Quattro operai della Portovesme srl, azienda metallurgica del Sulcis, in Sardegna, si sono asserragliati sulla ciminiera dell’impianto Kss. A 100 metri di altezza. Non intendono scendere finché non sarà aperto un tavolo negoziale per risolvere i gravi problemi in fabbrica.
La clamorosa protesta, che i lavoratori hanno attuato nelle prime ore del 28 febbraio, è corredata da un comunicato, è stata messa in atto per porre in modo forte il tema del caro prezzi dell’energia. E quindi della possibile fermata di quasi tutti gli impianti della Portovesme srl che metterebbe a rischio i posto di lavoro di circa 1300 operai.
Operai in assemblea
Dal 27 febbraio gli operai degli appalti sono in assemblea permanente, nel piazzale della Portovesme srl, con presidio nella portineria. Là hanno piazzato anche alcune tende. “Questo non è un colpo di testa, ma è un’azione a sostegno delle vertenze e delle iniziative messe in atto sinora dalle Rsu e dai sindacati” hanno dichiarato all’agenzia di stampa Ansa alcuni lavoratori.
“Le assicurazioni non ci bastano”
“Noi a questo punto abbiamo la necessità di avere un incontro urgente al ministero per aprire un confronto nazionale con tutti gli interlocutori seduti allo stesso tavolo. E trovare una soluzione subito sul fronte energia. Non bastano le rassicurazioni, ma per farci scendere servono impegni seri e forti“. Lavoratori e sindacati in assemblea, dunque, dopo la clamorosa protesta di quattro operai della Portovesme srl che sono saliti a 100 metri di altezza sulla ciminiera dell’impianto Kss della Portovesme srl, nel Sulcis.
Portovesme, 1250 operai
“Solidarietà ai lavoratori che hanno intrapreso questa iniziativa a difesa del lavoro. È evidente che il tema da risolvere è quello dell’energia, purtroppo registriamo nessun passo avanti delle istituzioni. Condividendo il documento dei lavoratori chiediamo con la massima urgenza un incontro con il ministro competente“, dicono Emanuele Madeddu di Filctem-Cgil, Vincenzo Lai di Femca Cisl e Pierluigi Loi di Uiltec Uil. La Portovesme S.r.l., è scritto sul sito dell’azienda, è l’unico produttore di zinco e piombo in Italia. La fabbrica del Sulcis è dunque un sito di tale importanza che si definisce la Portovesme di “di importanza strategica nazionale”. Occupa circa 1250 operai che lavorano stabilmente all’interno degli impianti.
I 4 sulla ciminiera
I quattro operai in cima alla ciminiera alta 100 metri sottolineano quindi che “tutte le iniziative pacifiche che abbiamo intrapreso non hanno portato nessun risultato. È un anno e mezzo che stiamo subendo questa crisi e gradualmente la società, senza una soluzione sul fronte del prezzo dell’energia, sta limitando i reparti marcia. Non possiamo più aspettare e attendere le promesse che finora non hanno portato a niente“.
Rispetto agli impegni “presi un mese fa“, continuano gli operai, a oggi “non ci sono risposte e l’azienda sta incrementando la riduzione degli impianti. Noi riconosciamo che vi è una crisi energetica, ma occorre trovare un prezzo consono per l’energia e scongiurare la fermata. Ci sono già i lavoratori interinali che nel giro di un mese saranno a casa senza coperture“. E il settore dei lavoratori degli appalti “non riesce neppure a dare l’anticipazione della Cig: (la cassa integrazione, ndr.) è una condizione alquanto difficile per tutti“.