La riflessione che precede l’Angelus domenicale è incentrata sulla possibilità di ‘rinascere’ sempre da ogni sofferenza. In questa occasione, ispirandosi al Vangelo odierno, Papa Francesco chiede a tutti di lasciare che Gesù ‘tolga le pietre’ dai sepolcri dei cuori, allo stesso modo in cui ha fatto davanti alla tomba di Lazzaro.
In questa quinta domenica di Quaresima, il Vangelo narra l’ultimo miracolo di Gesù prima di Pasqua: la resurrezione di Lazzaro. Quest’uomo è un caro amico di Gesù, tanto che lui si mette in viaggio per andarlo a trovare, ma arriva quattro giorni dopo la sepoltura. Tuttavia, l’arrivo del Signore porta speranza nelle sorelle del defunto, “seppur nel dolore – spiega Papa Francesco – esse si aggrappano alla luce, a quella piccola speranza“. E Gesù, chiedendo di avere fiducia, fa aprire il sepolcro e dopo aver pregato grida: “Lazzaro, rialzati“. In questo miracolo, come precisa il Santo Padre, è contenuto un messaggio molto chiaro, ovvero che Gesù da la vita: “Anche quando sembra non esserci più speranza“. Una cosa che, come ribadisce il Pontefice riconoscendo sempre la fragilità e la delicatezza dell’essere uomini, può capitare spesso.
La riflessione che precede l’Angelus
Essere senza speranza o incontrare persone che hanno perso la speranza per svariati motivi, amareggiati, colpiti per un torto subito, delusi, travolti da un lutto inaspettato. Questo è capitato sicuramente a tutti. “Non c’è niente da fare” è una frase più comune di quanto ci si possa aspettare. Chiudere la porta ad ogni speranza, come evidenzia Papa Francesco nella sua riflessione che precede l’Angelus. “Ci sono momenti in cui la vita sembra un sepolcro chiuso. Tutto è buio, intorno si vedono solo dolore e disperazione“. Ma il miracolo che il Vangelo presenta oggi vuole ricordare che la fine non è questa, “che in questi momenti non siamo soli. Anzi in questi momenti Lui si fa più che mai vicino per ridarci la vita“.
“Gesù piange“, così come ha fatto davanti al sepolcro di Lazzaro, il Signore piange per noi. E a tal proposito, infatti, il Santo Padre tiene a ribadire che il Vangelo ripete per ben due volte che Gesù si commosse. Ma allo stesso tempo, il Signore invita a non smettere di sperare “a non lasciarsi schiacciare dai sentimenti negativi, che ti tolgono il pianto“. Gesù si avvicina al sepolcro e dice “Togliete la pietra” e allo stesso modo Gesù è pronto a togliere la pietra dal cuore di chiunque abbia perso la speranza e si sente oppresso dalla sconfitta e il dispiacere. “I dolori, gli errori, anche i fallimenti non nascondeteli dentro di voi, in una stanza buia e solitaria. Togliete la pietra. Tirate fuori tutto quello che c’è dentro. Anche la vergogna“, esorta ancora Papa Francesco ricordando che Gesù dice: “Gettatelo in me con fiducia. In non mi scandalizzo“.
Togliete la pietra!
Il Pontefice invita a non avere paura dei propri sbagli, dei propri smarrimenti, delle proprie angosce, perché il Signore non giudica mai, ma desidera più di ogni altra cosa che ciascuno torni a vivere. E come a Lazzaro, Gesù dice a tutti: “Vieni fuori! Rialzati, riprendi il cammino, ritrova fiducia“. E chiedendo a tutti di non avere remore a vivere i propri stati d’animo, il Pontefice invita a non cedere al pessimismo, allo sconforto, a ciò che isola “alla paura che paralizza“. Questo brano del Vangelo è dunque un “inno alla vita“, conclude Papa Francesco nella sua riflessione che precede l’Angelus. Ed arriva proprio poco prima della Pasqua, il momento in cui bisogna “togliere la pietra e andare incontro a Gesù che è vicino“.
E prima di recitare la preghiera dell’Angelo il Santo Padre lancia una riflessione a tutti, chiedendo quanto si è in grado di sostenere gli altri nel ‘togliere le pietre’ dai cuori. Infine, rivolgendosi ai confessori ricorda: “Anche voi siete peccatori e voi siete nel confessionale non per torturare, ma per perdonare. E per perdonare tutto, come il Signore perdona tutto“. Poi, al termine dell’Angelus, Papa Francesco ha ricordato il rinnovo della Consacrazione al Cuore Immacolato di Maria, e così come ha fatto anche nell’Udienza Generale dello scorso mercoledì 22 aprile, il Santo Padre ha voluto ricordare che: “Solo la conversione dei cuori può aprire la strada che conduce alla pace“. E da queste parole un’instancabile e costante richiesta di preghiera per il martoriato popolo ucraino. Il Pontefice, prima di salutare Piazza San Pietro, chiede inoltre di restare vicini anche ai terremotati della Turchia e della Siria. Una preghiera anche per la popolazione del Mississippi colpita da un devastante tornado. E dopo i suoi immancabili appelli, il Santo Padre si conceda da Piazza San Pietro.