Francesca Valtorta ed Elena Rossi Linguanti per “Immaginaria 2023”
La manifestazione capitolina dedicata a "Lesbians & Other Rebellious" tra gli spazi del Cinema Aquila
Immaginaria 2023 ha aperto le sue porte. L’International Film Festival of Lesbians & Other Rebellious Women, manifestazione internazionale di cinema indipendente dedicata alla Settima Arte delle donne, con particolare attenzione alla cinematografia a tematica lesbica e femminista si sta svolgendo a Roma con una kermesse piena di eventi, spettacoli, presentazione di libri e soprattutto cinema!
La diciottesima edizione di Immaginaria 2023 è stata inaugurata giovedì 20 aprile alle ore 21.00 con una serata di Stand Up Comedy, durante la quale si sono esibite varie artiste emergenti. Ma l’International Film Festival of Lesbians & Other Rebellious continuerà con la sua fitta programmazione fino a domenica 23 Aprile e, a parlarne per VelvetMAG, l’attrice Francesca Valtorta e la direttrice di Immaginaria 2023 Elena Rossi Linguanti.
Intervista esclusiva Francesca Valtorta a VelvetMAG
Dal 20 al 23 Aprile, al Nuovo Cinema Aquila di Roma, si tiene la diciottesima edizione di Immaginaria 2023. Il primo festival internazionale di cinema indipendente alla tematica lesbica e femminista. L’obiettivo del Film Festival è quello di raccontare le vite. Ma anche la cultura, la storia, la politica delle donne presenti e passate, lesbiche, femministe, coraggiose e impegnate a costruire un mondo dove chiunque possa ‘respirare’ con libertà. La manifestazione che si svolge all’interno della cornice capitolina è il riflesso dello sguardo di registe indipendenti e non solo. La prospettiva quest’anno è ancora più ampia proponendo una selezione cinematografica di film provenienti da tutto il mondo. In questa intervista, Francesca Valtorta – una delle giudici della categoria Documentari – ci ha parlato di quanto sia potente il discorso emotivo che si percepisce attraverso i documentari presenti al festival.
Nel ruolo di giudice, quali saranno i parametri che seguirai?
Guardando in questi giorni i diversi documentari, sono rimasta molto colpita da alcuni che riguardano tematiche che non avevo affrontato prima, persone che non avevo mai sentito nominare e che mi hanno fatto capire – appunto – quanto sia importante un festival come questo che va finalmente a dare luce a tutta una serie di persone, tematiche, luoghi che sono stati negli anni dimenticati, relegati, ghettizzati. Sto cecando quindi di fare un’analisi. Ovviamente sì, vi si pone lo sguardo sulla parte tecnica che riguarda proprio la messa in scena, la luce, la fotografia che sono importanti, ma vi è anche dall’altra parte il discorso emotivo. Ci sono stati alcuni documentari che mi hanno davvero commosso. Fra le giurate cercheremo insieme di trovare probabilmente un equilibrio fra una serie di parametri. E non sarà facile perché, questi undici documentari sono tutti interessantissimi. Mi hanno molto colpito!
Immaginaria è un festival che pone lo sguardo ad un linguaggio audiovisivo
Potrebbe sembrare che questo festival riguardi solo la tematica lesbica, ma in realtà è molto più ampio. Un festival che celebra le donne che, come categoria, hanno dovuto combattere più degli uomini per vedersi affermare i propri diritti e in generale, può essere il festival di tutte le persone che per un motivo o per un altro hanno dovuto lottare. E’ un festival che si deve aprire a tutti: donne, uomini, fluidi e non fluidi. E’ un festival che va a trattare una tematica che dal particolare – quella proprio delle donne lesbiche – può essere in realtà ampliata alla lotta dei diritti di ognuno di noi.
Cosa ti aspetti da questo festival e cosa desideri che gli altri possano portarsi a casa dopo queste tre giornate di manifestazione?
Spero di conoscere tante persone interessanti che potranno darmi una loro testimonianza e che hanno spinto queste persone ad essere presenti. Sono proprio le testimonianze particolari che ti spingono ad approfondire tutta una serie di tematiche. Io ho avuto la fortuna di guardare in anteprima i documentari, e ripeto, li trovo interessantissimi. Ho scoperto per esempio, che esiste una regista donna che è stata la prima regista donna e la prima regista in generale; anche tra gli uomini, di un film di finzione della storia del cinema che non viene ricordata. E’ stata cancellata dagli archivi. Dimenticata la prima donna regista sceneggiatrice e produttrice della storia quando ancora le donne non potevano neanche lavorare. Una figura che mi era sconosciuta ed è una cosa allucinante!
Quindi spero che tante persone possano veramente andare a vedere – non solo i documentari che sono quelli che io ho visto e che consiglio – ma anche i film e i cortometraggi proposti che sono all’altezza del festival, sono delle opere culturali di scoperta. Purtroppo non ci si crede, si pensa ormai di sapere e conoscere tutto, e invece – soprattutto in questo ambito, ovvero quello delle donne – ci sono una serie di figure importantissime che sono sconosciute, come anche tutta una serie di problematiche alle quali non si percepisce la natura.
