Tennisnovela Djokovic per il tifo filorusso del padre, ma è finale contro Tsistipas
Il serbo rincorre il record del suo decimo "Happy Slam" in Australia per pareggiare i conti con Nadal
Ancora lui Djokovic: ancora al centro delle polemiche in Australia dopo l’affaire vaccino dello scorso anno, anche se questa volta non è tutta colpa sua. In questo clima da ritrovata Guerra Fredda, potrebbe essere uno sconto tra Est ed Ovest – almeno all’apparenza – anche la finale degli Australian Open. Il primo slam della stagione 2023 si chiuderà con l’atto finale che vedrà in campo proprio Novak Djokovic contro Stefanos Tsitsipas.
E pensare che proprio per lui lo slam Aussie è paradossalmente quello in cui ha mostrato le migliori performance in carriera e fin da subito: tanto che quello che insegue domenica è il decimo Happy Slam. Un record assoluto per il major australiano, superato solo dai 14 e probabilmente irripetibili titoli sulla terra rossa del Roland Garros di Rafael Nadal. Un possibile fiore all’occhiello, con annesso 22 titolo proprio come Rafa, che potrebbe essere minato dopo l’affaire vaccino dello scorso anno dall’ingombrante presenza di papà Djokovic tra i tifosi.
Tennisnovela Djokovic: dal caso vaccini al padre tifoso filorusso
Tutto si dimentica, ma forse è il caso di ricordare che quello della partecipazione allo scorso Australian Open è stato un caso mediatico internazionale. Tutti incollati per vedere come sarebbe andata a finire: se il serbo che si piega, ma non si spezza avrebbe giocato. Alla fine la spuntò il governo australiano e lo espulse dal Paese. Ma lui – multimilionario – per difendere le posizioni no vax è stato anche in carcere. Questo la dice lunga sul carattere del serbo, semmai ce ne fosse stato bisogno! Che è una questione di famiglia come dimostrano i video circolati (sotto trovate un fotogramma tratto dall’archivio Ansa) che mostra Srdjan, il padre di Novak Djokovic, spesso presente ai suoi match in tribuna, in mezzo ai tifosi che sventolavano bandiere filo-russe durante gli Open d’Australia.
Non si è fatta attendere la posizione della Federazione Tennis Australiana che ha spiegato come quattro persone “hanno mostrato bandiere e simboli inappropriati e hanno minacciato le guardie di sicurezza” al Melbourne Park (impianto che ospita lo slam, n.d.r.), prima di essere allontanate dalla polizia. Il video è emerso dopo, pubblicato su un canale YouTube filo-russo australiano, e mostra Srdjan Djokovic, il padre di Nole, in posa con l’uomo che sventolava la bandiera con la faccia di Putin, mentre intonavano slogan filorussi al termine del match vinto dal serbo contro il russo Rublev. Intervenuta subito l’ambasciata ucraina a Canberra con l’ambasciatore che ha definito “vergognose” queste scene. Per mettere gli animi a tacere papà Djokovic guarderà la semifinale da casa.
Le bandiere della discordia e gli insulti contro Rublev
E proprio il russo, n.6 del mondo, caduto ai quarti per mano di Djokovic, nei turni precedenti era stato protagonista di un caso bandiere (e insulti). Nonostante in televisione i giocatori russi e bielorussi siano indicati senza bandiera, per il divieto loro imposto in seguito all’attacco russo all’Ucraina dallo scorso Wimbledon, non era stato vietato però al pubblico di mostrare i colori di queste due Nazioni a supporto dei tennisti. Ma le tensioni non sono mancate. Il primo caso è stato il match femminile di 1° turno tra la russa Kamilla Rakhimova e l’ucraina Kateryna Baindl, che si è imposta in tre set.
Situazione opposta nel 2° turno tra Rublev e Ruusuvuori in cui il russo non si è lamentato quando sugli spalti è stata esposta la bandiera ucraina, ma ha chiesto l’intervento dell’arbitro per gli insulti ricevuti. Lui che in più occasioni è stato tra i pochi atleti russi che hanno condannato la guerra e domandato pace.
La finale Djokovic vs Tsistipas: un serbo contro un greco di madre russa
Le posizioni filorusse dei serbi sono un fatto storico risaputo. Sulla carta la finale in cui Novak è (stra) favorito dai pronostici dei bookmaker alla vigilia, vista la caduta di Nadal anzitempo. Percorso netto del serbo fino alla finale, che ha faticato più per i problemi di sudorazione dovuti al grande caldo, che per gli avversari. Ha fatto bene anche il suo avversario: Stefanos Tsitsipas, attuale n.4 del mondo. Ma entrambi, Nole è quinto in caso di vittoria potrebbero conquistare la vetta della classifica a spese di Carlos Alcaraz infortunato. Per il serbo un ritorno, per il greco la prima volta in assoluto, dal momento che vanta al massimo il terzo scranno del seeding mondiale.
I due si sono già incontrati 12 volte in carriera: 2 sole vittorie per Stefanos, paradossalmente lontane il primo match nei sedicesimi del Master Mille canadese del 2018 e l’anno dopo in quello di Shanghai. Come dire poi Nole “ha preso le misure” allo smisurato talento del greco. Quella memorabile è stata al Roland Garros del 2020: 2 a zero sotto dominante il greco, Nole ha stretto i denti e si è portato al quinto, quando Tsitsipas è crollato. Ma non ci sarà alcuno scontro ideologico: il n.4 del mondo come il suo avversario non era favorevole al vaccino e lo ha fatto proprio in Australia perché costretto e per giocare la stagione americana. In più è mezzo russo, la madre Julija Sal’nikova, ex giocatrice di tennis professionista ed ex nº 1 del ranking mondiale juniores. Nipote del calciatore sovietico Sergej Sal’nikov, medaglia d’oro ai Giochi olimpici del 1956.