Australian Open, il tennis ha un vecchio re: Novak Djokovic
Il primo slam del 2023 cambia gli equilibri in classifica. Gli italiani devono tornare a vincere al più presto
E’ tempo di restaurazione nel tennis. Nonostante tutte le appassionanti puntate di quella che abbiamo definito tennisnovela Djokovic – dal vaccino al papà tra i tifosi filorussi, passando per una vittoria a Wimbledon privata dei suoi 2000 punti naturali – agli Australian Open fa filotto: vince uno slam, il decimo nella terra dei canguri, sale a quota 22, con cui aggancia Nadal nella classifica dei major (e lo supera nei tornei vinti a 93) e dulcis in fundo torna numero 1 al mondo. Se non è una restaurazione questa, spiegatemi cosa è.
Ancora lui, ancora Novak Djokovic, deca campeon dell’Australian Open con l’edizione 2023. A testimoniare la leggenda del serbo il greco Stefanos Tsitsipas, sconfitto nettamente in 3 set (con il punteggio di 6-3, 7-6(4), 7-6(5)), in circa tre ore di gioco. Ora come Rafa è uno dei due tennisti capaci di andare in doppia cifra nello stesso slam: Nadal è il re della terra rossa, Nole del cemento australiano. Una battaglia tra GOAT, per tanti anni tanto fisica, in cui i due sono cresciuti anche in termini di talento, perché in fatto di testa, determinazione, nessuno dei due è secondo all’altro. Poi se vuoi vedere il tennis che fa innamorare, ora che Roger non gioca più, ti tocca guardare il greco, sperando che cresca mentalmente e metta mano ai punti deboli del suo gioco.
La prevedibilissima finale: solido Djokovic vs gli alti e bassi di Tsistipas
Parte bene nel gioco Djokovic e nel primo set va subito sul 3-1 grazie ad un doppio fallo di Tsitsipas. Poi sale in cattedra sul piano mentale – in cui il greco deve ancora macinare partite e non è detto che poi ci arrivi a tali livelli – e a 35 anni rintuzza o smorza ogni singolo tentativo di reazione. E in poco più di 30 minuti siamo sul 6-3 per Nole. L’emozione del primo set che aveva attanagliato il talento del greco è un pelino sotto controllo nel secondo – il termometro è sempre il rovescio, anzi gli errori di rovescio – che riesce a salvare palle break e a procurarsene.
Ma si va al tie-break: abbastanza emotivo e falloso per entrambi, ma il serbo fa pesare esperienza e vola sul 4-1. L’ellenico non si arrende e impatta, ma si ferma a 4. Nella terza frazione break del greco e contro break immediato: nessuna fiammata più e si gioca il secondo tie-break. Ma non c’è partita con Novak che scatta e scappa sul 5-1. Ancora una rimonta, ancora disperata: Stefanos si arrende 7-5.
La nuova top-ten: la classifica post Australian Open
Ora il pensiero corre alla classifica che da lunedì riporta Nole in cima alla top-ten: dopo aver pagato pesantemente il prezzo di quella che ho definito la sua tennisnovela. Anche Tsitsipas un pochino può sorridere avendo eguagliato ancora il suo best ranking. Nel mezzo ancora regge il ciclone spagnolo più giovane: baby Hulk Carlos Alcaraz. Ma ha solo 19 anni come il danese Rune che è sempre più piazzato tra i primi dieci. anche se il divario tra i primi 5, in cui rientra Rublev e gli altri è consistente.
- Novak Djokovic 7.070
- Carlos Alcaraz 6.730
- Stefanos Tsitsipas 6.195
- Casper Ruud 5.765
- Andrey Rublev 4.200
- Rafael Nadal 3.815
- Felix Auger Aliassime 3.715
- Taylor Fritz 3.410
- Holger Rune 3.046
- Hubert Hurkaz 2.995
E gli italiani? Scivola al 17esimo post Jannik Sinner (2.195). Lo segue al 18esimo – guadagnando uno scranno e migliorando ancora il suo best ranking – Lorenzo Musetti (1.925). Unica buona notizia per la compagine nostrana. Matteo Berrettini da lunedì sarà 22esimo con 1.780 punti perdendo 8 posizioni. Come dire è tempo di rimboccarsi le maniche!