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Sondaggi: effetto Berlusconi su Forza Italia, cala la fiducia nella Meloni

Fratelli d'Italia sotto il 30% mentre il PD di Schlein non arriva al 20%. Per il Centrosinistra è ancora buio fitto

I sondaggi politici mostrano un calo di Fratelli d’Italia e una sorta di ‘effetto Berlusconi’ su Forza Italia. E la fiducia in Giorgia Meloni scende per la prima volta sotto il 40%.

Fratelli d’Italia non riesce a tornare sopra il 30%. Da quando Elly Schlein è alla guida del PD, il partito di Meloni è sceso e non ha più recuperato. Almeno fino alle indagini demoscopiche di metà aprile.

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Silvi Berlusconi e Giorgia Meloni. Foto Ansa

Sondaggi, battuta d’arresto per il PD

Dall’altro lato, i dem hanno guadagnato punti con la nuova segretaria. La quale lo scorso 26 febbraio ha vinto la sfida delle primarie contro il rivale Stefano Bonaccini. Adesso però i sondaggi mostrano un primo calo. Secondo Supermedia Agi/YouTrend, il PD accusa una battuta d’arresto che lo riporta sotto il 20%, precisamente al 19,7% (-0,3%). Fratelli d’Italia si conferma in discesa sotto il 29%, attestandosi al 28,6% e perdendo lo 0,5% rispetto alla scorsa settimana.

Forza Italia e il Terzo Polo

Sale invece Forza Italia ora al 7,3% (+0,4%). Si tratta, secondo gli autori dei sondaggi, di un effetto del ricovero di Silvio Berlusconi in terapia intensiva all’ospedale San Raffaele una settimana fa. Le condizioni di salute del leader azzurro hanno rianimato i consensi, aggregando estimatori del Cavaliere attorno alla sua figura, che comunque resta carismatica e a suo modo unica.

Tanto che il Terzo Polo, che avrebbe dovuto ‘prosciugare’ il bacino elettorle di Forza Italia, non si avvicina per nulla a questo obiettivo. Adesso, anzi, data la clamorosa rottura dei rapporti politici fra Carlo Calenda e Matteo Renzi, tutto diventa più difficile per i centristi. Dall’ultima rilevazione – basata su un numero di sondaggi lievemente inferiore al solito, a causa delle festività pasquali – Forza Italia guadagna e aggancia il Terzo Polo al 7,4%. La federazione tra Azione e Italia Viva è rimasta ferma. Così come del resto rimangono stabili i partiti più piccoli: Verdi/Sinistra al 3,0% (-0,2%), +Europa 2,2% e Italexit 2,1%. Unione Popolare 1,6% (+0,1%) e Noi Moderati 1,2%. Sostanzialmente stabile  (+0,2%) il M5S ora al 15,8%.

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Il ministro della Difesa Guido Crosetto. Foto Ansa/Massimo Percossi

Meloni e il Centrodestra

Per quanto riguarda le coalizioni, il Centrodestra si attesta al 46,1%, guadagnando lo 0,3%. Crolla invece di brutto il Centrosinistra: 24,9% (-9,4%). È una fase difficile, comunque, anche per il Governo di Giorgia Meloni. Tanti dossier sul tavolo della presidente del Consiglio, tante decisioni da prendere, tanti nodi da sciogliere. La complessità della fase incide sulla fiducia degli italiani nei confronti della premier, l’esperta di sondaggi Alessandra Ghisleri.

Nell’ultima settimana la fiducia in Meloni è scesa sotto quota 40%. Per la precisione, al 39,7%, scrive Ghisleri sulla Stampa. L’interpretazione del perché riporta come detto alle ultime vicende: dalle nomine nelle aziende partecipate dallo Stato al varo del Documento di economia e finanza (Def). Tutte questioni che non hanno certo inciso positivamente sul giudizio dei cittadini. Molti italiani, a partire dagli elettori di Fratelli d’Italia e del Centrodestra, aspettano ancora risposte concrete alle domande più urgenti.

Ossia dal caro-prezzi all’emergenza migranti. Quest’ultima non solo non si ridimensiona, ma anzi si aggrava. Riguardo alla politica estera, il campione dei sondaggi di Ghisleri è d’accordo con Emmanuel Macron sull’Europa ‘vassalla’ degli Stati Uniti. Mentre per quanto riguarda i ministri più apprezzati del governo Meloni, il migliore è Guido Crosetto con il 37,6% (ma la sua popolarità è in calo). Seguito da Antonio Tajani, Giancarlo Giorgetti e Carlo Nordio.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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