Hai definito in precedenza questo mestiere come “una scelta estrema” riparlandone anche in una recente intervista rilasciata sul nostro magazine. In merito al festival e a coloro che hanno parlato della propria vita, delle esperienze vissute, pensi che sia stata anche questa ‘una scelta estrema’?
Beh, assolutamente una scelta coraggiosa anche quella di mettersi al centro e denudarsi per tirare fuori un tema che non fosse semplicemente il tema o la propria lotta personale, ma che diventasse – appunto – una lotta di altre donne e di tutti in generale. Molte delle protagoniste di questi documentari – come sicuramente anche dei film e dei cortometraggi – secondo me hanno fatto un atto di coraggio perché si sono veramente messe in gioco in prima persona, partendo da se stesse per cercare di arrivare a tutti quanti.
Intervista esclusiva Elena Rossi Linguanti a VelvetMAG
Immaginaria compie il suo diciottesimo anno d’età. Elena, se volgessi lo sguardo verso il passato, come descriveresti gli anni fino ad oggi? Qual è stata la sua evoluzione?
Siamo partite nel lontano 1993, quando eravamo fondamentalmente: io, Cristina Zanetti, Marina Genovese e Debora Cuma. Siamo partite da questa domanda: “Come mai non si vedono storie che abbiano tematiche lesbiche sugli schermi cinematografici in Italia? Oppure, se si vedono, sono tutti film che finiscono male come il suicidio delle protagoniste o con la conversione all’eterosessualità?”. Da questa domanda siamo partite e abbiamo cominciato a ‘scavare’ nei vari luoghi: festival, case di produzione, registi, etc…scoprendo in realtà che esisteva un altro tipo di sguardo con storie che non finivano male. Quindi, abbiamo deciso non di vedere questi film comodamente sedute sul nostro divano, ma di organizzare un festival. Dal 1993 abbiamo fatto ben 12 edizioni a Bologna per poi fermarci perché perché purtroppo Marina Genovese – che era una delle fondatrici – è scomparsa prematuramente.
Devo dire che, non ci siamo mai davvero fermate completamente, abbiamo continuato sempre ad organizzare qualche rassegna qua e là, abbiamo continuato la selezione cinematografica, ci sono state le cinque giornate lesbiche di Roma, le giornate al fuori salone delle lesbiche a Milano. Poi abbiamo – e questo è tuttora vigente – la collaborazione del festival Mix di Milano. Ma è dal 2018 siamo tornate a fare il festival in pianta stabile a Roma. Un anno a Villa Borghese e poi, come quest’anno, al Cinema Aquila al Pigneto. Quindi sì, questo è il 18esimo anno di Immaginaria, nonostante qualche buco in mezzo. E questo è un traguardo per noi importantissimo.
Come sarà questo 18esimo anno avendo visto un quadro generale delle opere che ci saranno quest’anno al festival?
Intanto dico che abbiamo 35 film in questi tre giorni. E’ un numero altissimo. In particolare abbiamo: 6 fiction, 11 documentari e 18 cortometraggi che vengono un po’ da tutto il mondo. E’ chiaro che il 99% della nostra selezione è straniera. Ci sono film che vengono in prevalenza dagli Stati Uniti, dal Canada e dall’Inghilterra, ma abbiamo anche un film che viene dal Kazakistan. Abbiamo un cortometraggio che viene invece dalla Nigeria e così via. Con questi film si farà il giro di tutto il mondo!
Il festival è cominciato con un prequel il giovedì con un serata di Stand Up Comedy, così da celebrare il 18esimo compleanno di Immaginaria. Mentre da venerdì si entra proprio nel vivo del festival con l’inaugurazione dove ci sarà con noi la nostra madrina che è Ema Stokholma e saranno con noi tutte le giurate (anche loro dei nomi prestigiosissimi). Ti cito solo le presidenti: per i lungometraggi Cinzia TH Torrini, per i cortometraggi Carmen Pignataro, per i documentari Giuliana Misserville e per le colonne sonore Chiara Civello.
Cosa manca ancora ad Immaginaria e cosa, invece, ha conquistato nel suo 18esimo anno?
Eh, bella domanda! (ride, n.d.r.). Grazie di avermela posta! Chiaramente sì, è vero: siam cresciute! Essendo dal 1993, siam cresciute tutte. Siamo anche abbastanza invecchiate, noi fondatrici. Quello che abbiamo cercato di fare – e cerchiamo tuttora sempre di fare – è di creare un ricambio generazionale. Ovvero di fare avvicinare, di coinvolgere insomma, le nuove generazioni, perché altrimenti, ad un certo punto, se non c’è un ricambio generazionale, un progetto come questo, fisiologicamente non funziona più. Si è pensati dunque di allargare l’equipe. Direi che ci siamo riuscite abbastanza, perché abbiamo numerose giovani programmatrici, un equipe straordinaria di fotografe, videomaker. Abbiamo tantissime volontarie che ci aiutano proprio durante il festival. Questo è un profilo che abbiamo sempre migliorato, però – come ben sappiamo – c’è sempre spazio al miglioramento. Si può sempre crescere di più.
Noi siamo un festival di volontarie. Abbiamo pochissimi finanziamenti a parte quest’anno che, per fortuna, abbiamo vinto il bando della Chiesa Valdese. I finanziamenti scarseggiano. Se avessimo più soldi, potremmo fare delle cose ancora più straordinarie. Mettiamola così, dai!