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Meloni al Salone del Mobile: “Più lavoro alle donne e più figli in Italia”

Molti imprenditori chiedono di facilitare l'ingresso di immigrati che vengano a lavorare ma la premier punta su altre 'carte' e promette incentivi alle coppie che fanno bambini

La premier Giorgia Meloni ha visitato il Salone del Mobile di Milano, una delle più importanti fiere del settore a livello internazionale. “Il Salone è una vetrina dell’eccellenza italiana nel mondo” ha detto il capo del Governo, che poi si è concentrato su altri argomenti, come il lavoro femminile e il fatto che in Italia nascono pochi bambini (meno di 400mila all’anno).

Per troppi anni non ci sono stati investimenti sulla natalità” ha sottolineato Meloni parlando a margine della visita. “In Italia abbiamo un problema di tenuta del sistema economico e sociale, non abbiamo investito” sul creare le condizioni perché nascano più bambini, sostiene la presidente del Consiglio.

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La premier Giorgia Meloni al Salone del Mobile di Milano il 18 aprile 2023. Foto Twitter @iSaloniofficial

Meloni, le donne e i migranti

Ci sono sempre più persone da mantenere e sempre meno persone che lavorano” è andata giù Meloni senza tanti mezzi termini. “Questo problema si risolve in vari modi: il modo su cui lavora il Governo non è solo quello dei migranti. Ma anche quello della grande riserva inutilizzata che è il lavoro femminile. Portandolo alla media europea e puntando sulla demografia, con l’incentivo alle famiglie di mettere al mondo dei figli” ha detto la premier.

Se temo che una stretta sui flussi migratori possa far mancare i lavoratori? Io penso che prima di arrivare al tema immigrazione si debba lavorare per esempio sulla possibilità di coinvolgere molte più donne nel nostro mercato del lavoro. Poi c’è il tema di incentivare la natalità. Credo che siano queste le priorità sulle quali lavorare“. “Ci sono tante cose che vanno incentivate. Ci stiamo lavorando a partire da un prossimo collegato alla legge di bilancio che arriverà in Consiglio dei ministri proprio sul tema del sostegno alle eccellenze“. “I punti cardine vanno dal sostegno alle Pmi, alla difesa del marchio fino alla formazione“, ha detto Giorgia Meloni.

L’Italia, l’Europa, i marchi

Oggi il vero problema dell’Europa, nel quale l’Europa si sveglia, è un’assenza di autonomia strategica” ha inoltre dichiarato la Meloni al Salone del Mobile. “Ci siamo svegliati che non siamo più padroni del nostro destino. Oggi si affronta. Il dibattito è aperto. Qualcuno poneva il problema qualche anno fa, e veniva definito un pericoloso sovranista. È un tema centrale sul quale rafforzare la nostra capacità strategica“.

salone mobile milano 2023 visitatori
Foto Twitter @iSaloniofficial

Con il Covid, la casa, l’arredo, sono diventati un pezzo della nostra identità. Molto più che semplicemente il nostro rifugio. È qualcosa che condividiamo con gli altri, definiscono il nostro carattere, la nostra personalità, e il benessere e la bellezza sono la base di qualsiasi forma di salute. Il marchio è la cosa più preziosa che abbiamo, a patto che siamo in grado di difenderlo e valorizzarlo” ha poi aggiunto Meloni.

“Filiera legno-arredo made in Italy”

Nelle prossime settimane faremo un collegato alla manovra per valorizzare il marchio, una legge quadro che punti su tre pilastri: lotta senza quartiere a contraffazione e concorrenza sleale, strumenti finanziari per far crescere le Pmi nei settori dell’eccellenza, e formazione e competenza“. Quindi Meloni ha concluso affermando che “stiamo lavorando per disegnare una cornice che renda il settore del legno indipendente, coniugando sostenibilità ambientale ed economica. Vogliamo puntare a una filiera del legno-arredo 100% made in Italy“. I visitatori intanto si godono il Salone del Mobile e i mille eventi fuori Salone.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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