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Nucleare: da Chernobyl ad oggi, che cosa è cambiato?

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Sono passati 37 anni dall’esplosione del reattore numero 4 della centrale nucleare sovietica di Chernobyl. Generando una delle catastrofi radioattive più drammatiche di sempre. Il termine “nucleare” nella nostra memoria collettiva da allora rievoca eventi catastrofici: partendo dall’attacco a Hiroshima, per arrivare al disastro più recente della centrale di Fukushima. Ed oggi si risveglia in noi il timore di una guerra nucleare come l’incubo di un possibile “incidente” alla centrale di Zaporizija. 

Questa tecnologia “anti-uomo” e “anti-vita” continua oggi ad esistere e a minacciare il futuro dell’umanità. In Europa è da sempre la Francia – oggi con Emmanuel Macron in prima fila – a battersi per il suo uso. Dove l’UE ha da poco accolto la posizione francese che spingeva per un ruolo dell’energia nucleare nella produzione di idrogeno. Nel resto del mondo però l’energia nucleare, secondo i dati, sembrerebbe destinata ad un lento declino. Che cosa sta succedendo?

Proteste in Giappione/ FOTO ANSA

Il peso dell’energia nucleare nel mondo: da Chernobyl a Zaporizhzhia 

Il disastro nucleare di Chernobyl 37 anni fa cambiò la storia e l’esistenza di intere generazioni. Circa 4mila, secondo le stime Onu, furono le persone che a causa di quella tragedia persero la vita, mentre furono 116mila gli sfollati dalla regione circostante. Le particelle radioattive trasportate dalle masse d’aria raggiunsero un’area vastissima e arrivarono addirittura nel cuore dell’Europa. A distanza di decenni, le conseguenze della contaminazione nucleare sono ancora tangibili. Secondo i calcoli degli esperti il disastro di Chernobyl rilasciò difatti una quantità di radiazioni di almeno 100 volte le bombe atomiche di Hiroshima e Nagasaki.  Interessando un’area radioattiva che si estendeva dall’Ucraina, la Russia, a gran parte della Bielorussia. Decenni dopo da quella tragedia il nucleare continua a minacciare oggi la sopravvivenza della nostra specie. E la guerra in Ucraina ha esacerbato questa crisi. 

Memoriale Ucraina morti Chernobyl/ FOTO ANSA/ SERGEY DOLZHENKO

Per la prima volta nella storia difatti, impianti nucleari commerciali operativi sono stati attaccati direttamente e poi occupati da forze ostili durante una guerra su larga scala. Quella di Zaporizhzhia, sotto il controllo russo da marzo, è la più grande centrale nucleare d’Europa. Ad oggi la produzione di elettricità nucleare nel mondo è aumentata del 3,9%, pur restando comunque al di sotto del livello del 2019. Nel ventennio 2001-2021, 50 centrali sono state avviate solo in Cina, che continua a essere una grande potenza energivora. Tuttavia è la Russia, a dominare il mercato internazionale. Dove l’azienda pubblica Rosatom sta realizzando 20 nuovi reattori, di cui 17 in altri 7 Paesi. Tra cui Cina, India, Turchia ed Egitto. Delle buone notizie però arriverebbero dai dati dell’ultimo rapporto sullo stato dell’industria nucleare nel 2022, che ci fanno ben sperare circa un’inversione di tendenza. 

L’energia atomica fra le fonti “green” dell’UE su proposta francese

Il numero di reattori chiusi ha superato per la prima volta i 200 alla fine del 2021, raggiungendo le 204 unità a metà del 2022, 8 in più rispetto a un anno prima. Inoltre nel 2021, l’eolico e il solare da soli hanno raggiunto una quota del 10,2% della produzione lorda di energia. Per la prima volta, hanno generato dunque più del 10% dell’elettricità globale, superando il contributo dell’energia nucleare. In Europa invece la transizione “green” verso l’idrogeno non ha “saputo fare meno” del nucleare francese. Nell’accordo per la direttiva sulle energie rinnovabili, la Francia difatti è riuscita ad aprire uno spiraglio per il nucleare.

Energia nucleare/ FOTO ANSA/ YONHAP SOUTH KOREA OUT

I Paesi Ue potranno usare l’energia atomica per produrre una parte dell’idrogeno a determinate condizioni: purché copra solo il 20% della produzione. E inferiore alla quota del 20% solo nel 2035. Un doppio sgarbo alla proposta del governo italiano, che aveva chiesto all’UE la possibilità di continuare a produrre nel medio-periodo l’energia tramite l’uso dei biocarburanti. Rigettando la proposta italiana l’Europa ha poi però accolto non solo quella francese sul nucleare, ma anche quella tedesca sugli e-fuels. Entrambi ampiamente lontani dai canoni green. Un asse quello franco-tedesco che certamente non smette mai di “sorprendere”.

Chiara Cavaliere

Attualità, Spettacolo e Approfondimenti Siciliana trapiantata nella Capitale, dopo la maturità classica ha coltivato la passione per le scienze umane laureandosi in Scienze Politiche alla Luiss Guido Carli. Senza mai abbandonare il sogno della recitazione per cui ha collaborato con le più importanti produzioni cinematografiche italiane tra cui Lux Vide, Lotus e Italian International Film. Si occupa di attualità e degli approfondimenti culturali e sociali di MAG Life, con incursioni video. Parla fluentemente inglese e spagnolo; la scrittura è la sua forma di attivismo sociale. Il suo mito? Oriana Fallaci. Segui Chiara su Istragram Segui Chiara su Facebook

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