Martino Midali alla Milano Fashion Week con Storie di Donne
Il 40esimo anniversario del brand milanese fondato nel 1982
E’ una femminilità contemporanea quella di Martino Midali, accesa da accenti etnici e impreziosita dalla sua tricot couture. In apertura della sfilata la soprano d’arti Silvia Colombini canta uno speciale omaggio musicale dedicato alle donne.
Un racconto tutto al femminile per la Fall/Winter 23 che diventa l’occasione per celebrare il 40mo anniversario di un brand che, da sempre, ha fatto della moda democratica, inclusiva e versatile il cuore della sua cifra stilistica.
Le donne “vere” di Martino Midali
Per l’occasione sulla passerella del Circolo Filologico sono salite, accanto alle modelle, sei donne reali, diverse per carattere, stile e occupazione, che hanno scelto il brand per vestire il quotidiano con creazioni pensate per esaltare tutti i corpi femminili, un concetto che da sempre accompagna il lavoro del designer. Tra i primi a ideare una moda davvero per le donne. A conclusione della sfilata, un omaggio musicale cantato dalla soprano d’arti Silvia Colombini, artista poliedrica di fama internazionale che, con il suo canto, ha omaggiato tutte le donne. Nella collezione Martino Midali della prossima stagione è racchiusa una storia che ha il sapore della libertà, di proporzioni, di forme, di movimento, in cui si possono scoprire suggestioni etniche che, dal Marocco all’India, danno vita all’anima dei capi, tra lunghi abiti effetto tunica e outfit multistrato.
Il tricot diventa protagonista di creazioni
Intrecci di filati che disegnano le forme fluide care al brand tra potenti sfumature cromatiche e contrasti materici, tra capispalla strutturati in dialogo con lunghissime sciarpe, in un’esplorazione continua di materiali e colori. Un incontro di suggestioni interpretato anche dalle storie diverse di quelle donne vere che si ritrovano nella versatile femminilità del brand e che hanno deciso, letteralmente, di indossarla nel corso della sua sfilata. “Perché le donne che vestono Martino Midali non indossano un mio capo ma lo interpretano”. Una filosofia che guida i passi di Marina Malanca, giornalista ed ex modella, una passione per la libertà soprattutto nelle forme, di Gegia Celotti, giornalista e scrittrice che non prescinde dall’oversize, di Angela del Re, ex ballerina stregata dalla fluidità degli abiti simile a quella dei corpi danzanti.
E ancora tra le prime donne che ha sfidato la supremazia maschile in finanza Bruna Annibaldi che ha fatto dei look ricercati ma confortevoli i suoi alleati, di Carmen Vierchowod, una vita dedicata alla famiglia sempre impreziosita da un mood raffinato, di Gloria Fossati, country manager di un’azienda di integratori la cui energia pura si ritrova in creazioni originali e pratiche. Ad accompagnare i look sono i preziosi manufatti della designer Barbara Cardamone. Gli accessori uniscono pietre e materiali di recupero raccolti dai viaggi, perfetti testimoni di una femminilità consapevole del presente ma affascinata dal passato.
Martino Midali, la ricerca in passerella
Sono suggestioni di stampo etnico a dare inizio al racconto unendo quei sapori di culture diverse che, dal Marocco all’India, diventano l’anima dei capi. Sono i lunghi abiti effetto tunica; sono gli outfit multistrato; sono le maglie à tricot; sono le potenti sfumature cromatiche, dei verdi e dei viola su tutti, a indicare la strada. La contaminazione si fa viaggio combinando tessuti diversi o, più semplicemente, i colori. Ed è il tricot a essere protagonista con la sua architettura di creazioni in lana scritta da filati che si intersecano, da trame che avvolgono, da intrecci che vestono e rivestono senza soluzione di continuità. E sono sempre i filati lavorati multipli a impadronirsi di una palette cromatica che sfumano fino ad animarla tra le fascinazioni per le tinte più forti e i toni classici del nero, del grigio, del marrone e del bruciato.