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Giuseppe Conte, fra l’aggressione di un no vax e le inchieste da affrontare

Schiaffo sul viso all'ex premier prima di un comizio a Massa. Il 10 maggio sarà sentito in tribunale sulla gestione della pandemia di Covid

Non si è abbattuto e non ha perso tempo l’ex premier Giuseppe Conte, aggredito da un uomo mentre si recava a un comizio a Massa il 5 maggio. Già dal palco subito dopo, e poi sui social media, ha stigmatizzato quanto accaduto lanciando a tutti un messaggio: “Il dissenso è legittimo, la violenza inaccettabile“.

Conte è stato colpito al volto da una persona che lo ha avvicinato fingendo di volerlo salutare per poi dargli uno schiaffo. Un gesto che, sul piano fisico, non ha avuto conseguenze e non ha impedito al presidente del M5S di tenere un discorso in vista delle prossime elezioni amministrative del 14 e 15 maggio. Ma che naturalmente ha avuto molto risalto. Conte ha ricevuto solidarietà da molti cittadini così come dai leader politici.

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Giulio Milani, cerchiato in rosso, si avvicina a Conte e lo colpisce al volto, inveendo contro le restrizioni anti Covid del 2020-2021. Foto Ansa/YouTube

Conte e Speranza sotto inchiesta

Grazie a tutti per la vicinanza” ha poi scritto sui suoi account social. “Grazie a voi cittadini per tutto l’affetto che mi state manifestando in queste ore. Avanti, sempre con il sorriso.” Durante il comizio il capo dei pentastellati ha colto la palla al balzo dell’aggressione ricevuta per rivendicare le politiche del secondo Governo da lui presieduto (le restrizioni anti pandemiche, il lockdown, le zone rosse e i vaccini anti Covid) per poi sottolineare come nei prossimi giorni dovrà comparire di fronte ai magistrati.

Il leader M5S ha detto che il 10 maggio sarà sentito dal Tribunale dei ministri, insieme all’ex ministro della Salute Roberto Speranza, in merito all’inchiesta sulla prima fase della gestione pandemica (2020). Quella di Bergamo è l’inchiesta più corposa, ma non l’unica. Tra le primissime, quella aperta dalla procura di Roma sull’acquisto di milioni di mascherine irregolari. Tra gli indagati, anche l’ex commissario all’emergenza Covid, Domenico Arcuri.

L’ex ministro Speranza è sotto inchiesta anche in un’altra tranche dell’indagine di Bergamo, insieme con Giulia Grillo (M5S, ministra della Salute 2018-2019) e Beatrice Lorenzin (PD, ministra della Salute 2013-2018) per non aver istituito il Comitato nazionale per la pandemia.

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Conte con Speranza nel 2022. Foto Ansa/Angelo Carconi

Chi è l’aggressore

L’aggressore di Conte il 5 maggio è stato identificato in Giulio Milani, 52 anni, editore, no vax e candidato al Consiglio comunale il 14 e 15 maggio per la lista Massa insorge. Marco Lenzoni sindaco. Secondo l’Ansa, per Milani dovrebbe scattare una denuncia per le ipotesi di percosse e per l’articolo 342 del codice penale, oltraggio a un corpo politico, amministrativo o giudiziario. “Il signore che mi ha aggredito, che è un no vax convinto – ha dichiarato a caldo Giuseppe Conteha dimostrato con il suo gesto violento che questo tipo di derive sono fatte da persone irresponsabili. Se avessimo seguito le loro indicazioni probabilmente oggi saremmo una comunità completamente distrutta“. Tutto è avvenuto nello stesso giorno in cui l’Oms ha ufficialmente dichiarato terminata l’emergenza sanitaria mondiale in essere dal 2020 a causa del Covid.

“Conte fece un golpe bianco”

Nel suo profilo sul sito di Massa insorge, la lista per la quale si è candidato alle prossime comunali nella città toscana, Giulio Milani ha scritto del “golpe bianco di Giuseppe Conte: appena ho preso coscienza di cosa avrebbe significato per la vita democratica, sociale, psicologica ed economica del Paese accettare il ‘lockdown totale’ voluto dai 5 Stelle e dal PD su imbeccata ‘internazionale’, ho pianto“. “Sono stato assalito dalle lacrime – prosegue – per tutto quello che avrebbero dovuto subire soprattutto i più giovani, i miei figli, e per la drammatica ‘rivoluzione dei palazzi’ in atto, di cui – da storico – ero in grado di pre-vedere la parabola, compreso l’ingresso in guerra“.

 

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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