“La casa dell’Ucraina è l’Europa”, trionfo di Zelensky a Bruxelles
Roberta Metsola sprona gli Stati della Ue a mandare subito a Kiev i caccia bombardieri. Oggi il Consiglio europeo
Il Parlamento europeo ha accolto fra gli applausi il presidente dell’Ucraina, Volodymyr Zelensky, giovedì 9 febbraio. “L’Europa significa libertà, questa è la casa dell’Ucraina” ha affermato. La presidente Roberta Metsola ha invitato gli Stati membri a “considerare, rapidamente, di fornire sistemi a lungo raggio e i jet necessari” a Kiev.
La guerra, dunque, va verso un’escalation, e non solo da parte russa. Di pace non si parla. Zelensky poi interverrà al Consiglio Ue. In programma anche un bilaterale con Giorgia Meloni.
Zelensky ringrazia “ogni villaggio d’Europa“
“L’Ue per la prima volta ha inviato massicci aiuti militari e sta valutando positivamente le nostre riforme. L’Ucraina vincerà e diventerà membro dell’Ue“, ha detto Zelensky pronunciando il suo discorso nell’emiciclo di Bruxelles. “Il destino dell’Europa non è mai dipeso dai politici, ma da ognuno di noi“, ha aggiunto Zelensky rivolgendosi direttamente ai cittadini europei e ringraziando “ogni villaggio“ per il sostegno dato all’Ucraina.
Metsola vuole dare i jet all’Ucraina
“Una giornata storica per l’Europa“, ha scritto su Twitter la presidente dell’Eurocamera Roberta Metsola. “Conosciamo il sacrificio che il vostro popolo ha sopportato per l’Europa e dobbiamo onorarlo non solo con le parole ma anche con i fatti“, ha detto la presidente dell’Eurocamera aprendo la sessione plenaria. “Gli Stati devono considerare, rapidamente, come passo successivo, di fornire sistemi a lungo raggio e i jet necessari per proteggere la libertà che troppi hanno dato per scontata“, ha aggiunto Metsola.
Zelensky elemento di divisione?
Ma se Metsola, che in quanto presidente dell’Eurocamera non ha potere sugli Stati, chiama di fatto a un’intensificazione della guerra, di fronte al presidente dell’Ucraina, Volodymyr Zelensky, i dirigenti politici dei paesi della Ue entrano in agitazione. Perché sono alle prese con opinioni pubbliche non del tutto propense a continuare a sostenere lo sforzo bellico dell’Ucraina che da un anno deve rifendersi dagli invasori russi. Lo dimostra la polemica che Giorgia Meloni ha innescato il 9 febbraio da Bruxelles, polemizzando col presidente della repubblica francese, Emmanuel Macron, il quale, a sua volta, c’ha messo del suo.
Cosa ha detto Giorgia Meloni
La presidente del Consiglio ha definito “inopportuna” la scelta del presidente francese di invitare il presidente dell’Ucraina a Parigi prima del vertice europeo a Bruxelles. “Credo che la nostra forza in questa vicenda sia l’unità e la compattezza” ha scandito Meloni ai cronisti. “Capisco la questione politica interna, ma ci sono momenti nei quali questo rischia di andare a discapito della causa“.
Zelensky e l’Ucraina nella Ue
E intanto, fra i litiganti, Zelensky ‘gode’, per parafrasare il proverbio. Vale a dire che il presidente dell’Ucraina incassa il pieno appoggio del Parlamento europeo. E questo dopo aver ricevuto sostegno e standing ovation a Westminster, il Parlamento britannico, l’8 febbraio. Le prime sortite all’estero di Zelensky da quando la Russia ha invaso l’Ucraina costituiscono per l’establishment ucraino, e per lui personalmente, una nuova iniezione di fiducia e di promesse di armi pesanti.
Bilaterale con Meloni
Non si tratta solo di un ‘tour’ di immagine, con Macron che ha conferito a Zelensky la medaglia della Legion d’Onore. Ma, al contrario, di un tour molto sostanziale, nell’ambito del quale rientra anche il bilaterale con Giorgia Meloni. La premier italiana è alla testa di un paese, il nostro, che è in fondo alla classifica degli aiuti militari all’Ucraina ma rappresenta pur sempre il 30% del Pil dell’Unione europea. E il presidente dell’Ucraina ora vuole un maggiore impegno di sostegno bellico da parte dei paesi NATO. Fattore, questo, che sta spiazzando più d’un leader in Occidente. A cominciare dal cancelliere tedesco Olaf Scholz, il quale ha faticato ad approvare l’invio in Ucraina dei carri armati Leopard 2.
Bakhmut, Termopili d’Ucraina
A fronte dell’offensiva che la Russia si appresterebbe a lanciare a primavera con grande dispiego di mezzi, la guerra rischia sempre di più di allargarsi. E di coinvolgere direttamente i soldati dell’Alleanza atlantica. A un anno dall’invasione dell’Ucraina, la Russia vuole almeno tutto il Donbass. Le regioni di Donetsk e Lugansk, sono tornate a essere il cuore della guerra in Ucraina. A Bakhmut i russi combattono da settimane senza riuscire a sfondare. E c’è chi parla di Termopili d’Ucraina, ovvero di una “fortezza inespugnabile” tale da rievocare la battaglia delle Termopili nell’antica Grecia, quando nel 480 a. C. un pugno di soldati tenne testa alle forze soverchianti degli invasori persiani. Un nuovo, spaventoso, anno di morte e dolore per le popolazioni dell’Ucraina sembra appena agli inizi.