Si fa sempre più aspro in Francia il braccio di ferro fra le organizzazioni dei lavoratori e il presidente della Repubblica, Emmanuel Macron. E se Parigi brucia a Londra sale l’ansia. Tanto che Re Carlo III, che avrebbe dovuto giungere domenica 26 marzo nella capitale francese per la sua prima visita all’estero, ha annullato tutto.
AGGIORNAMENTO ORE 16:00 – L’Eliseo ha annunciato che la visita di Re Carlo III in Francia, che sarebbe dovuta cominciare il 26 marzo, è stata rinviata a causa delle violente proteste nel Paese contro la riforma delle pensioni. La decisione “è stata presa dai governi francese e britannico dopo un colloquio telefonico tra il presidente Emmanuel Macron e il Re” ha fatto sapere la presidenza francese in un comunicato. La “visita di Stato verrà riprogrammata al più presto“.
Il 23 marzo proteste e scontri di piazza in centinaia di città di tutta la Francia hanno portato al fermo di polizia per 457 persone. Tra le forze dell’ordine si contano 411 feriti per scontri e tafferugli. La protesta contro la riforma approvata in Parlamento che innalza l’età della pensione da 62 a 64 anni avrebbe potuto ora prendere di mira il sovrano britannico.
La Francia (non) accoglie Carlo
“Continueremo la mobilitazione e anche la visita di re Carlo III sarà nel nostro mirino” hanno annunciato due sindacalisti, Mathieu Obry della Cgt e Yvan Fort di Force Ouvrière. La visita di Stato del sovrano si preannuncia dunque ad alto rischio. Ma cosa potrebbe accadere? Alcuni appuntamenti potrebbero saltare per ragioni di sicurezza, mentre Carlo e la consorte Camilla troveranno la Capitale di Francia invasa dai rifiuti. Da quasi due settimane è infatti in corso lo sciopero dei netturbini contro la riforma delle pensioni.
Finora sono rimasti inascoltati all’Eliseo gli appelli giunti da più parti, tra cui le forze di opposizione politica, affinché Emmanuel Macron cancelli la visita di Carlo d’Inghilterra. Macron non ha alcuna intenzione di cedere. Come ha già dimostrato nell’intervista televisiva che ha dato a Tf1 e France 2 il 22 marzo, difendendo a spada tratta il progetto di alzare l’età pensionabile da 62 a 64 anni entro il 2030. Una riforma “necessaria“ ha detto “che non avrei voluto fare“. Il giorno dopo molti francesi hanno reagito invadendo di nuovo le piazze e disapprovando le parole del presidente, come dimostra il video accessibile dal link sottostante .
🔴🪧 Au lendemain de l’interview d’Emmanuel Macron, les cortèges ont de nouveau fait le plein dans de très nombreuses villes. À Paris, la CGT a dénombré 800 000 opposants à la réforme du gouvernement.
Certains d’entre eux ont souhaité répondre au président de la République ⤴️ pic.twitter.com/rXX6cYDLRF
— franceinfo plus (@franceinfoplus) March 24, 2023
Una visita contestata
Secondo le anticipazioni sulla visita del sovrano, la premier Elisabeth Borne sarà domenica sera all’aeroporto di Parigi Orly per accoglier re Carlo che rimarrà in Francia fino al 29 marzo. In agenda anche una cerimonia di commemorazione sotto l’Arco di trionfo, sugli Champs Elysées, mentre alla sera di lunedì 27 marzo si svolgerà un ricevimento al castello di Versailles.
Le opposizioni politiche ai centristi macroniani, ossia il Rassemblement di Marine Le Pen e la sinistra radicale di Jean-Luc Mélenchon, sono su tutte le furie. “È incredibile avremo Emmanuel Macron, il monarca repubblicano, che riceve Carlo III, che camminerà lungo gli Champs-Elysees, cenerà a Versailles, mentre la gente per strada manifesta” si è indignata Sandrine Rousseau, deputata di Europe écologie Les Verts (Eelv).
Francia, eventi a rischio per Carlo
Quale alternativa, in corso di valutazione, da Versailles la cena potrebbe essere spostata all’Eliseo. Oltre al soggiorno a Parigi, nella seconda tappa di Bordeaux, sembra compromessa la visita in tram organizzata per la coppia reale. “È quasi certo che il re non potrà prendere il tram“; ci saranno “probabili interruzioni sulla rete“. Carlo e Camilla dovrebbero anche recarsi in un vigneto biologico, oltre a visitare la regione devastata dagli incendi boschivi la scorsa estate.
Il Mobilier national, ente pubblico dipendente dal ministero della Cultura, ha dovuto confermare che il tappeto rosso sarà steso davanti ai piedi del re inglese. Perché c’è un appello della Cgt agli operai a non garantire “arredi, tappeto e bandiere“. L’incertezza sull’andamento delle mobilitazioni sociali nei prossimi giorni sta costringendo la presidenza francese a “continuare a elaborare il programma fino all’ultimo minuto“, in collaborazione con la controparte britannica. Pertanto potrebbe subire “variazioni improvvise“.