Vincenzo Ferrera: “Mare Fuori è la serie più bella e importante della mia vita”
L'attore torna a rivestire il ruolo di Beppe Romano anche nella terza stagione e ci svela alcune curiosità
Vincenzo Ferrera, attore che nella serie tv fenomeno del momento Mare Fuori veste i panni dell’educatore Beppe Romano, è tornato sul piccolo schermo con l’uscita dell’attesissima terza stagione. E si è raccontato in esclusiva su VelvetMAG partendo proprio dal suo personaggio.
Il serial, che dal 2020 ha tenuto incollati alla tv milioni e milioni di telespettatori, è sbarcato lo scorso 1° febbraio su Raiplay con l’anteprima dei primi sei episodi della terza stagione. Dal prossimo 15 febbraio, invece, sarà possibile seguire due puntante a settimana, che andranno in onda su Rai 2 in prima serata. Il giorno del debutto dei nuovi episodi per la serie tv ambientata nell’istituto penale per i minorenni di Nisida ha segnato un successo da record per la Rai. Otto milioni di visualizzazioni e tre milioni e cinquecentomila ore di visione a solo 24 ore dal lancio. Dei numeri che fanno della fiction Mare Fuori il titolo più visto di sempre nel perimetro Auditel di RayPlay.
Un trionfo dovuto anche e soprattutto al suo magnifico cast, che ha avuto la capacità di mettere in scena una realtà così dura e scabrosa come quella delle storie dei ragazzi che occupano, appunto, il carcere di Nisida. E noi della redazione VelvetMAG abbiamo avuto il piacere di incontrare e conoscere uno dei protagonisti che più è entrato nel cuore dei telespettatori. Stiamo parlando di Beppe Romano, interpretato dall’attore Vincenzo Ferrera che ci ha svelato alcuni particolari della sua esperienza sul set di Mare Fuori. Un personaggio che all’interno della serie ricopre uno dei ruoli più centrali, educatore dell’istituto minorile spinto dalla ferma convinzione che tutti debbano avere una seconda possibilità.
Intervista a Vincenzo Ferrera di Mare Fuori
In questo ultimo periodo e adesso dal 1 febbraio con l’uscita della terza stagione l’abbiamo vista in Mare Fuori. Può farci un bilancio di questa esperienza?
È stata l’esperienza più bella e importante della mia vita. Anche le altre sono state altrettanto importanti, ma questa, devo dire, mi rimarrà impressa in particolar modo. Il ruolo che mi è stato assegnato è bellissimo, un ruolo completo che va dalla commedia al dramma. Sono un educatore quindi ho una certa responsabilità nell’interpretare questo personaggio dovuto al fatto che ci sono molti educatori che seguono Mare Fuori e che fortunatamente si rispecchiano nel mio lavoro. Se la serie ha avuto così tanto successo vuol dire che qualcosa di buono è stato fatto, anche se recitiamo.
Prima di girare avete avuto modo di fare una visita in carcere per osservare la situazione più da vicino?
Io personalmente non l’ho fatta, ma l’hanno fatta gli autori. So che i ragazzi di Nisida seguono e sono molto affezionati a Mare Fuori.
E’ stato psicologicamente impegnativo girare una serie che tratta un tema così pesante?
No, ma ti viene il pensiero e la voglia di andare a trovarli questi ragazzi, di abbracciarli. Vorrei veramente avere a che fare con loro, ti viene la voglia di fare sul serio quello che stai facendo per finta.
Quanto di Beppe Romano c’è in Vincenzo Ferrera
Come si è immedesimato nel personaggio? Ci sono state delle figure a cui si è ispirato?
Io sono palermitano e trent’anni fa ho potuto assistere a un’esperienza del genere con l’uscita del film Mery per sempre. Un film che anche in quel caso parla di ragazzi rinchiusi in un carcere minorile di Palermo. Io avevo più meno 17, 18 anni e sono rimasto scioccato dal fatto di scoprire che c’erano dei ragazzi, inconsciamente non me ne ero mai accorto, che vivevano una vita del genere. Devo dire che non ho pensato a un punto di riferimento in particolare a cui ispirarmi, sono partito da me stesso e dal mio rapporto con i ragazzi.
Ha ritrovato degli aspetti caratteriali in comune col suo personaggio?
Io sono comunque una persona buona. Ovviamente non sono così perfetto come Beppe perché nella vita sono molto più difettato, non ho quell’ingenuità sono molto più cinico. Sicuramente ho una bontà e un’empatia naturale con i ragazzi anche nella vita di tutti i giorni.
Se non avesse interpretato Beppe c’è un altro personaggio che le sarebbe piaciuto interpretare?
Mi sarebbe sicuramente piaciuto intrepretare il “cattivo”, Ciro, anche se non credo l’avrei fatto così bene (ride). Interpretare i “cattivi” è sempre molto più interessante rispetto ad interpretare i “buoni”.
Il successo della serie tv si riconferma con un record di visualizzazioni su RayPaly
Cosa secondo lei ha portato questa serie ad avere così tanto successo?
Credo che il disagio giovanile abbia scosso un po’ le coscienze. Soprattutto, appunto, quelle dei ragazzi fino ai 25, che poi è la fascia d’età del pubblico della serie. Questo disagio giovanile ci fa sentire inadeguati dal momento che siamo privilegiati rispetto a questi ragazzi. Anche il fatto che si sia allargata ai genitori, alla gente adulta. Penso che abbia colpito questo, la violenza e il realismo con cui abbiamo messo in scena una realtà del genere. Abbiamo avuto anche l’approvazione dei ragazzi stessi di Nisida, hanno detto che più o meno la situazione è quella. Ovviamente molte scene sono romanzate, ma i rapporti sono più o meno quelli.
Un successo che ha portato anche a lei molta popolarità. Come la sta vivendo?
Io ho quasi 50 anni li faccio ad aprile, certe volte guardo i ragazzi di 20/25 anni da fare invidia. Perché loro questo successo travolgente lo hanno avuto adesso. Poi, però, mi fermo a pensare e credo che sia un bene che io lo abbia avuto a quest’età perché sono più disincantato. Diciamo che ormai, dopo 30 anni di carriera, riesco a valutare qual è il momento di fermare la testa da questa giravolta che è il successo, di non farmi travolgere. Perché diciamo che inevitabilmente ti dà tutto, ma allo stesso tempo ti toglie tutto in poco tempo. Siamo sempre in mare aperto quindi me la vivo con grande disincanto, ne godo ovviamente i benefici sapendo che prima o poi potrei ritornare tra le tavole del palcoscenico sconosciuto tra gli sconosciuti.
Quali sono i prossimi progetti lavorativi?
Sto girando per Rai Uno una serie televisiva dal titolo Il caso Claps, sulla storia di Elisa Claps.
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