La guerra in Ucraina porta con sé un nuovo attacco degli hacker filorussi all’Italia. Aggressioni informatiche contro siti web italiani sono avvenute da parte dei pirati del gruppo NoName057(16). Coinvolti, tra gli altri, il ministero dei Trasporti, l’Autorità regolatrice dei trasporti e l’Atac: l’azienda dei bus di Roma.
La Polizia postale è intervenuta il 22 marzo per bloccare l’attacco. Al momento programmi e sistemi informatici stanno tenendo reggendo l’urto, secondo le autorità italiane. Tuttavia non mancano i malfunzionamenti.
Gli hacker contro Meloni
Sul suo canale Telegram il gruppo di hacker NoName057(16) cita i 20 militari ucraini addestrati in Italia sul sistema antimissile Samp-T. Ma anche le parole che la premier Giorgia Meloni ha pronunciato il 21 marzo alla Camera, in base alle quali non ci sarebbero le condizioni per avviare negoziati sull’Ucraina. Anche lo scorso 22 febbraio il gruppo di hacker NoName 057(16) aveva attaccato l’Italia. E aveva fatto già riferimento alla Meloni. Si era trattato di un’offensiva in reazione alla visita del 21 febbraio della premier italiana in Ucraina. I siti che gli hacker avevano preso di mira erano stati quello dei Carabinieri, del ministero degli Esteri e della Difesa. Ma anche quelli di società come la banca Bper e la società utility A2a.
Per rivendicare gli attacchi i pirati informatici di NoName 057(16) avevano scritto sul proprio canale Telegram che “l’Italia fornirà all’Ucraina il sesto pacchetto di assistenza militare, che includerà tre tipi di sistemi di difesa aerea“. Gli hacker avevano quindi condiviso sulla piattaforma i messaggi con l’immagine di un orso, chiaro riferimento alla Russia, che assesta una zampata alla bandiera italiana.
Ucraina, l’uranio impoverito
Sul fronte di guerra, in Ucraina, si registrano oggi 22 marzo nuovi attacchi e bombardamenti russi. Sarebbero almeno 4 le vittime di un attacco nella regione di Kiev; nella stessa capitale sono risuonate le sirene d’allarme. Bombe russe anche su Zaporizhzhia, la città vicino alla quale c’è la centrale nucleare più importante d tutta l’Ucraina. Il ministero della Difesa britannico ha confermato che i proiettili perforanti che invierà alle forze armate di Kiev contengono uranio impoverito. Tuttavia, ha aggiunto, si tratta di una procedura “standard” che gli inglesi usano “da decenni“. “È una componente standard che non ha nulla a che fare con armi o potenziale nucleare” si legge in una nota che Sky News ha diffuso.
“La Russia lo sa, ma sta deliberatamente cercando di disinformare“. Mosca aveva infatti reagito molto polemicamente, il 21 marzo, appresa la notizia che il Governo inglese non avrebbe esitato a spedire in Ucraina i proiettili all’uranio. Secondo il ministero di Londra “uno studio indipendente ha valutato che qualsiasi impatto sulla salute e sull’ambiente (di queste armi, ndr.) sarà probabilmente basso“.
Bakhmut, resistenza ucraina
Mosca è di parere esattamente opposto. “Provocherà una tragedia globale che colpirà principalmente l’Europa” l’eventuale fornitura di proiettili con uranio impoverito, ha affermato il presidente della Duma di Stato russa, Vyacheslav Volodin, sul suo canale Telegram. Volodin ha ricordato che gli Stati Uniti “hanno usato proiettili simili in Jugoslavia e Iraq, che hanno portato alla contaminazione dell’area, nonché a un forte aumento del cancro tra le persone“.
Nell’aggiornamento quotidiano sulla guerra, il ministero della Difesa britannico scrive inoltre, su Twitter: “C’è una possibilità realistica che l’offensiva russa su Bakhmut si stia indebolendo. Anche a causa del ridispiegamento delle forze russe in altri settori“. Nei giorni scorsi “le truppe dell’Ucraina hanno lanciato un contrattacco a ovest di Bakhmut che probabilmente allenterà la pressione sulla via di rifornimento. I combattimenti continuano nel centro della città, la difesa ucraina rimane minacciata da Nord e da Sud“. Kiev adesso attende con ancora più impazienza i carri armati Abrams e gli Usa ipotizzano di fornirli nell’arco di 8-10 mesi.