“Pensati Libera”: come Chiara Ferragni ha realizzato i suoi look per Sanremo 2023
L'imprenditrice digitale è la prima co-conduttrice di Amadeus in questa edizione con quattro cambi look Dior, ognuno con un forte messaggio
Prima co-conduttrice del Festival di Sanremo 2023, Chiara Ferragni ha proposto quattro cambi look per la prima serata di kermesse, tutti firmati Dior.
L’emozione è stata tanta e la ricorderà per sempre. Del resto, la prima volta al Festival di Sanremo non si scorda mai, ancor di più se si è co-conduttrici com’è accaduto a Chiara Ferragni. Nata come fashion blogger, oggi influencer e imprenditrice digitale tra le più famose d’Italia, ha accompagnato Amadeus e Gianni Morandi durante la prima serata di Festival. E, per l’occasione, ha stretto accordi con Maria Grazia Chiuri, direttrice creativa di Dior, per realizzare quattro abiti costum made.
Sul palco dell’Ariston, Chiara Ferragni ha fatto il suo debutto di spalle, con una mantella che recita la scritta: “Pensati libera“, diventata virale in pochi minuti sul web. Parole tratte da Claire Fontaine, femminista, e piaciute subito a Chiara Ferragni tanto da diventare parte di un’opera fashion, o meglio di un vestito manifesto come l’ha definito l’influencer. Ogni abito si fa portatore di un messaggio caro all’imprenditrice digitale.
Chiara Ferragni indossa Dior durante la prima serata di Sanremo 2023
“Quando abbiamo iniziato a pensare agli abiti per le due serate di Sanremo abbiamo subito capito di non volere vestiti solo perché eccentrici o pretenziosamente belli, ma sentivamo la necessità di portare sul palco più popolare d’Italia un messaggio sociale, anche attraverso la moda“. Così l’imprenditrice digitale ha mostrato il suo primo abito da co-conduttrice. Si tratta di un abito a corolla di seta nero tipico della tradizione Dior, a cui ha abbinato una stola bianca drappeggiata con ricamate le parole Pensati libera. “Le semplici e pur così forti parole arrivano da un’opera di Claire Fontaine che speriamo possano ispirare tutte le donne a sentirsi libere di uscire dal ruolo che è stato a loro imposto dalla società“. Gli abiti sono nati da un’idea di Chiara Ferragni e Fabio Maria Damato in collaborazione con Maria Grazia Chiuri.
La seconda creazione indossata dall’influencer è “l’abito senza vergogna“, che simula il corpo nudo di Chiara Ferragni (senza mostrare realmente la silhouette) ispirandosi ad una creazione Dior della collezione Primavera/Estate 2018. L’abito nude tempestato di cristalli riproduce con ricamo trope d’oeil il corpo dell’influencer, “liberato da quella vergogna che hanno sempre imposto a tutte, a partire da Eva, la prima donna della storia indotta a provare vergogna“.
L’abito contro l’odio di Chiara Ferragni
Per il terzo cambio della serata, il penultimo, la co-conduttrice ha portato con sé i messaggi d’odio ricevuti sui social. L’abito contro l’odio è total white, con frasi ricamate in nero che rappresentano le critiche rivolte all’influencer in merito al suo aspetto fisico. “Le frasi di disprezzo ricamate in perle nere sono le vere offese che ogni giorno gli haters rivolgono alle sue foto postate su Instagram. @mariagraziachiuri ha avuto l’idea di ricamare queste parole NERE su un peplo BIANCO come la pagina di un libro che racconta quel disprezzo infruttifero contro il quale lottare ogni singolo giorno“.
Perché questa scelta? Perché mostrarle sul palco di Sanremo? “Portando queste frasi sessiste a Sanremo vogliamo spronare tutte a fregarsene e ricordare alle donne di non farsi abbattere da chi odia perché sono solo i pareri di chi ci ama a contare veramente”. L’ultimo abito ha un tocco fiabesco, ma il messaggio trasmesso dall’imprenditrice di romantico ha molto poco eppure è intriso di speranza. Realizzato per due, mamma e figlia, l’abito rappresenta la gabbia.
“Liberare le nuove generazioni dagli stereotipi di genere nei quali spesso le donne si sentono ingabbiate“. L’abito champagne è una tuta in jersey ricamata di strass “intrappolata” in una gonna di tulle che si rifà a Jana Sterbak. “Questo abito rappresenta la speranza di rompere le convenzioni imposte dal patriarcato. Una speranza che riponiamo nelle bambine di oggi che saranno le donne di domani. Questo è l’augurio di una mamma alla sua bambina, che possa finalmente gridare Vittoria!”.