Giovani Donzelli, deputato fiorentino di Fratelli d’Italia e responsabile dell’organizzazione nazionale del partito di Giorgia Meloni, è al centro di una tempesta di polemiche.
E adesso rischia di bruciarsi al sole come Icaro nel mito greco. Dopo la bagarre scoppiata alla Camera in seguito alle presunte rivelazioni del Donzelli su affermazioni fatte in carcere, al 41 bis, dall’anarchico Alfredo Cospito, il deputato di FdI chiarisce di non aver reso noto nessun documento riservato.
Donzelli: “Non lascio il Copasir“
Tuttavia la sua ascesa politica sembra incrinarsi. Perché non soltanto l’opposizione, e il PD in particolare, si è infuriata, dopo le insinuazioni da parte di Donzelli di “stare con i terroristi“. Ma anche e soprattutto perché nella stessa maggioranza, le intemperanze dell’enfant prodige meloniano cominciano a infastidire.
“Quelle che ho riferito non erano intercettazioni, ma una conversazione captata in carcere e inserita in una relazione del ministero della Giustizia del cui contenuto, in quanto parlamentare, potevo essere messo a conoscenza“, ha detto Donzelli. E ha aggiunto: “Non mi dimetterò dal Copasir“.
Intercettazioni pericolose
Sì, perché c’è, in teoria, questa possibilità, in realtà. In un’intervista al Corriere della Sera, mercoledì 1 febbraio, Donzelli nega però di aver divulgato intercettazioni nel suo ultimo intervento in Aula a Montecitorio, il 31 gennaio. Di questo lo accusa l’opposizione “ma – afferma Donzelli – ho parlato di quanto riportato in una relazione al ministero di Giustizia: non ho violato segreti“.
Chi è Alfredo Cospito
Da un punto di vista politico, il caso Cospito, sui cui Donzelli ha acceso i riflettori insinuando che parlamentari del Partito Democratico siano conniventi con i “terroristi“, per citare la sua espressione in Aula, sembra ora ritorcersi come un boomerang contro il deputato di FdI.
Militante anarchico insurrezionalista, Alfredo Cospito, 55 anni, è stato condannato a 10 anni e 8 mesi nel 2014 per la gambizzazione di Roberto Adinolfi, dirigente della Ansaldo Nucleare. Ha poi ricevuto un’ulteriore condanna all’ergastolo ostativo (cioè senza alcuno dei benefici penitenziari previsti per legge) per l’attentato del 2006 contro la scuola allievi carabinieri di Fossano (Cuneo).
Cospito è rimasto in regime di carcere duro, il cosiddetto 41 bis, nel penitenziario di Sassari fino a quando, il 30 gennaio scorso, le autorità hanno stabilito di trasferirlo al carcere Opera di Milano. Il detenuto, da 3 mesi in sciopero della fame per protesta contro le condizioni carcerarie, sarà curato nel padiglione sanitario di Opera. Negli ultimi giorni gruppi anarchici hanno manifestato per chiedere la liberazione di Cospito. L’ergastolano è rientrato al centro del dibattito dopo gli attentati di presunta matrice anarchica all’ambasciata italiana a Berlino e al consolato a Barcellona.
Donzelli al contrattacco
Le informazioni che Donzelli ha ricevuto e divulgato sarebbero arrivate dal suo collega di partito, e sottosegretario alla Giustizia, Andrea Delmastro. “Volendo approfondire la vicenda Cospito, ho chiesto notizie dettagliate al sottosegretario Andrea Delmastro“, ha detto Donzelli. Sulla richiesta di dimissioni avanzata dall’opposizione se “avessi divulgato documenti riservati di cui fossi venuto a conoscenza tramite il Copasir dovrei dimettermi, certo. Ma il Copasir non c’entra niente. E verificarlo è semplice. Chi non ha senso delle istituzioni è chi è andato a trovare Cospito (in carcere; l’allusione è a una visita di deputati dell’opposizione al detenuto, ndr.)”.
Delmastro: “Ho riferito io le informazioni“
Lo stesso sottosegretario alla Giustizia di Fratelli d’Italia, Andrea Delmastro Delle Vedove, ha poi ammesso di aver riferito le informazioni riservate a Giovanni Donzelli. In particolare, l’esponente del Governo Meloni ha parlato con il collega delle “relazioni sulle conversazioni” in carcere tra Alfredo Cospito e alcuni boss di mafia. “Non gli ho dato il documento” ha dichiarato a il Fatto Quotidiano il Delmastro, “che non è secretato“. Ma, ammette, “ho riferito a Donzelli le informazioni, che non sono intercettazioni ma osservazioni, come avrei fatto con qualunque parlamentare. È giusto che i politici abbiano le informazioni per capire le questioni di cui si occupano, soprattutto se così importanti“.