Anche da ‘morta’ Alitalia non trova pace. La Commissione europea ha concluso che il prestito ponte da 400 milioni di euro che la compagnia di bandiera, ora trasformata in Ita, ricevette nel 2019 rappresenta un aiuto di Stato illegale ai sensi delle norme comunitarie.
L’Italia deve quindi recuperare quella somma maggiorata degli interessi. Lo ha annunciato lo stesso esecutivo Ue. E comunque non spetta a Ita dover rimborsare lo Stato perché la nuova compagnia “non può dirsi il successore economico” di Alitalia.
Alitalia, la posizione della Ue
La Commissione ritiene che, concedendo nel 2019 il prestito di 400 milioni di euro di aiuti di Stato, l’Italia non si è comportata come avrebbe fatto un operatore privato. Non ha cioè valutato in anticipo la probabilità di rimborso dei prestiti, più gli interessi, ma ha puntato esclusivamente a garantire la continuità del servizio dei voli nazionali e internazionali di Alitalia. Inoltre, la Commissione ha ritenuto che il prestito ponte che il Governo Conte fornì non potesse considerarsi ai sensi degli orientamenti sugli aiuti per il salvataggio e la ristrutturazione. Alitalia aveva infatti già beneficiato di aiuti precedenti, vale a dire i due prestiti concessi nel 2017.
Obblighi violati
Pertanto, il prestito del 2019 violerebbe l’obbligo di una tantum che gli orientamenti per il salvataggio e la ristrutturazione prevedono. Su questa base, il 27 marzo la Commissione ha concluso che nessun investitore privato avrebbe concesso, all’epoca, il prestito alla compagnia. Perciò il prestito che il Governo ha conferito ad Alitalia costituirebbe un ingiusto vantaggio economico rispetto ai suoi concorrenti sulle rotte nazionali, europee e mondiali. Il che costituisce un aiuto di Stato incompatibile con le norme sulla libera concorrenza nella Ue.
Aiuto di Stato illegittimo
L’Italia deve ora, come detto, recuperare da Alitalia l’aiuto di Stato illegittimo pari a 400 milioni di euro più interessi. La Commissione, precisa Bruxelles in una nota, “ha già rilevato nel settembre 2021” che la nuova compagnia erede di Alitalia – la Ita Airways, a sua volta già in vendita, nel cui capitale dovrebbero entrare massicciamente i tedeschi di Lufthansa – “non può dirsi il successore economico” della vecchia compagnia. E questo sebbene ne abbia rilevato alcuni asset. Di conseguenza, Ita “non è tenuta a rimborsare l’aiuto ricevuto da Alitalia“.
Alitalia, amministrazione straordinaria
Lo Stato italiano ha dunque il dovere, sostiene la Commissione, di “recuperare da Alitalia gli aiuti illegittimi e incompatibili” con le norme Ue “maggiorati degli interessi“. E, nel caso di fallimento della compagnia, Alitalia potrà rimborsare la somma “nel limite dei ricavi ottenuti dalla vendita dei suoi asset“. “L’amministrazione straordinaria di Alitalia è ancora in corso” sottolinea una portavoce dell’esecutivo europeo. Si tratta di un’amministrazione “finalizzata al completamento della liquidazione del patrimonio del vettore” ha ricordato.
La reazione del Governo Meloni
“L’esclusione di Ita dalle richieste di restituzione del prestito ponte ad Alitalia è la dimostrazione che siamo nel giusto e continueremo su questa strada. Le conclusioni della Commissione Ue erano attese e ampiamente previste“. Così il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti sulle conclusioni della commissione europea su Alitalia. Una reazione, quella del titolare di Via XX Settembre, che però sembra sorvolare completamente sulla pessima figura a livello internazionale dello Stato italiano in tutta questa vicenda sempre più annosa.