NETFLIX, 'INCASTRATI', la seconda e ultima stagione della serie di FICARRA e PICONE, disponibile dal 2 marzo - VelvetMAG Foto crediti: Ansa
Torna dal prossimo giovedì 2 marzo la seconda stagione della serie tv Incastrati scritta, diretta e intrepretata da Salvatore Ficarra e Valentino Picone.
Un serial targato Netflix e prodotto da Tramp Limited caratterizzato da un alternarsi tra il classico umorismo del duo comico ed elementi tipici del genere thriller. A completare il cast tornano anche Marianna di Martino (Agata) e Anna Favella (Esther) insieme a Tony Sperandeo (Cosa Inutile), Maurizio Marchetti, Domenico Centamore, Sergio Friscia, Mary Cipolla e Leo Gullotta. E proprio oggi, lunedì 27 febbraio, si è tenuta in anteprima la proiezione dei primi due episodi seguita, poi, dall’incontro in conferenza stampa con alcuni dei protagonisti del cast e Ilaria Castiglioni, manager per le serie italiane Netflix, a cui noi di VelvetMAG abbiamo partecipato.
La prima puntata di Incastrati 2 riparte precisamente dove si era interrotta la prima stagione. Salvo e Valentino si ritrovano in una situazione in cui rischiano la vita. Infatti, dopo aver accidentalmente investito il temuto boss latitante Padre Santissimo vengono minacciati di morte da Tonino Macaluso, suo braccio destro. Quest’ultimo, avendoli colti sul fatto, li fa inginocchiare puntandogli contro una pistola, ma alla fine decide di risparmiarli in cambio di alcuni favori. Da questo momento i nostri due “eroi” si ritrovano, appunto, incastrati in una serie di vicende all’interno delle quali è davvero difficile uscirne, soprattutto dal momento in cui devono nascondere il fatto ai propri cari.
E ad aggravare ulteriormente le cose una sfilza di avvenimenti inaspettati come un duplice omicidio commesso da un uomo misterioso e l’entrata in scena di malavitosi stranieri. Intanto, le indagini sul caso dell’omicidio Gambino proseguono senza, però, arrivare ad un punto di svolta. Per di più, in tutto questo trambusto, il rapporto dei due protagonisti con le rispettive compagne, Marianna ed Esther, diventerà sempre più turbolento. Insomma, una stagione ricca di vicissitudini tragicomiche nelle quali Salvo e Valentino riusciranno come sempre, seppur un po’ in bilico, a cavarsela.
Durante la conferenza stampa Salvatore Ficarra e Valentino Picone, reduci dal grande successo de La stranezza, raccontano in che modo hanno vissuto questa nuova esperienza di andare in scena, quella della serialità. Salvatore Ficarra: “per noi la serialità è stato un modo per affrontare un’altra maniera di stare in scena. Avere la possibilità di giocare con un tempo più lungo, portare avanti i personaggi in una nuova forma. Era un’esperienza che volevamo fare e abbiamo colto l’opportunità che Netflix ci ha offerto”.
Il progetto della serie tv Incastrati nasce già con l’idea di una seconda stagione che va a concludere il filo narrativo del serial, ma a detta dei due comici palermitani, ciò non preclude un loro possibile ritorno alla serialità con una nuova proposta. Valentino Picone: “comandano sempre le storie. Incastrati non poteva essere una storia cinematografica, nasce per il piccolo schermo. Dipende sempre dalle storie che incontri. Magari incontreremo una storia di cui varrà la pena farne una serialità. Noi vogliamo assolutamente ripetere questa esperienza perché ci è piaciuta tantissimo, anche con Netflix con cui ci siamo trovati molto bene. Quindi siamo in attesa che una storia ci caschi addosso”.
Una serie che, come dice Salvatore Ficarra, ha permesso di ricordare, sebbene in chiave ironica, quello che è e che è tuttora la mafia: “’non bisogna dimenticare quello che è successo’ cosa che, invece, si auspicava nella prima stagione Padre Santissimo. Se c’è una cosa che la storia dimostra è che la gente prima o poi dimentica. Noi cerchiamo di non far dimenticare. Anche una serie tv può dare l’occasione di parlare per non dimenticare”. Successivamente Valentino Picone continua dicendo: “il fatto di prendere in giro la mafia è un dovere. Noi abbiamo cominciato da Nati stanchi, il nostro primo film, a prendere in giro i mafiosi. Siamo tutti figli delle stragi degli Anni ’90 e grazie queste stragi abbiamo reagito e siamo stati influenzati ognuno in maniera diversa. Ho amici giornalisti che affrontano la mafia in un modo, c’è chi è diventato magistrato. Noi siamo molto contenti che anche ironizzando si possa, in parte, scalfire”.
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