“Arnaldo Pomodoro. Il Grande Teatro delle Civiltà” al Palazzo FENDI di Roma
Una mostra a cura di Lorenzo Respi e Andrea Viliani
Fondazione Arnaldo Pomodoro e FENDI presentano la mostra Arnaldo Pomodoro. Il Grande Teatro delle Civiltà a cura di Lorenzo Respi e Andrea Viliani. L’esposizione, in press preview l’11 maggio 2023 dalle 10 alle 12, sarà ospitata presso Palazzo della Civiltà Italiana a Quadrato della Concordia, 3 – Roma EUR.
Dal 12 maggio 2023 FENDI inaugura all’interno della propria sede, il Palazzo della Civiltà Italiana a Roma (Quadrato della Concordia, 3 – Roma EUR), la mostra Arnaldo Pomodoro. Il Grande Teatro delle Civiltà. Un’esposizione a cura di Lorenzo Respi e Andrea Viliani in collaborazione con Fondazione Arnaldo Pomodoro, che sarà visitabile gratuitamente fino al 1° ottobre 2023. La mostra si inserisce in un progetto più ampio volto a promuovere l’arte e nuove forme di collaborazione che si basino sui importanti e attuali valori quali la sostenibilità e l‘innovazione.
La mostra di Arnaldo Pomodoro al Palazzo FENDI
Arnaldo Pomodoro. Il Grande Teatro delle Civiltà nasce dalla collaborazione tra Fondazione Arnaldo Pomodoro e FENDI. Come specifica una nota stampa ufficiale, che rivela alcuni dettagli dell’esposizione, questa sinergia rientra in una partnership più grande. Quest’ultima è volta a creare una relazione tra il “rispetto per l’eredità storica” e il sostegno e la diffusione dei “linguaggi artistici contemporanei“. Ma anche a stimolare la ricerca di nuove forme di collaborazione che si basino sulla sostenibilità e l’innovazione. La mostra dedicata ad Arnaldo Pomodoro è creata per ‘abitare’ sia gli spazi interni che esterni del Palazzo della Civiltà Italiana all’EUR. Lo storico edificio dal 2015 ospita la sede romana di FENDI che, come da accordi, prosegue la missione artistica promossa da questo luogo simbolico.
Arnaldo Pomodoro. Il Grande Teatro della Civiltà attraversa settant’anni di ricerca dell’artista. La mostra si configura come: “Teatro autobiografico, al contempo reale e mentale, storico e immaginifico“. L’esposizione ospita circa trenta opere realizzate da Pomodoro tra la fine degli anni Cinquanta e il 2021. Con esse anche una serie di materiali d’archivio, fotografie, documenti, bozzetti, disegni, molti dei quali inediti. Ciascuno volto ad evocare lo spirito dell’artista. Il Grande Teatro delle Civiltà esplora la connessione nelle opere dell’artista fra arti visive e arti sceniche e mette in evidenza il rapporto tra il progetto e la realizzazione dell’opera stessa. “Una trama da cui emergono i possibili e molteplici riferimenti a quelle civiltà arcaiche, antiche, moderne, o anche solo fantastiche, a cui l’opera di Pomodoro costantemente rinvia, originando forme e materie che sono al contempo memoria del passato e visione del futuro e che rifondano le nostre conoscenze e i nostri immaginari, la nostra esperienza del tempo e dello spazio, della storia e del mito“.
La storia del Palazzo della Civiltà Italiana
Il Palazzo della Civiltà Italiana, noto anche come Palazzo della Civiltà del Lavoro, è uno dei simboli dell’EUR, ed è considerata l’icona architettonica del Novecento romano. Conosciuto anche come il ‘Colosseo Quadrato‘, vista la sua ispirazione architettonica ispirata al Colosseo dell’Impero Romano. Ideato nel 1936 e progettato nel 1937 in vista dell’Esposizione Universale di Roma del 1942. La costruzione del Palazzo della Civiltà Italiana ebbe inizio ufficialmente nel 1938 nel centro del Quadrato della Concordia, nell’ambito del grande intervento urbanistico che portò all’edificazione del quartiere EUR.
A causa della Seconda Guerra Mondiale i lavori furono interrotti nel 1943, per essere ripresi poi nel dopoguerra. Una giuria presieduta da Marcello Piacentini, a seguito di un concorso pubblico, scelse il progetto degli architetti Giovanni Guerrini, Ernesto La Padula e Mario Romano. Durante l’Esposizione Universale, il palazzo avrebbe dovuto ospitare la Mostra della Civiltà Italiana e, in seguito, trasformarsi in museo permanente della civiltà italiana. A questo fa riferimento anche la famosa iscrizione posta sulla sommità dell’edificio: “Un popolo di poeti di artisti di eroi di santi di pensatori di scienziati di navigatori di trasmigratori“. Dal 2015 l’edificio ospita il quartier generale della Maison FENDI con l’accordo di continuare a promuovere lo spirito artistico per il quale è nato.