Nuovo Reddito di Cittadinanza: cosa sono i meccanismi GIL, GAL, PAL
Il governo Meloni aggiunge nuovi requisiti chiave per cambiare il provvedimento bandiere dei 5 Stelle
Con il 2023 il Reddito di cittadinanza, provvedimento portabandiera del Movimento 5 Stelle, cesserà di esistere. Secondo le nuove informazioni trapelate riguardo la bozza sul Decreto Lavoro, il governo Meloni ha ideato al suo posto tre differenti meccanismi che sostituiranno lo strumento caro ai grillini.
Iniziamo a famigliarizzare con le sigle GIL, PAL, e GAL. Che cosa prevedono e soprattutto chi includono? A partire dal 2024 il governo Meloni sostituisce il Reddito di cittadinanza con tre misure differenti, indicate con le rispettive sigle: GIL, PAL e GAL. Che stanno rispettivamente per “garanzia per l’inclusione”, “prestazione di accompagnamento al lavoro” e “garanzia per l’attivazione lavorativa”. Sono i 3 diversi macro gruppi che continueranno a percepire un reddito di sostegno, ma a condizioni differenti tra loro.
Il GIL al posto del Reddito di Cittadinanza?
Nel caso del GIL a farne parte saranno: i nuclei familiari al cui interno sia presente un disabile, un minore, un soggetto con almeno o più di 60 anni, a cui è stato riconosciuto l’assegno per l’invalidità civile. Il beneficio previsto sarà di 6mila euro l’anno, vale a dire 500 euro al mese. A cui potrà essere integrato l’extra di 280 euro al mese come contributo affitto. Viene erogato per 18 mesi e dopo un mese di stop riparte per altri 12.
Le accortezze anti furbetti – che non sono stati pochi con il provvedimento dei M5S – adottate dal governo Meloni sono essenzialmente due: essere residenti in Italia da almeno 5 anni, di cui gli ultimi 2 vissuti in modo continuativo; il nucleo familiare non deve superare la soglia ISEE dei 7.200 euro (contro i 9.360 precedenti). Inoltre se occupabile, il soggetto percettore sarà chiamato a prendere parte a un percorso di inclusione sociale presso i centri per l’impiego. Rifiutarsi senza un giustificato motivo comporterà la decadenza del beneficio. Come per chi rifiuta un’offerta di lavoro superiore a 30 giorni, e con stipendio superiore al minimo salariale. In caso di contratti a tempo parziale, dev’essere di almeno il 60% del tempo pieno.
Cosa è previsto per chi non potrà accedere al GIL
Per tutti coloro che non potranno accedere al GIL, sarà previsto il meccanismo del GAL. La Garanzia per l’attivazione lavorativa sarà riconosciuta a tutti i soggetti tra i 18 e i 59 anni che vivono in condizione di povertà assoluta: con una soglia ISEE non superiore a 6mila euro. Il sussidio in questo caso è di 350 euro al mese. Per un massimo di 12 mesi, senza possibilità di rinnovo. Solo due componenti della famiglia potranno ricevere il sussidio: l’altro ne beneficerà in forma ridotta a 175 euro al mese.
Il sussidio transitorio del PAL – prestazione di accompagnamento al lavoro – è stato predisposto a tutti quelli che al momento della scadenza dei 7 mesi di sussidio previsti per quest’anno, hanno sottoscritto un patto per il lavoro e sono inseriti in misure di politica attiva. Dal 1° settembre potranno richiedere il sussidio che varrà 350 euro al mese.
Dal Reddito di Cittadinanza alla lotta ai trasgressori
Per i trasgressori ai requisiti previsti dalle misure di sostegno al reddito, il governo Meloni prepara una lotta più aspra: arrivano nuove sanzioni, anche penali. Da 1 a 3 anni di reclusione per chi non ha comunicato all’Inps le variazioni del proprio reddito e patrimonio, anche se derivano da lavoro nero. E nel caso di presentazione di documenti contraffatti, o informazioni non veritiere per ottenere la nuova Garanzia per l’Inclusione (GIL), gli anni di reclusione previsti sono da 2 a 6.