Angelus 5 marzo, Papa Francesco: appello contro i trafficanti di esseri umani
In questa domenica il Santo Padre esprime il suo dolore per le vittime del naufragio di Cutro
Nella seconda domenica di Quaresima, Papa Francesco concentra la sua riflessione che precede l’Angelus sul significato della Trasfigurazione. A questa spiegazione segue poi un forte appello contro i trafficanti di esseri umani. Partendo dal naufragio che, di recente, ha visto moltissime vittime nelle coste della Calabria.
Il Vangelo della prima domenica di marzo, seconda della Quaresima, affronta un momento che potremmo definire topico nel Vangelo: la Trasfigurazione di Gesù sul monte Tabor. In questo passo della sua vita, Gesù decide di portare con sé dei ‘testimoni‘: Pietro, Giacomo e Giovanni. Ai suoi discepoli, come sottolinea Papa Francesco nella riflessione che precede l’Angelus, Gesù si rivela “in tutta la sua bellezza di Figlio di Dio“. Ed è proprio su questa scena che il Santo Padre chiede di fermare l’attenzione, invitando a chiedersi in cosa consiste tale ‘bellezza’. Il Pontefice spiega che non si tratta di un evento spettacolare, tuttavia è senza dubbio un momento unico nel quale la “Santità di Dio” si riflette nel “volto e nelle vesti di Gesù” che è umano. Quindi, come vuole sottolineare Papa Francesco, i discepoli vedono “un anticipo del Paradiso“, nella bellezza dell’amore Divino che si è fatto carne e uomo con Gesù.
Il senso della Trasfigurazione
Un parallelismo con i discepoli e ogni essere umano potrebbe risultare più che evidente. Per tanto tempo, infatti, come sottolinea anche Papa Francesco nella riflessione che precede l’Angelus, i discepoli avevano avuto davanti agli occhi il “volto umano” dell’amore di Dio, ma non se ne erano mai resi conto. E questo può succedere nella quotidianità di ogni essere umano che, troppo preso dalle vicende della vita, non si accorge dei doni che essa è in grado di offrire. Come rivela ancora il Santo Padre, Gesù attraverso la Trasfigurazione sta preparando i discepoli ad un passo ancora più importante: essi dovranno riconoscere la stessa bellezza quando “salirà sulla Croce e il suo volto sarà sfigurato“.
Per questo la luce del Signore non si può ridurre ad “un unico evento magico“, che la renderebbe finta “che si dissolve nella nebbia dei sentimenti passeggeri“. Al contrario Cristo non è un momento effimero, ma una guida. “La bellezza di Gesù non aliena i discepoli dalla realtà della vita. Ma da la forza di seguire Lui, fino a Gerusalemme. Fino alla Croce“. Su questo aspetto Papa Francesco si sofferma con fermezza, ricordando che la bellezza dell’amore di Gesù non può essere alienante, ma che al contrario porta sempre avanti. Ed è per questo che il Vangelo di oggi, come spiega il Santo Padre, “traccia anche per noi una strada“, insegnando quanto sia importante “stare con Gesù“.
L’amore verso gli altri, attraverso i ‘volti sfigurati’
Stare con Gesù anche quando quello che dice non è sempre di facile ed immediata comprensione. “E stando con lui, infatti, che impariamo a riconoscere il suo volto. La bellezza luminosa dell’amore che si dona, anche quando porta i segni della Croce“. Ed è rendendo concreto questo aspetto nella quotidianità della vita di ciascuno che il Pontefice chiarisce: “È alla sua scuola che impariamo a cogliere la stessa bellezza nei volti delle persone che ogni giorno cammina di fianco a noi. I familiari, gli amici, i colleghi, chi nei modi più vari si prende cura di noi“.
“Quanti volti luminosi, quanti sorrisi e rughe, quante lacrime e cicatrici parlano d’amore attorno a noi. Impariamo a riconoscerli e a riempircene il cuore“. Imparare riconoscere l’amore anche nei volti sfigurati dal dolore, è questo l’insegnamento che Gesù desidera offrire con la Trasfigurazione. In questo modo sarà più semplice portare agli altri ciò che si è ricevuto e donare a chi sta accanto le opere concrete dell’amore. “Amando, servendo e perdonando con più slancio e disponibilità“.
L’appello del Papa al termine dell’Angelus
Al termine della preghiera dell’Angelus il pensiero di Papa Francesco è, innanzitutto, alle vittime dell’incidente ferroviario in Grecia. E immenso dolore, poi, espresso anche per il tragico naufragio avvenuto nelle acque di Cruto. Una preghiera speciale, anche in questo caso è rivolta alle vittime, ai loro familiari e per quanti sono sopravvissuti. Manifestando poi il ringraziamento e la gratitudine alla popolazione locale che ha offerto sostegno e supporto ai naufraghi, il Santo Padre ringrazia anche le istituzioni per la “solidarietà e l’accoglienza verso questi nostri fratelli e sorelle“. Prima di congedarsi da Piazza San Pietro, il Pontefice rinnova il suo appello affinché non si ripetano simili tragedie.
“I trafficanti di essere umani siano fermati. Non continuino a disporre della vita di tanti innocenti. I viaggi della speranza non si trasformino mai più in viaggi della morte. Le limpide acque del Mediterraneo non siano più insanguinate da tali drammatici incidenti. Che il Signore ci dia la forza di capire e di piangere“. Con queste parole Papa Francesco saluta i fedeli in ascolto della preghiera dell’Angelus, non prima di aver osservato qualche secondo di silenzio, in rispetto di quanto detto.