania ha evidenziato come la scelta di Berlino sia arrivata con “un’azione coordinata e concordata a livello internazionale” e ha ribadito il sostegno a Kiev, ma pure la necessità di evitare “un’escalation che porti ad uno scontro fra NATO e Russia“. Secondo lo Spiegel, gli alleati europei sono pronti a consegnare 80 carri armati Leopard 2 all’Ucraina, per formare due battaglioni di 40 veicoli. Dodici i Paesi che avrebbero accettato di fornire ci tank tedeschi. Fra questi Polonia e Norvegia. Ai Leopard si aggiungono poi i 14 Challenger promessi da Londra e ora gli Abrams americani.