Dai “Giorni della Merla” alla “Candelora”: verità e leggende sul clima
Tra fine gennaio e inizio febbraio si celebrano alcune ricorrenze ricche di significati
Gli ultimi giorni di gennaio sono chiamati i Giorni della Merla e si collegano, direttamente, alla Candelora, la ricorrenza che si celebra, invece, il 2 febbraio. Si tratta, in entrambi i casi, di giornate che si legano ad eventi climatici che sembrano tornare, in maniera costante, ogni anno. Proprio per questo, tra storie e leggende, è bene chiarire il reale fondo di verità.
Secondo una tradizione popolare, almeno prima che il cambiamento climatico sconvolgesse ogni equilibrio pianificabile, i giorni dal 29 al 31 gennaio sono i più freddi dell’anno. Detti i Giorni della Merla, sempre secondo la leggenda, tanto più freddi sarebbero stati questi giorni, tanto prima sarebbe arrivata arrivata la bella stagione. A questa tradizione si lega anche un altro aspetto climatico espresso in un detto che fa riferimento al 2 febbraio. In questo giorno si celebra la Candelora, una ricorrenza tanto pagana quanto cristiana. Il detto popolare recita: “Quando vien la Candelora de l’inverno semo fora, ma se piove o tira vento ne l’inverno semo dentro“. In sostanza, questo giorno dovrebbe sancire la fine dell’inverno, ma se il 2 febbraio c’è pioggia o vento, allora l’inverno durerà un altro mese. Interessante, dunque, scoprire a quali verità si leghino tali leggente.
La leggenda sulla merla bianca
Per quanto riguarda i Giorni della Merla, si narra che Gennaio avesse intenzione di infastidire una merla bianca. In sostanza, il mese faceva arrivare il freddo ogni volta che l’animale usciva per recuperare il cibo. A quel punto la merla chiese a Gennaio di essere più breve (era lui a durare 28 giorni, infatti), ma il mese si rifiutò. Così l’anno seguente, la merla decise di fare scorte per tutto il mese e non uscire finché Gennaio non fosse finito. Ma Gennaio, sentendosi preso in giro, chiese tre giorni in prestito a Febbraio e per vendicarsi scatenò una freddissima bufera. La merla si rifugiò in comignolo e questo trasformò le sue piume bianche in nere, così come le conosciamo oggi. Si ipotizza che questa leggenda, legata più al folklore popolare che a verità scientifiche, sia nata in un periodo in cui gli ultimi giorni di gennaio risultavano, veramente, i più freddi dell’anno.
Ma recenti indagini meteorologiche hanno dimostrato che, negli ultimi anni, questo dato non si può confermare. Inutile ricordare quanto la crisi climatica possa aver influito su questo fattore. Tuttavia, al di là delle evidenze scientifiche, è sempre comunque interessante conoscere la magia delle tradizioni popolari e i loro significati. E tal proposito, ricollegandoci alla merla, proseguiamo con la leggenda che afferma che l’uccello uscì dal camino il 1° febbraio, preparandosi al nuovo tempo: quello più mite. Difatti le due leggende si legano fortemente approdando nella festa della Candelora che si celebra il 2 febbraio e rappresenta, sempre per tradizione, un importante momento anche dal punto di vista climatico ma non solo.
La Candelora: dal pagano al cristiano
La Candelora si festeggia, appunto, il 2 febbraio. In questa ricorrenza, dal punto di vista cristiano, è prevista la benedizione di ceri e candele nelle chiese. Ma il rito della luce si lega anche al culto pagano, secondo il quale in questo giorno ci si prepara ad uscire dall’inverno e prepararsi alla rinascita della nuova stagione. Nel rito cristiano, la Chiesa cattolica celebra in questo giorno la presentazione di Gesù al Tempio 40 giorni dopo la sua nascita (Natale). A questa ricorrenza si lega un evento raccontato nei Vangeli. Il vecchio Simeone attese per tutta la vita il Messia e sarebbe morto solo dopo averlo visto. Il giorno in cui Gesù entrò al Tempio, Simeone si rivolse al Signore e gli disse: “Ora lascia, o Signore, che il tuo servo vada in pace secondo la tua parola, perché i miei occhi han visto la tua salvezza, luce per illuminare le genti“.
Simeone, parlando proprio di luce vera, decide di benedire le candele e da qui ha origine il nome Candelora. In realtà, però, questa festa assorbita dal cristianesimo, si celebrava già nell’Antica Roma e in diverse parti d’Europa. Per i celti era la festa di Imbolc, che segnava il ritorno della luce dopo il momento di buio estremo. Per i romani, invece, era la festa di Giunone e ricadeva nei primi giorni del mese che erano chiamati appunto ‘candele‘. In sostanza, questo rito dalle origini antiche si collega all’arrivo della primavera, stagione alla quale sono legate diverse tradizioni in tutto il mondo.
Il Giorno della Marmotta
Il 2 febbraio, difatti, si trova a metà tra il solstizio d’inverno e l’equinozio di primavera. Ed è per questo che tale giorno è ricco di simbolismo: luce, rinascita e vita nuova, dove le candele accese sono un simbolo fisico di questi aspetti. Una curiosità: nel 1886 in America è stato istituito il Groundhog Day, il Giorno della Marmotta. E anche in questo caso si riscontra il netto riferimento alla luce e al bel tempo. Un’altra tradizione vuole, infatti, che la marmotta si affacci dalla sua tana per scrutare il cielo.
Se il tempo è soleggiato e l’animale vede la sua ombra, allora rientra nella tana, perché l’inverno durerà altre sei settimane. Al contrario, senza la presenza dell’ombra, l’inverno durerà ancora per poco. Insomma, qualsiasi sia la leggenda e il clima che si appresta ad arrivare, la Candelora, senza dubbio conserva lo spirito di rinascita.