Dalla Cina arriva una sorta di ‘avviso ai naviganti’, Usa e Occidente, sia sulla guerra in Ucraina che sulla questione di Taiwan. In rapporto al conflitto in Europa, il nuovo ministro degli Esteri, Qin Gang, afferma che la relazione tra Cina e Russia “non minaccia alcun Paese“. E quindi “non è soggetta ad alcuna interferenza o discordia seminata da terzi“.
Si basa sui principi “di non alleanza, non confronto e non presa di mira di terze parti“. Anzi, se Cina e Russia “lavorano insieme, il mondo avrà una forza trainante verso il multipolarismo. E una maggiore democrazia nelle relazioni internazionali“. Mentre “l’equilibrio strategico globale e la stabilità saranno meglio garantiti“.
Cina e Usa, i due nemici
D’altra parte, è il monito del capo della diplomazia della Cina, se gli Stati Uniti “non frenano e continuano sulla strada sbagliata, ci saranno sicuramente conflitti e scontri. Chi ne sopporterà le catastrofiche conseguenze?” Per Qin Gang “contenimento e repressione non renderanno grande l’America e non fermeranno il rinnovamento della Cina“.
In una conferenza stampa Qin ha preso in esame anche la questione del pallone aerostatico transitato, e abbattuto, un mese fa sul territorio americano. Gli Usa “hanno agito con una presunzione di colpa, reagito in modo eccessivo, abusato della forza e drammatizzato l’incidente“, ha aggiunto.
La guerra in Ucraina
Riguardo alla guerra in Ucraina, la Cina “non ha fornito armi ad alcuna delle due parti del conflitto. La Cina non è l’artefice della crisi, né una parte direttamente interessata. Perché minacciare allora le sanzioni alla Cina? Non è assolutamente accettabile“. Secondo il neo ministro degli Esteri, “una mano invisibile” sembra sostenere una crisi prolungata in Ucraina. “È una tragedia che poteva essere evitata: la Cina sceglie la pace sulla guerra, il dialogo sulle sanzioni“. E “la de-escalation all’escalation“, ha notato ancora Qin Gang.
La Cina e Taiwan
Ma non è certo sfuggita all’attenzione del nuovo capo della diplomazia di Pechino la questione di Taiwan. Si tratta, ha detto Qin, del “fulcro degli interessi centrali della Cina, il fondamento politico nelle relazioni Cina-Usa e la prima linea rossa che non deve essere superata“. “Continueremo a lavorare per la riunificazione pacifica, ma ci riserviamo il diritto di prendere tutte le misure necessarie. Nessuno dovrebbe mai sottovalutare la ferma determinazione, la forte volontà e la grande capacità del governo e del popolo cinesi di salvaguardare la sovranità nazionale e l’integrità territoriale“.
Taiwan e il riarmo della Cina
Le parole di Qin Gang seguono quelle del ministro della Difesa di Taiwan, Chiu Kuo-cheng. Lunedì 6 marzo Chiu ha invitato a tenere alta l’allerta su un “ingresso improvviso” delle forze armate della Cina in aree vicine al territorio taiwanese. Parlando in Parlamento ha detto che il forte aumento della spesa militare cinese per il 2023 indica che Pechino si sta “preparando all’uso della forza se necessario” per conquistare l’isola. Domenica 5 marzo Pechino ha presentato il bilancio 2023, comprensivo di una spesa militare di 1.560 miliardi di yuan (quasi 230 miliardi di dollari), in rialzo del +7,2% rispetto a un anno fa, e al ritmo più veloce degli ultimi 4 anni.
Lo Speaker Usa rinuncia alla visita
“Penso che stiano aspettando una buona ragione per inviare truppe, come visite di alto livello da altri Paesi a Taiwan o attività troppo frequenti tra i nostri militari e quelli di altri paesi“, ha osservato ancora Chiu. Secco il commento della portavoce del ministero degli Esteri cinese, Mao Ning, “Taiwan fa parte della Cina e quindi Taiwan non ha un ministro della Difesa“. Lo speaker della Camera dei rappresentanti, negli Usa, Kevin McCarthy, ha deciso che incontrerà la presidente di Taiwan Tsai Ing-wen in California, rinunciando quindi a una visita nel paese per “evitare reazioni da parte della Cina“. L’incontro avverrà probabilmente in aprile.