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Arrestato in Russia reporter del Wall Street Journal, rischia 20 anni di carcere

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L’Fsb, i servizi di sicurezza della Russia, ha reso noto che un giornalista americano del Wall Street Journal (WSJ), Evan Gershkovich, 32 anni, è in arresto. Gli agenti hanno fermato il reporter del celebre quotidiano economico statunitense a Ekaterinburg.

Gershkovich, regolarmente accreditato presso il ministero degli Esteri russo, dovrà rispondere dell’accusa di “spionaggio“. In un comunicato l’Fsb ha affermato che il giornalista, “agiva su istruzione della parte americana“. E “raccoglieva informazioni coperte dal segreto di Stato sull’attività di una delle imprese del complesso industriale militare russo“.

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Evan Gershkovich, 32 anni, giornalista del Wall Street Journal arrestato in Russia. Foto Twitter @TV2000it

Le accuse della Russia

L’accusa di spionaggio si basa sull’articolo 276 del Codice penale, che prevede condanne fino a 20 anni di reclusione. Evan Gershkovich, i cui genitori vivono negli Stati Uniti ma sono originari dell’ex Unione Sovietica, ha 32 anni e parla russo. Prima che lo assumesse il Wall Street Journal aveva lavorato per l’agenzia Afp (Agence france presse) e per la testata russa in lingua inglese Moscow Times. “Il Wall Street Journal è profondamente preoccupato per la sicurezza di Evan Gershkovich” ha affermato in una nota il quotidiano newyorkese.

Lo scambio di detenuti nel 2022

Il dubbio è che adesso l’arresto del cronista del maggiore giornale statunitense per copie stampate (circa 2 milioni ogni giorno), e fra i più autorevoli del mondo, abbia ripercussioni serie. In primo luogo sui rapporti ormai profondamente incrinati fra la Russia e gli Usa a causa della guerra in Ucraina. Lo scorso 8 dicembre, solo a seguito di trattative durate mesi, era tornata a casa dalla Russia la stella del basket femminile americano Brittney Griner. Avvenne uno scambio di prigionieri, come in guerra. All’aeroporto di Abu Dhabi i russi rilasciarono Griner mentre gli americani ‘restituirono’ il trafficante di armi Viktor Bout.

Dmitry Muratov porta una foto del defunto ex presidente sovietico Mikhail Gorbaciov dopo una cerimonia di addio alla Camera dei sindacati a Mosca, il 3 settembre 2022. Gorbaciov è morto a 91 anni il 30 agosto 2022. Foto Ansa/Epa Maxim Shipenkov

All’inizio del 2022 Griner era andata in Russia durante la pausa tra una stagione e l’altra della Wnba, in America, per giocare con l’Ummc di Ekaterinburg, la stessa città dove adesso l’Fsb ha bloccato il cronista del WSJ Evan Gershkovich. La cestista era finita agli arresti, poi processata e detenuta in una colonia penale della Russia orientale per un presunto “possesso di droga“. Nello scambio di detenuti fra Russia e Usa negli Emirati Arabi Uniti avrebbe dovuto comparire anche un altro prigioniero statunitense: l’ex marine Paul Whelan. L’uomo è invece rimasto in carcere in Russia a seguito di una condanna a 16 anni per spionaggio. Le stesse accuse ora rivolte al giornalista di origine russa del Wall Street Journal, Evan Gershkovich.

Putin può premere il pulsante nucleare

Da Mosca però arrivano altre notizie sintomo di un aggravamento della crisi mondiale innescata dall’invasione russa dell’Ucraina. In un’intervista alla Bbc, il Premio Nobel per la Pace 2021, Dmitry Muratov, direttore della Novaya Gazeta, storico giornale indipendente della Russia che Putin ha soppresso, rilancia l’allarme nucleare. “Due generazioni hanno vissuto senza la minaccia di una guerra nucleare“, ha detto Muratov al giornalista Steve Rosenberg. “Ma questo periodo è finito. Putin premerà il pulsante nucleare o no? Chissà? Nessuno lo sa. Non c’è una sola persona che possa dirlo con certezza“. Muratov aveva già lanciato il suo allarme al mondo pochi giorni dopo l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, il 3 marzo 2022. In quell’occasione si era fatto latore di un messaggio di pace dell’ex presidente dell’Urss, Mikhail Gorbaciov, gravemente malato in ospedale.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore. Segui Domenico su Facebook Segui Domenico su Linkedin

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