Angelus 29 gennaio, Papa Francesco e l’appello per la Terra Santa
In questa domenica il Santo Padre chiede una preghiera anche per il suo imminente viaggio in Africa
Nel corso della riflessione che precede l’Angelus del 29 gennaio, Papa Francesco sottolinea l’importanza del “non sprecare“. E al termine della benedizione, oltre alla supplica per la pace in Terra Santa, l’invito è ad accompagnare con il pensiero e la preghiera il suo viaggio imminente nella Repubblica Democratica del Congo e nel Sud Sudan.
In questa ultima domenica di gennaio 2023, Papa Francesco si sofferma sull’importanza di apprezzare ogni dono della vita e ogni persona che ci circonda. L’invito è a “non sprecare“, così come insegnano i poveri di spirito. Coloro che, come spiega Gesù anche nel Vangelo odierno, riconoscono il bene che hanno ricevuto e ne fanno tesoro. Apprezzare il valore di noi stessi e delle cose. Nella riflessione che precede l’Angelus del 29 gennaio, il Pontefice rivela che “i poveri in spirito” sono coloro che: “Sanno di non bastare a sé stessi, e vivono come ‘mendicanti di Dio’: si sentono bisognosi di Dio e riconoscono che il bene viene da Lui, come dono, come grazia“. Ed è da questo atteggiamento che il Santo Padre coglie e riporta l’invito a non sprecare nulla di quello che la vita offre.
Contro la mentalità dello spreco
Gesù, dopo la moltiplicazione dei pani e dei pesci chiede di raccogliere tutto ciò che è avanzato, perché nulla sia perduto e sprecato. E su questo concetto Papa Francesco si sofferma in tutta la riflessione che anticipa l’Angelus. “Non sprecare ci permette di apprezzare il valore di noi stessi, delle persone e delle cose. Purtroppo, però, è un principio spesso disatteso, soprattutto nelle società più agiate, in cui domina la cultura dello spreco e dello scarto“. Uno spreco, dunque, che nel messaggio del Santo Padre si traduce sia a livello umano e spirituale che materiale, rispetto alle cose.
E contro questa “mentalità dello spreco“, il Pontefice propone tre sfide: “Non sprecare il dono che siamo“, quindi attribuire sempre grande valore a sé stessi, nella propria dignità e nei propri talenti. “Lottare, con l’aiuto di Dio, con la tentazione di sentirsi inadeguati“. In secondo luogo: “Non sprecare i doni che abbiamo” e dunque tutto quello che la vita offre, giorno per giorno, nelle piccole e grandi cose. E su questo aspetto il Santo Padre si sofferma sul problema che affligge ancora gran parte del mondo e che si lega allo spreco alimentare. Come chiarisce Papa Francesco prima dell’Angelus: “E questo mentre tanti muoiono di fame! Le risorse del creato non si possono usare così. I beni vanno custoditi e condivisi, in modo che a nessuno manchi il necessario“.
“Non sprechiamo quello che abbiamo – prosegue il Santo Padre – ma diffondiamo un’ecologia della giustizia e della carità!” E per ultimo, ma non certo per ordine di importanza: “Non scartare le persone“. Non rifiutare gli emarginati, gli ultimi, non giudicare chi ha sbagliato, non sprecare un incontro con una persona in grado di accrescere quello che siamo. E qui un riferimento diretto agli anziani, a cui Papa Francesco ha dedicato anche un ciclo di catechesi, ma anche ai più fragili e ai bambini non ancora nati. “Ma le persone non si possono buttare via, mai! Ciascuno è un dono sacro e unico, ad ogni età e in ogni condizione. Rispettiamo e promuoviamo la vita sempre!“. E quindi l’invito di Papa Francesco è, non solo di non sprecare, ma di convertire quelle che per molti rappresenta un ‘surplus’ in un dono per chi ha più bisogno.
Le esortazioni dopo l’Angelus
Al termine della preghiera dell’Angelus il pensiero di Papa Francesco si concentra, ancora una volta, alle escalation di violenza in Terra Santa. E nel suo appello il Pontefice lancia un accorato appello ai due Governi e alla comunità internazionale, affinché si possa percorre la strada della pace. Il Santo Padre rivolge il suo pensiero anche alla situazione di stallo nella regione del Nagorno-Karabach dove l’emergenza umanitaria si fa sempre più forte. E immancabile, l’appello per la “martoriata Ucraina” che continua a soffrire e per la quale Papa Francesco non smette di pregare. Ed, infine, a due giorni dalla partenza per la Repubblica Democratica del Congo e per il Sud Sudan l’attenzione si concentra su questi paesi.
Papa Francesco, ringraziando tutti coloro che si adopereranno per il suo viaggio apostolico, chiede di pregare per questi popoli, come ha fatto anche in precedenti esortazioni, afflitti ancora da tante situazioni drammatiche. “La Repubblica Democratica del Congo soffre, soprattutto nell’Est del Paese, per gli scontri armati e per lo sfruttamento. Mentre il Sud Sudan, dilaniato da anni di guerra, non vede l’ora che finiscano le continue violenze che costringono tanta gente a vivere sfollata e in condizioni di grande disagio“. E concludendo il Santo Padre ricorda: “Da tanto tempo desidero visitare quei due Paesi che porto nel cuore in modo particolare. E nei quali intendo recarmi come pellegrino di pace e di riconciliazione“.