Jamal Taslaq: “Rania di Giordania, Sharon Stone, Dalidà, tutte le mie muse”
Intervista esclusiva allo stilista italo palestinese sulla Eternal Collection presentata alla Galleria del Cardinale Colonna
Le sue creazioni hanno incontrato il gusto raffinato delle donne più sofisticate e più belle del mondo, emozionando star di Hollywood come Sharon Stone e persino la Regina Rania di Giordania. Originalità ed unicità dei capi in cui traspare la fusione di due culture, le suggestioni mediorientali con lo charme occidentale, in uno stile straordinario e inusuale. Jamal Taslaq è il portavoce di una moda senza confini.
Il suo è un percorso creativo che da Nablus in Palestina lo ha portato a sfilare, da assoluto protagonista, nella sede delle Nazioni Unite a New York ed a scegliere la Città Eterna, precisamente via Veneto, come cuore pulsante del suo atelier. In occasione della presentazione della sua ultima collezione, intitolata Eternal Collection, Taslaq celebra la sua amata Roma, che lo ha accolto trent’anni fa. E nella Galleria del Cardinale Colonna annuncia anche il lancio della nuova collezione uomo, insieme all’omaggio alla Capitale. Al cospetto di un autentico parterre de rois di più di quattrocento ospiti, con tanti vip come Lina Sastri, Nancy Brilli, Maria Rosaria Omaggio, Raffaella Paleari, Grazia Schiavo, ambasciatori, diplomatici e nobiltà capitolina il creativo mette in scena la sfilata show.
Jamal Taslaq, l’intervista esclusiva a VelvetMAG
In passerella abbiamo ammirato abiti statuari, tessuti pregiati e ricami sofisticati, da dove nasce la sua idea?
In questa nuova collezione ho voluto rendere omaggio a Roma, la città che mi ha adottato ed esprimere il mio stile. Il fatto che le mie radici siano del Medio Oriente e che provengo da una città antica è una contaminazione molto particolare che si è fusa con Roma ed i fasti del suo Impero.
Dal 1992 vive nella Capitale quali sono le differenze con la sua città d’origine?
Non si può paragonare Roma a nessun’altra città al mondo. Abbiamo la fortuna di vivere in un museo a cielo aperto. Il clima è favorevole, siamo sul Mediterraneo, che si avvicina molto ai colori ed al fascino della mia città natale. Queste due culture condividono il mito degli Arabi, Egizi, Romani, popolazioni che hanno apportato tanto ai nostri costumi.
Jamal Taslaq, lei è stato l’unico stilista italiano a sfilare nella sede dell’Onu, cosa ha provato?
Organizzare una sfilata al Palazzo delle Nazioni Unite con una collezione interamente Made in Italy è stata pura emozione. Avevo un parterre di ambasciatori, diplomatici, personalità accorse ad ammirare la mia moda. Non pensavo nemmeno potesse accadere una cosa del genere.
Lei ha valorizzato le donne più belle del mondo: Sharon Stone, Ornella Muti, Patty Pravo e persino Rania di Giordania. Della Regina cosa l’ha colpita?
La sua semplicità. Mentre le provavo l’abito mi ha chiesto: “Come va il lavoro?”. Da lì comprendi subito che è una donna che vive nel mondo, nonostante i suoi agi e privilegi, non è fuori dal contesto. Rania è rimasta una donna in mezzo al suo popolo, la semplicità che ha le infonde classe.
Qual è la musa di Jamal Taslaq?
Una donna che ama la propria femminilità, che è l’espressione più bella che una donna possa avere. La classe non è andare fuori gusto, il bello non ha epoca.
Della moda di oggi cosa pensa?
Dipende sempre da ciò che si vuole trasmettere. Noi stilisti diamo dei messaggi. Il fashion oggi è troppo veloce, non lascia più il segno. Ma se pensiamo alle donne dei film degli Anni Quaranta e Cinquanta erano persone vere. Ogni donna ha il suo fascino, mi piace vestire l’anima della persona. A volte ne trovo alcune che sono prigioniere degli stereotipi: l’altezza, la bocca carnosa, ma le belle donne sono proporzionate, non sono di certo perfette.
Se dovesse vestire un personaggio del passato chi sceglierebbe?
Dalidà perché era di origine italiana, cresciuta in Egitto. Una personalità poliedrica: cantante, attrice, poliglotta. Era una donna moderna già tanti anni fa.
A Palazzo Colonna ha lanciato il progetto Taslaq Word dedicato all’uomo, come nasce questa idea?
Sono ventitré anni di carriera in cui mi dedico alla donna, ma le mie spose mi chiedono sempre dei consigli di stile anche per il proprio lui. L’uomo senza la donna non può stare, sono due anime e un corpo solo, è stata l’evoluzione naturale di un percorso creativo.
Com’è l’uomo Jamal Taslaq?
Sicuro si sé, curato, colorato. Il colore fa parte della vita e della natura. Ci sono le nuance classiche come il nero e il blu abbinate a colori decisi come il verde pistacchio o il corallo, la mie non vogliono essere delle proposte veloci.
Lietmotiv delle sue collezioni è l’orlo sbieco.
Sono tagli che rispecchiamo il tessuto, che deve essere libero proprio come noi. Non mi piacciono i tagli cugni che non fanno scivolare le stoffe. Gli abiti sono costruiti con tagli geometrici, i ricami fondono l’Oriente con l’Occidente. Ho scelto di dedicare la collezione a Roma perché l’Impero romano conquistando il Medio Oriente ha portato tanta classe e originalità, è una contaminazione che ha reso entrambi i popoli più ricchi.
Abbiamo ammirato una palette cromatica del classico bianco e nero fino al rosso, verde.
Ho voluto ideare un abito omaggio a Roma e uno alla mia terra d’origine, una sorta di connubio esistenziale.
Dopo aver solcato quattro anni fa la passerella della Coffee House torna ad esibirsi a Palazzo Colonna. Cosa l’ha colpita della Galleria del Cardinale Colonna?
La sua classe e la semplicità. Questo palazzo ha una storia molto profonda, è una delle dimore italiane meglio conservate. Si trova in una posizione unica, vicino alla Roma “vera”, quella dei Fori Imperiali e dei Mercati di Traiano, ha un’energia strabiliante. Il mondo bello è vario. Le culture e le religioni sono fonte di ricchezza, ci distinguono, ci rendono unici, anche se siamo diversi.
Jamal Taslaq è stato difficile lavorare su questa collezione?
Confrontarsi su un tema di differenti civiltà non è certamente semplice. Vivendo nel Medio Oriente ci sono tante città che ho ammirato. Ho visto la bellezza dell’antichità. Da bambino guardavo i resti romani, non sapevo allora che il mio destino mi avrebbe portato qui. Mi mancano le tradizioni, la mia cultura, spero che un giorno la mia terra possa trovare, giustamente, la sua pace.
Tra i suoi progetti c’è sempre quello di sfilare nel suo Paese?
Vorrei organizzare un grande evento a Gerusalemme, sarebbe molto bello, anzi sono certo che lo sarà.