Frammenti intensi e carichi di pathos, l’atrocità della guerra, ma anche l’amore e la speranza. Una miriade di emozioni forti sono quelle che mette in luce Antonella Polenta.
La scrittrice, già vincitrice del Concorso Letterario Internazionale per inediti Pegasus Golden Selection, dà luce ad una storia vera narratale da una testimone oculare, all’epoca dei fatti bambina.
Antonella Polenta e la storia dell’atroce fine di undici giovani
E così in un caleidoscopio di sentimenti l’autrice porta alla memoria la triste vicenda di undici ragazzi fucilati per aver rifiutato di arruolarsi nell’esercito della nascente Repubblica di Salò. Con la loro morte si spengono sogni, vissuti, amori, passioni, terminando di conseguenza anche la vita dei genitori che vedono spezzarsi improvvisamente l’esistenza dei loro figli. Una fine atroce e ingiusta, così come la guerra, il cui recente spettro attanaglia ancora oggi le nostre esistenze. Il volume è ambientato nel 1944 in piena epoca fascista.
Ai lettori di VelvetMAG in esclusiva Antonella Polenta, durante la presentazione avvenuta al Museo Storico dei Granatieri di Sardegna, a piazza Santa Croce in Gerusalemme, ha rivelato: “Con questo libro sono alla decima pubblicazione. Spazio fra vari generi letterari, tra romanzi storici, thriller, gialli e poesia. Ho scritto recentemente anche Talvolta un libro su Francesca da Rimini perché ho questa originale discendenza con la famosa nobildonna emiliana. Lei è nata come Francesca da Polenta e poi quando si è sposata è diventata Francesca da Rimini. Tanto è vero che attorno alla zona di Forlì esiste una frazione che si chiama Polenta. Mio nonno fece fare una ricerca araldica sulle origini del nostro cognome e venne fuori questa singolare discendenza.”
Riguardo il nuovo volume l’autrice a VelvetMAG ha svelato: “Il figlio della testimone oculare della tragedia dei ragazzi, che ha constato la sofferenza che ha causato alla madre vedere questa terribile strage, mi ha chiesto di portare alla luce questa toccante vicenda. Ho cercato far trasparire la quotidianità di queste giovani vite e delle loro famiglie che a prescindere dalla guerra c’era. E’ un racconto che mi ha appassionato molto. All’inizio ero restia. Ho preso le distanze, dovevo convincermi, poi invece mi è piaciuto molto raccontare ciò e descrivere anche le attività agricole che si svolgevano in questi casolari. Tutto questo mi ha dato una leggera gioia ed ha allentato la tensione della vicenda drammatica”. Un romanzo appassionante da leggere tutto d’un fiato.
La presentazione al Museo Storico dei Bersaglieri
La sanguinosa vicenda avvenuta il 22 marzo del 1944 a Maiano Lavacchio, frazione rurale di Magliano in Toscana, è trasposta da Antonella Polenta con intensità e dovizia. I giovani uomini verranno ricordati come “I martiri di Istia”, dal nome del vicino paese in cui alcuni di loro erano nati. Presso il Museo Storico dei Granatieri di Sardegna, tra quadri antichi e cimeli storici, Lucilla Quaglia, firma di punta della cronaca mondana de Il Messaggero, modera brillantemente l’evento a cui accorre un folto pubblico.
Dopo i saluti del padrone di casa, il colonnello Bruno Camarota, prende posto tra i tanti la principessa Maria Pia Ruspoli. Seguono, poco dopo, il principe Guglielmo Giovanelli Marconi, relatore in qualità di direttore Studi Umanistici Unimeier. Presenti anche le attrici Eliana Miglio, Beatrice Schiaffino e Martina Menichini. Accorre Marisela Federici, Franco Mariotti, Alessandra Canale, il marchese Emilio Petrini Mansi della Fontanazza, la presidente del Premio Simpatia Laura Pertica e lo stilista-astrologo Massimo Bomba. Le letture sono affidate a Vincenzo Bocciarelli. Tante le domande, da parte dell’interessato pubblico, per l’apprezzato e coinvolgente tema trattato dal testo in presentazione.