Donald Trump appare tutto sommato soddisfatto. Si è dichiarato “non colpevole” dei 34 capi d’accusa, inclusa la cospirazione, per i quali è comparso in tribunale a New York il 4 aprile. E ora cerca di capitalizzare politicamente a suo vantaggio le conseguenze dell’udienza preliminare nell’ambito del processo sul caso Stormy Daniels.
“Il mio unico crimine è stato difendere l’America. Nulla è stato fatto illegalmente. Una grande giornata, l’indagine è una farsa” ha dichiarato una volta tornato nella sua residenza a Mar-a-Lago, in Florida.
Trump, le donne e le accuse
Il tycoon è il primo ex presidente americano a finire sotto inchiesta penale e in stato di arresto. In realtà la Corte lo ha rilasciato senza restrizioni, sebbene lo abbia formalmente incriminato per il pagamento di 130mila dollari effettuato dai fondi della sua campagna elettorale nel 2016 all’ex pornostar Daniels. Questo affinché la donna tacesse sulla loro relazione extraconiugale.
L’ex presidente è sotto accusa per aver pagato, oltre a Stormy Daniels, altre due donne: l’ex modella di Playboy, Karen McDougall, e un’impiegata presso la Trump Tower. Le tre donne avrebbero ricevuto rispettivamente 130mila, 150mila e 30mila dollari. Trump avrebbe inoltre corrotto un usciere. La nuova udienza del processo si terrà il 4 dicembre, l’inizio del processo slitterà al 2024: l’anno decisivo per la campagna elettorale in vista delle presidenziali. Alle quali Trump si è ricandidato nonostante le gravi indagini penali a suo carico.
Il procuratore di Manhattan ha chiesto la protezione dei testimoni. Tra i capi d’accusa – ben 34 – all’ex inquilino della Casa Bianca figura quello di aver partecipato a una cospirazione per minare l’integrità delle elezioni del 2016. Ciò sarebbe accaduto anche attraverso una serie di pagamenti in denaro per mettere a tacere tre “vicende imbarazzanti” prima della campagna per le presidenziali, ossia i rapporti con le donne di cui sopra.
Cosa ha detto il tycoon
L’ex capo di Stato ha parlato in Florida dopo aver fatto ritorno nella sua mega villa, a seguito dell’udienza a New York. Il suo discorso è durato circa 25 minuti. Molti analisti americani lo hanno giudicato “breve e deludente“. In buona sostanza ha attaccato gli avversari politici e ha contestato le altre inchieste che lo vedono coinvolto. Ovvero quella sulle interferenze elettorali in Georgia durante le presidenziali nel 2020 vinte da Joe Biden, così come quella relativa ai documenti classificati ritrovati dall’FBI proprio a Mar-a-Lago, nell’estate 2022.
“Non ho mai pensato che una cosa del genere potesse accadere in America” ha tuonato Trump. “L’unico crimine che ho commesso è stato difendere l’America da chi la vuole distruggere“, ha scandito fra le grida di supporto dei suoi sostenitori. Poi l’attacco a Joe Biden: “Vuole la Terza Guerra Mondiale“. “Ne ha fatte di tutti i colori quando era senatore” ha affermato il tycoon in riferimento alla questione delle carte top secret trovate nei suoi uffici.
Trump, attacco a Biden
Negli ultimi mesi gli investigatori hanno trovato carte secretate all’interno di strutture utilizzate da Biden durante i suoi mandati da vicepresidente e da senatore. E Trump è andato giù duro. “Un vicepresidente, così come un senatore, non può declassificare nulla. Si tratta di un comportamento inaccettabile, eppure non mi pare che lo stiano perseguitando come stanno facendo con chi lavora per me“. Per Trump, l’Amministrazione Biden “sfrutta il sistema giudiziario statunitense, ormai diventato fuorilegge, per vincere le elezioni“.
Ma Trump ha scagliato i suoi anatemi anche contro i magistrati, dicendosi “perseguitato politico“. Del procuratore di Manhattan, l’afroamericano Alvin Bragg, l’ex presidente ha detto che “lo paga George Soros“; di Jack Smith, impegnato nell’inchiesta sulle carte top secret portate dalla Casa Bianca a Mar-a-Lago, ha dichiarato che è “pazzo“. Tutti, secondo l’ex presidente americano, sono strumenti della “sinistra radicale” che hanno l’obiettivo di fermarlo “a ogni costo“.