Il software di Intelligenza Artificiale ChatGpt torna online per gli utenti italiani. Lo fa sapere il Garante per la protezione dei dati personali spiegando che l’azienda Open AI – proprietaria del software – ha riaperto “la piattaforma in Italia garantendo più trasparenza e più diritti a utenti e non utenti europei“.
“OpenAI, la società statunitense che gestisce ChatGpt – sottolinea l’Authority – ha fatto pervenire al Garante per la protezione dei dati personali una nota. Nel comunicato illustra le misure introdotte in ottemperanza alle richieste dell’Autorità contenute nel provvedimento dello scorso 11 aprile.”
ChatGpt, perché è avvenuto lo sblocco
Da parte dell’azienda Usa si spiega di “aver messo a disposizione degli utenti e non utenti europei e, in alcuni casi, anche extra-europei, una serie di informazioni aggiuntive. Di aver modificato e chiarito alcuni punti e riconosciuto a utenti e non utenti soluzioni accessibili per l’esercizio dei loro diritti. Alla luce di questi miglioramenti OpenAI ha reso nuovamente accessibile ChatGpt agli utenti italiani“.
“OpenAI, in particolare – sottolinea il Garante – ha predisposto e pubblicato sul proprio sito un’informativa rivolta a tutti gli utenti e non utenti, in Europa e nel resto del mondo, per illustrare quali dati personali e con quali modalità sono trattati per l’addestramento degli algoritmi e per ricordare che chiunque ha diritto di opporsi a tale trattamento.”
I dati personali e gli algoritmi
Ma non c’è solo questo perché secondo il Garante, riguardo a ChatGpt Open AI “ha ampliato l’informativa sul trattamento dei dati riservata agli utenti del servizio. E l’ha resa accessibile anche nella maschera di registrazione. Prima, cioè, che un utente si registri al servizio. Il servizio del software ChatGpt è riconosciuto a tutte le persone che vivono in Europa, anche non utenti. Così come il diritto di opporsi a che i loro dati personali siano trattati per l’addestramento degli algoritmi. Anche attraverso un apposito modulo compilabile online e facilmente accessibile“.
OpenAI, riferisce ancora il Garante per la protezione dei dati personali, “ha introdotto una schermata di benvenuto alla riattivazione di ChatGpt in Italia“. Il tutto con i rimandi alla nuova informativa sulla privacy e alle modalità di trattamento dei dati personali per il training degli algoritmi. Inoltre l’azienda americana “ha previsto per gli interessati la possibilità di far cancellare le informazioni ritenute errate dichiarandosi, allo stato, tecnicamente impossibilitata a correggere gli errori.”
“Ha chiarito, nell’informativa riservata agli utenti, che mentre continuerà a trattare taluni dati personali per garantire il corretto funzionamento del servizio sulla base del contratto, tratterà i loro dati personali ai fini dell’addestramento degli algoritmi, salvo che esercitino il diritto di opposizione, sulla base del legittimo interesse“. Inoltre, conclude il Garante per la protezione dei dati personali, la società “ha implementato per gli utenti già nei giorni scorsi un modulo che consente a tutti gli utenti europei di esercitare il diritto di opposizione al trattamento dei propri dati personali e poter così escludere le conversazioni e la relativa cronologia dal training dei propri algoritmi. Termina dunque il periodo di circa un mese da quando chi navigava in Internet dall’Italia non poteva più interrogare l’Intelligenza Artificiale di ChatGpt.