Neppure nelle ore della Conferenza internazionale sulla sicurezza gli Stati Uniti e la Cina mostrano di voler trovare un’intesa sui dossier che le dividono. A cominciare dalla guerra in Ucraina e dall’indipendenza dell’isola di Taiwan.
A dare fuoco alle poveri, complice la tensione dovuta alla vicenda dei presunti palloni spia cinesi che hanno sorvolato siti militari americani, è stato il sottosegretario di Stato americano, Antony Blinken. Nel corso di un’intervista alla Cbs ha affermato che Pechino sta valutando la possibilità di dare alla Russia armi e munizioni.
Cina e Usa, relazioni difficili
Cosa che finora non è mai ufficialmente avvenuta. Il fatto costituirebbe, per l’America, un’escalation gravida di “pesanti conseguenze” per la Cina. La risposta della diplomazia del Dragone sulla questione ucraina non si è fatta attendere. Pechino “ha sempre svolto un ruolo costruttivo aderendo ai principi guida e promuovendo i colloqui e la pace” ha dichiarato il ministro degli Esteri cinese Wang Yi nel colloquio avuto proprio con Blinken il 18 febbraio a Monaco di Baviera, in occasione della Conferenza sulla sicurezza. “In quanto grande Paese, gli Stati Uniti dovrebbero promuovere una soluzione politica alla crisi, piuttosto che aggiungere benzina sul fuoco e sfruttare l’opportunità per realizzare profitti“, ha aggiunto.
La Cina, ha sottolineato ancora Wang, non accetta interferenze esterne nei rapporti con la Russia. Il partenariato strategico globale di coordinamento Cina-Russia funziona sulla base del non allineamento, del non confronto, del non prendere di mira terze parti. Ed è sotto la sovranità di due Paesi indipendenti. “Non accetteremo mai che gli Usa impongano o addirittura esercitino costrizioni sulle relazioni Cina-Russia“.
La Cina e Taiwan
Se gli Stati Uniti “insisteranno per trarre vantaggio dalla questione” del pallone-spia cinese abbattuto sui cieli americani, “intensificando il clamore e ampliando la situazione, la Cina andrà avanti fino alla fine. E gli Stati Uniti ne pagheranno tutte le conseguenze“.
Su Taiwan, il rappresentante di Pechino ha avvertito che per mantenere la stabilità “dobbiamo fermamente opporci all’indipendenza” dell’isola. E anzi “aderire veramente al principio della ‘Unica Cina’“. Gli Stati Uniti, ha ammonito, “devono rispettare i fatti storici, mantenere i propri impegni politici e attuare la propria dichiarazione di non sostenere l’indipendenza di Taiwan“.
Borrell e la guerra in Ucraina
Domenica 19 febbraio si è svolta la terza giornata della Conferenza di Monaco sulla Sicurezza. L’Alto rappresentante per la politica estera europea, Josep Borrell non ha commentato la questione dei sempre più difficili rapporti fra Cina e Stati Uniti. È intervenuto invece sulla guerra in Ucraina. “Zelensky e l’Ucraina non hanno abbastanza munizioni, ma hanno abbastanza motivazione – ha dichiarato – dobbiamo rifornirli meglio. Questa guerra avviene sul territorio europeo e ha conseguenze per la nostra sicurezza“.
“L’Ucraina diventerà certamente un membro dell’Ue. Dopo il bombardamento della Russia è diventato assolutamente chiaro che l’Ucraina appartiene all’Europa“, ha proseguito Borrell. “Dopo seguiranno diversi paesi balcanici“. “E dobbiamo capire come opereremo, dovremo cambiare determinate procedure“. Che la Cina faccia da mediatrice o meno per una risoluzione del conflitto, l’Ucraina ha davanti un compito difficile. “Aveva già davanti a sé molti compiti prima della guerra“, ha spiegato Borrell. E “adempiere a questi compiti mentre cadono le bombe è molto difficile. Ma la Commissione agisce più velocemente che mai“.