Torna la pioggia sull’Emilia-Romagna e l’emergenza alluvione non si ferma. Ci sono ancora vaste aree sott’acqua, le frane stanno mettendo in ginocchio l’Appennino e per il 20 maggio è confermata l’allerta rossa. Le previsioni annunciano altra pioggia con un violento ciclone in arrivo dalla Tunisia.

In tutta la provincia di Ravenna sono state evacuate in via precauzionale 27.775 persone. Le vittime dell’alluvione sono al momento 14 ma il numero dei dispersi non è facilmente quantificabile. Nella sola Ravenna gli evacuati sono 22mila. Seguono poi Faenza con 2mila e Bagnacavallo con 1.250. Si è lavorato molto sul ripristino dei servizi pubblici essenziali, come l’acqua potabile tramite autobotti. Analogo sforzo è stato fatto per l’elettricità e si è proceduto al ripristino di parte delle linee telefoniche.

Romagna sott’acqua, e le previsioni meteo peggiorano

Romagna, i comuni più colpiti

C’è adesso un ulteriore grosso problema nella Bassa Romagna. In un’area di circa 100 chilometri quadrati che all’80-90% è alluvionata, abitano circa 100mila persone che sono in difficoltà a reperire cibo e acqua. A partire da Sant’Agata sul Santerno, forse il comune più colpito dall’alluvione. Ma in crisi è anche l’Appennino. Casola Valsenio è martoriato dalle frane e tagliato fuori dal resto del mondo.

Stesso problema a Modigliana dove i movimenti franosi che preoccupano non si contano più. E a Mercato Saraceno dove il dissesto geologico ha praticamente cambiato la geografia del paese. In Emilia Romagna si sono verificate circa 300 frane e 500 strade sono chiuse. Rimangono blackout elettrici e interruzioni delle linee telefoniche che complicano ulteriormente i soccorsi.

La premier Meloni mostra le immagini dell’alluvione in Romagna a Trudeau (Canada), von der Leyen (Ue), e Sunak (Uk). Foto Twitter @dariodangelo91

Disastro da centinaia di milioni

Secondo fonti del G7, la premier Giorgia Meloni potrebbe lasciare in anticipo il summit di Hiroshima in Giappone e tornare in Italia per seguire da vicino l’emergenza. Finora lo ha fatto a distanza, e tramite il ministro della Protezione Civile, Nello Musumeci. Il ministro ha parlato di primi stanziamenti per l’Emilia Romagna da 20 milioni di euro per i soccorsi ma è evidente a tutti che si tratta di una goccia nel mare.

In attesa di un conteggio più accurato, appare già chiaro che l’alluvione ha provocato danni per centinaia di milioni di euro. Basti pensare che sarebbero 5mila le aziende agricole andate completamente sott’acqua nelle campagne. All’inizio della prossima settimana è previsto il Consiglio dei ministri e il Governo è alla prova. Non basteranno stanziamenti, occorrerà che l’esecutivo metta in campo progetti forti a lungo termine. In primo luogo sburocratizzando le procedure per facilitare la rinascita dell’Emilia Romagna che ha subito un disastro forse peggiore del terremoto del 2012.

I ragazzi spalano il fango

Oltre 1.200 militari di Esercito, Marina militare, Aeronautica militare e Arma dei carabinieri hanno preso parte alle operazioni di soccorso nelle aree dell’Emilia Romagna colpite dal maltempo e dalle alluvioni. Lo riferisce il ministero della Difesa in una nota. Le Forze armate hanno impiegato 12 elicotteri, 55 gommoni, oltre 100 velivoli, 4 aerei da ricognizione, un velivolo a pilotaggio remoto, 3 motopompe idrovore.

Foto Twitter @raffybi69

Il Comando operazioni spaziali ha fornito costantemente supporto con immagini satellitari sui fenomeni. I militari hanno contribuito ad allestire tendopoli e zone ristoro per le famiglie evacuate. Molti, anche anziani sono alloggiati temporaneamente nei palazzetti dello sport, in palestre e strutture gestite da volontari. Ci sono tanti giovani, adolescenti e ventenni, giunti da varie parti d’Italia e da tutta l’Emilia Romagna a dare una mano, spalare nel fango e liberare case e strade da acqua e detriti. Poco dopo le 6.30 del 20 maggio, intanto, sull’autostrada A14 Bologna-Taranto è stato riaperto il tratto compreso tra Faenza e Forlì.

Foto Twitter @welikeduel